La Ue apre il paracadute per Dexia, ma dà anche il via a un’indagine. Ieri la Commissione europea ha temporaneamente approvato le garanzie sul rifinanziamento del gruppo franco-belga, ma ha ridotto la copertura a un massimo di 45 miliardi e ha espresso dubbi sulla compatibilità delle garanzie con la tutela della concorrenza. Secondo la Commissione, i governi di Belgio, Francia e Lussemburgo devono presentare un piano di ristrutturazione permanente entro tre mesi o un piano di liquidazione qualora non si riuscisse a dimostrare la fattibilità della prima opzione. Bruxelles «ritiene che il meccanismo di garanzie è necessario a preservare la stabilità finanziaria degli Stati interessati, data l’importanza sistemica di Dexia», spiega una nota. «Permangono a questo stadio dubbi sulla compatibilità delle misure di garanzia con le regole del mercato unico, soprattutto dal momento che i nuovi aiuti seguono quelli già approvati seguendo il piano di ristrutturazione», ha aggiunto la Commissione. L’approvazione dell’Ue permetterà alla banca di aumentare i finanziamenti garantiti. Dexia pagherà inoltre un’imposta tra 50 e 120 punti base sulle garanzie, più un compenso aggiuntivo «sulla base del rating dell’entità garantita» e fornirà ai tre governi 225 milioni di commissioni. Grazie alle garanzie Dexia potrà «ridurre i rifinanziamenti della banca centrale» e gradualmente ridurre i prestiti erogati da Dexia Bank Belgio, ex controllata belga oggi interamente controllata dal governo di Bruxelles. L’estate scorsa la banca franco-belga si è trovata senza liquidità, con un’esposizione al rischio per 700 milioni e con le casse piene di titoli di Stato greci. Pertanto i governi di Francia, Belgio e Lussemburgo hanno dovuto attuare un salvataggio in extremis. Per raccogliere le risorse finanziarie martedì il gruppo si è impegnato a cedere il 100% della controllata Banque Internationale à Luxembourg ai reali del Qatar per 730 milioni