di Gianluca Zapponini

Le famiglie italiane fuggono da titoli di Stato e azioni, cui preferiscono forme di risparmio liquide. È questa la fotografia scattata dalla Banca d’Italia relativa alla ricchezza delle famiglie nel 2010. Nell’ultimo Supplemento al bollettino statistico i tecnici di Via Nazionale sottolineano che nel corso del 2010 la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani e quella detenuta in azioni e partecipazioni si sono ridotte entrambe dell’1% rispetto al 2009; una caduta che l’istituto guidato da Ignazio Visco imputa «alla riduzione della quota di titoli italiani». Viceversa lo scorso anno è proseguita la «ricomposizione dei portafogli delle famiglie verso forme di investimento più liquide, quali i depositi in conto corrente e il risparmio postale», le cui quote sono cresciute rispettivamente dello 0,2 e dello 0,4% annuo. Analizzando nello specifico la ripartizione della ricchezza, Bankitalia spiega che a fine 2010 il 43,2% delle attività finanziarie delle famiglie era detenuto in obbligazioni private, titoli esteri, prestiti alle cooperative, azioni e altre partecipazioni e quote di fondi comuni di investimento, mentre il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano il 30% del complesso delle attività finanziarie. La quota investita direttamente dalle famiglie in Bot si attestava invece al 5%. Sul fronte delle spese, al primo posto c’è sempre il mattone: a fine 2010 le passività finanziarie delle famiglie erano costituite per circa il 41% da mutui per l’acquisto dell’abitazione, mentre la quota di indebitamento per esigenze di consumo ammontava a circa il 13,6% e le rimanenti forme di prestiti al 20%. La ricchezza delle famiglie italiane, stando ai dati diffusi da Bankitalia, è comunque in diminuzione. Dalla fine del 2007 (quando aveva raggiunto il picco) alla fine del 2010 la ricchezza netta è diminuita del 3,2% a 8.640 miliardi, mentre, sempre in termini reali, è scesa dell’1,5% tra il 2009 e il 2010. Le cose potrebbero però andare meglio già da quest’anno: secondo stime preliminari, nel primo semestre 2011 la ricchezza netta delle famiglie sarebbe leggermente aumentata in termini nominali (0,4%) per effetto di un aumento delle attività reali (1,2%) e finanziarie (0,4%). Dal confronto con gli altri Paesi industrializzati, infine, emerge l’elevata ricchezza dei nuclei italiani, pari a 8,3 volte il reddito disponibile lordo, contro l’8% del Regno Unito, il 7,5% della Francia, il 7% del Giappone, il 5,5% del Canada e il 4,9% degli Stati Uniti. (riproduzione riservata)