La riunione tra authority e compagnia chiusa senza un responso formale. L’impatto sui ratio della cessione del 40% potrebbe non essere sufficiente. Titolo in caduta per l’uscita dal Ftse Mib 

di Andrea Di Biase

 

Chi si aspettava che la riunione di ieri pomeriggio all’Isvap tra il vertice di Fondiaria-Saie quello dell’autorità di vigilanza sulle assicurazioni potesse sbloccare l’impasse sul futuro della compagnia, potrebbe rimanere deluso.

Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, l’incontro, cui avrebbero partecipato il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, e l’amministratore delegato di FonSai, Emanuele Erbetta, si sarebbe concluso senza una pronuncia formale dell’authority in merito al progetto della newco cui conferire le partecipazioni strategiche della compagnia (Mediobanca,Generali, Rcs, Pirelli, Gemina e Unicredit), vendendone contestualmente una quota del 40% al Crédit Suisse.

Ma il fatto che l’Isvap non abbia ufficialmente promosso o bocciato il progetto della newco è semplicemente legato al fatto che i vertici di Fondiaria-Sai si sono limitati a illustrare le proprie intenzioni all’authority, senza tuttavia presentare in modo formale il piano pensato per riportare sopra la soglia del 120% il Solvency ratio, sceso al 111% a fine novembre.

Si è trattato insomma di una sorta di sondaggio informale per capire l’orientamento dell’Isvap ed eventualmente modificare il progetto prima di presentarlo ufficialmente. Parlare di una bocciatura dell’Isvap all’idea della newco sarebbe dunque sbagliato. Secondo ricostruzioni attendibili, tuttavia, nel corso dell’incontro di ieri i vertici dell’authority avrebbero manifestato a quelli della compagnia la loro freddezza sulla possibilità che la cessione del 40% della newco, che dovrebbe portare nelle casse di FonSai 250 milioni circa con un impatto sul Solvency ratio di 12-14 punti base, possa essere considerata la misura idonea a risolvere una volta per tutte i problemi di patrimonializzazione del gruppo. In estrema sintesi, dunque, l’Isvap avrebbe fatto capire al vertice di Fondiaria-Sai che, se anche si intendesse procedere al rafforzamento dei ratio attraverso la strada della newco, questa operazione non sarebbe comunque sufficiente e dovrebbe essere accompagnata da altre misure di irrobustimento del patrimonio. Uno scenario, quest’ultimo, che già da alcuni giorni viene considerato molto probabile da parte degli analisti. In una nota diffusa la settimana scorsa, per esempio, gli esperti di Mediobanca Securities sottolineavano come, in base ai loro calcoli, il Solvency ratio di FonSai sarebbe sceso sotto il 100%. I 5,3 punti base guadagnati grazie ai benefici fiscali conseguenti all’affrancamento degli avviamenti, deciso dal cda lo scorso 29 novembre, assieme ai 12-14 punti che, nella migliore delle ipotesi, si aggiungerebbero grazie alla cessione del 40% della newco, potrebbero non essere sufficienti a raggiungere in modo stabile il target del 120%.

Ecco perché l’ipotesi dell’aumento di capitale continua a essere ritenuto uno scenario possibile da parte del mercato. Come testimonia anche il forte calo del titoloFondiaria-Sai a Piazza Affari. Sulla caduta del titolo nella seduta di ieri avrebbe contribuito tuttavia anche la prossima uscita di FonSai dall’indice Ftse Mib (prevista per il 19 dicembre) a favore di Salvatore Ferragamo, che avrebbe spinto molti investitori istituzionali ad alleggerire i propri portafogli delle azioni della compagnia assicurativa.

Quale sarà la strada che il vertice di Fondiaria-Sai intenderà seguire lo si conoscerà a breve. Le varie opzioni per rafforzare il patrimonio dovrebbero essere esaminate dal cda di FonSai convocato per lunedì 12 dicembre. Oltre al progetto della newco sul tavolo dovrebbe esserci anche il dossier Igli, dopo l’offerta del gruppo Gavio per rilevare il 33% della holding azionista di Impregilo per poco più di 3 euro per azione, in linea con il valore di carico, ma anche alcune cessioni immobiliari. È comunque possibile che la riunione del 12 possa ancora una volta rivelarsi interlocutoria, rimandando ogni decisione al consiglio del 20 dicembre. (riproduzione riservata)