Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Corre l’utile di Unipol nei primi nove mesi del 2025. Con l’apporto di Bper (quota del 19,8%) è arrivato a 1,235 miliardi (+48%). Un risultato che ha beneficiato degli effetti dell’opas di Bper sulla Popolare di Sondrio, a cui Unipol ha aderito conferendo la sua partecipazione (19,7%). La raccolta diretta assicurativa è balzata del 10,8% a 12,644 miliardi, con quella diretta nel Danni pari a 6,783 miliardi (+4,5%). Il combined ratio è migliorato al 93,5%, in linea col consenso. E il risultato ante imposte del Danni è stato pari a 703 milioni (+481 milioni). Invece nel comparto Vita la raccolta è stata di 5,862 miliardi (+19%) con un risultato ante imposte di 276 milioni (da 221). Ha deluso solo l’indice di solvibilità, salito al 220%.
Dopo il ritiro dell’ops su Banco Bpm a metà luglio, Andrea Orcel non è rimasto con le mani in mano. Il ceo di Unicredit ha inanellato una serie di mosse per reimpostare la rotta e aprire nuove opzioni strategiche. Dalla Germania alla Grecia fino all’Europa centro-orientale, il banchiere sembra determinato a proseguire sulla via della crescita senza tuttavia escludere acquisizioni in ambito europeo. E senza perdere di vista l’Italia.
Il mercato vuole capire come sarà la nuova Montepaschi con al suo interno Mediobanca. Ma l’amministratore delegato Luigi Lovaglio ha rimandato tutto al capital market day che illustrerà alla comunità finanziaria a marzo 2026. Il banchiere ha preso tempo anche sull’eventuale fusione e sul delisting di Piazzetta Cuccia. È vero che «con un flottante del 14%, il titolo Mediobanca è poco liquido, ma è troppo presto per prendere decisioni sul ritiro dalla borsa» della controllata, ha tagliato corto Lovaglio nella conference call con gli analisti sui risultati del terzo trimestre diffusi venerdì 7 novembre. In sostanza, ha lasciato il mercato a bocca asciutta, con la domanda ancora aperta su come saranno integrati concretamente i modelli di business di Piazzetta Cuccia, focalizzato sul private investment banking, e quello commerciale di Rocca Salimbeni. Il motivo sta nel fatto che a Siena stanno ancora valutando nel dettaglio come ottimizzare il business model post-opas e l’asset messo in pancia, completo di attività e passività.
L’agricoltura rappresenta un settore portante dell’economia italiana. Quali sono le peculiarità previdenziali del fondo pensione negoziale dedicato ai lavoratori di questo comparto? Milano Finanza ne ha parlato con Adolfo Multari, che è diventato presidente di Agrifondo lo scorso giugno.
  • Focus su Investimento Protetto 2031
Groupama Investimento Protetto 2031 (Opzione liquidazione cedole) è un contratto multiramo di assicurazione sulla vita, con partecipazione agli utili e di tipo unit linked a premio unico. La polizza, a vita intera, permette di investire contemporaneamente per il 35% nella gestione separata ValorePiù e per il 65% nel fondo interno di tipo unit-linked  denominato ValorePiù Protetto 2031. Per l’opzione segnalata (per chi non desidera incassare le cedole è disponibile anche la versione ad accumulo) il fondo interno mira alla corresponsione di tre prestazioni periodiche e al tempo stesso alla protezione del valore unitario della quota a scadenza, nel limite del 90%. Inoltre, il fondo si propone di conseguire,
alla scadenza, una partecipazione indiretta al rendimento conseguito da un paniere di titoli azionari, se positivo. Tra questi titoli spiccano nomi come Johnson&Johnson, Roche, Novartis, Pfizer, Munich Re, Swiss Re, etc, che tipicamente evidenziano volatilità controllata e una buona componente di dividendi

L’assicurazione della responsabilità civile copre il professionista soltanto se la buona fede del cliente è massima. È infatti inderogabile, in quanto previsto dalla legge, l’obbligo dell’assicurato di riferire alla compagnia al momento della stipula tutte le circostanze che influiscono sulla determinazione del rischio, e quindi sulla quantificazione del premio: ne va dell’equilibrio del contratto, mentre la reticenza gravemente colposa del professionista non risulta sanata dalla circostanza che la polizza non prescriva l’onere di discovery in modo esplicito; deve dunque essere valutata in modo autonomo la clausola che subordina l’operatività della garanzia al fatto che il professionista «non abbia avuto percezione, notizia o conoscenza» di eventuali presupposti per la responsabilità civile. Così la Cassazione civile, sez. III, ord. 29456 del 7/11/2025.
No ai super-interessi sui danni non liquidi. Il tasso moratorio maggiorato di cui all’articolo 1284, quarto comma, Cc, pari al tasso di riferimento della Banca centrale europea più otto punti percentuali, si applica soltanto quando l’obbligazione dedotta in giudizio ha valore quantificato o facilmente quantificabile: non vale, dunque, sul risarcimento dei danni per inadempimento di un’obbligazione diversa da quella pecuniaria, che necessita dell’intervento del giudice per essere quantificata. Pesa l’intento deflattivo delle cause civili che ha ispirato il decreto-legge 12/09/2014, n. 132, nell’introdurre la norma: solo se l’obbligazione è liquida il debitore può valutare i rischi economico connessi al giudizio e, ad esempio, decidere di adempiere spontaneamente senza resistere in giudizio. Così la Corte di cassazione civile, sez. prima, nell’ordinanza n. 28036 del 22/10/2025.

