Nel mese di ottobre i premi per nuove polizze individuali sulla vita raccolti in Italia da imprese italiane e rappresentanze di imprese extra-U.E., comprensivi dei premi unici aggiuntivi, sono stati pari a € 3,7 mld, con una contrazione del 27,5% rispetto allo stesso mese del 2010 (le variazioni annue sono calcolate a termini omogenei).

E’ quanto emerge dalla rilevazione mensile dell’ANIA, ANIA Trends.

Da inizio anno l’ammontare di nuovi premi emessi ha raggiunto € 45,4 mld, in calo del 28,6% rispetto ai volumi massimi raggiunti nello stesso periodo del 2010 ma su livelli assoluti elevati rispetto agli anni precedenti.

Includendo anche l’attività del campione delle imprese U.E., nel mese di ottobre il volume di nuovi premi complessivo è stato pari a € 3,9 mld (-28,7% rispetto allo stesso mese del 2010), mentre da inizio anno ha raggiunto € 51,1 mld, con una contrazione del 25,9% rispetto all’anno precedente.

Relativamente alle imprese italiane ed extra U.E., i premi delle nuove polizze tradizionali di ramo I e V, nonostante sensibili decrementi rispetto a ottobre 2010, si mantengono su livelli assoluti elevati e continuano a costituire – per oltre l’80% del totale – la scelta prevalente degli assicurati. I prodotti “linked” rappresentano la quasi totalità della nuova produzione residua e registrano anche nel mese di ottobre volumi significativi soprattutto per l’apporto delle index linked, la cui nuova produzione era invece quasi nulla nel mese di ottobre dell’anno precedente. Anche i contributi relativi a nuove adesioni individuali a forme previdenziali crescono in misura rilevante rispetto a ottobre 2010, portando l’incremento da inizio anno al 12,0%. Il numero delle polizze/adesioni da gennaio ha raggiunto 2,5 milioni, in diminuzione del 10,0% rispetto allo stesso periodo del 2010. Si evidenzia, inoltre, che il 13% delle imprese, rappresentative del 10% del mercato in termini di premi, ha registrato al mese di ottobre una raccolta superiore all’analogo periodo dell’anno precedente e che circa il 48% (per una quota premi pari al 51%) ha ottenuto un risultato superiore alla variazione media di tutte le imprese italiane ed extra-U.E..

La tipologia di contratto a premio unico costituisce a tutto il mese di ottobre la scelta prevalente degli assicurati, per una quota pari al 95% del totale in termini di premi e al 58% in termini di numero di polizze. Da inizio anno l’importo medio dei premi unici è stato di circa € 29.350 mentre quello dei premi annui e ricorrenti ha raggiunto rispettivamente il valore di € 1.150 e € 3.500. Calcolando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – il decremento del volume premi da inizio anno si riduce dal 28,6% al 24,9%.

La maggior parte della nuova produzione deriva dalla raccolta mediante reti finanziarie (sportelli bancari e postali e promotori finanziari), alle quali afferisce l’85% dei premi. In particolare, gli sportelli bancari e postali mantengono anche nel mese di ottobre la quota prevalente di raccolta, raggiungendo da inizio anno volumi pari a quasi i tre quarti del totale, seppur in calo significativo rispetto al 2010. Negativo, ma in misura inferiore, il tasso di variazione delle reti agenziali sia nel mese di ottobre che da inizio anno. I volumi di nuovi affari intermediati dai promotori finanziari risultano in calo rispetto a ottobre 2010, valore che peggiora se calcolato da inizio anno. La ripartizione dei premi per canale evidenzia che le reti finanziarie hanno collocato quasi esclusivamente premi unici, le reti assicurative anche una quota significativa di premi periodici. Calcolando i premi da inizio anno mediante la misura APE sopra descritta, lo scostamento della quota raccolta dalle diverse reti si riduce: la quota riconducibile alle reti finanziarie passa dall’85% al 74% mentre quella afferente alle reti assicurative salirebbe dal 14% al 26%.