corsera

Secondo un’anticipazione del Financial Times, la Commissione intenderebbe «annacquare» oltre che posticipare di un anno l’entrata in vigore di alcune parti dell’AI Act «a seguito delle forti pressioni delle grandi aziende tecnologiche e del governo degli Stati Uniti». Il portavoce della Commissione Thomas Regnier ha spiegato che Bruxelles ha interpellato l’industria e le aziende europee, nonché gli Stati membri, e «la riflessione è in corso nell’ambito di tutti questi contatti». Regnier ha anche aggiunto che l’obiettivo del Digital Omnibus «non è riaprire la legislazione, ma pensare a come rendere la vita delle nostre aziende più facile». La questione centrale sarebbero gli standard da adottare, non ancora pienamente elaborati dalle industrie, con l’obiettivo di assicurare che tutte le aziende interessate siano in grado di conformarsi entro l’entrata in vigore della legge. La Commissione è in costante contatto con il Gruppo di monitoraggio per l’applicazione dell’AI Act del Parlamento europeo, co-presieduto da Brando Benifei e Michael McNamara. La proposta andrà infatti poi negoziata da Eurocamera e Consiglio. Quanto alle pressioni Usa, il portavoce Olof Gill ha ribadito che «ascoltiamo le preoccupazioni» ma «non spetta a un Paese terzo decidere come legiferare».

Le commissioni parlamentari chiedono al ministero delle Imprese e del made in Italy (Mimit) un robusto pacchetto di modifiche al Codice degli incentivi per le imprese. Le regole su aiuti automatici, delocalizzazioni e divieti per chi non sottoscrive polizze catastrofali sono i principali temi sollevati nei pareri approvati dalla commissione Attività produttive della Camera e dalla commissione Industria del Senato. Rilievi che riflettono in larga parte le richieste formulate in audizione dalle associazioni di impresa e che il Mimit sarebbe orientato a recepire nel testo aggiornato del decreto legislativo che andrà al consiglio dei ministri nelle prossime settimane per il via libero definitivo.
Dal 2026 si prevede un aumento delle pensioni dell’1,4% che potrebbe attestarsi all’ 1,5%. Le ultime proiezioni dell’Inps ragionano su questa percentuale di rivalutazione degli assegni pensionistici al tasso di inflazione, rispetto all’1,7% che era stato previsto nei mesi scorsi, in linea con le stime dell’indice Foi per il 2026. Come è noto l’aumento delle pensioni si applicherà in base alla fascia di reddito, secondo un meccanismo a scaglioni: sarà del 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo Inps (603,40 euro), sarà del 90% per le pensioni di importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo e al 75% oltre
Il riscaldamento causa «più sfollati» dei conflitti: tocca al segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, mettere l’accento sulla dimensione umanitaria della crisi climatica. Lo fa dal pulpito di Belem, nella seconda giornata del vertice politico che anticipa la Cop30. Parlando ai media vaticani, Parolin ha così ricordato che i disastri naturali scacciano dai loro luoghi d’origine milioni di persone, soprattutto nei Paesi poveri e meno capaci di rispondere alle sfide dell’adattamento. Sono i rifugiati climatici, in fuga dalla povertà generata non dalla guerra, ma dagli effetti del global warming. Già nel 2021, la Banca Mondiale stimava che questa sorte potrebbe toccare a oltre 200 milioni di persone entro il 2050. Un esempio: la nazione insulare di Tuvalu, nel Pacifico meridionale, è candidata a diventare il primo Stato inabitabile, a causa dell’innalzamento del livello del mare. Dal 2023, il Governo australiano offre ogni anno permessi di soggiorno illimitati a 280 tuvaluani, con la prospettiva di reinsediare tutti gli 11mila abitanti in 40 anni.

Quando si discute di fondi sanitari integrativi, l’immagine immediata è quella del pagamento del dentista: l’odontoiatria, come ben sanno gli italiani, è la classica spesa “out of pocket” ovvero il denaro usato per servizi e prestazioni non coperte dal Servizio sanitario nazionale; una cifra pari a 40,6 miliardi di euro secondo le stime 2023 dell’Osservatorio Gimbe. In parallelo, però, un’altra importante spesa di cui la sanità integrativa si sta facendo carico è quella della non autosufficienza, cioè la perdita di autonomia nel compiere attività quotidiane essenziali, un deficit colmato da familiari, badanti o strutture sanitarie.
C’è una nuova proposta di legge di riordino del sistema dei fondi sanitari integrativi. Giace alla Camera dal 29 maggio scorso. Primo firmatario: Paolo Barelli, capogruppo a Montecitorio di Forza Italia. È una proposta di legge delega che disegna il quadro generale di come dovranno essere gestiti e organizzati i fondi definiti, con nuova terminologia, “sociosanitari”.   Se dovesse essere approvata la nuova legge delega, toccherà poi ai decreti delegati andare nello specifico delle procedure. Due elementi però si possono segnalare già da ora. Il primo, più importante: viene richiesto di «individuare un’autorità di vigilanza sui fondi sociosanitari, che assicuri la trasparenza, la correttezza dei comportamenti, la sana e prudente gestione nonché il buon funzionamento del sistema di assistenza». Ad oggi, la normativa sui fondi sanitari non obbliga la creazione di una tale struttura. Ergo, ci sarà un’authority a cui inviare le proprie segnalazioni e lamentele come già avviene oggi in tanti altri campi: dalla previdenza complementare con Covip alle assicurazioni con Ivass.