Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Unipol, Intesa Sanpaolo e Poste Italiane uniscono le forze nel settore delle polizze catastrofali per assicurare insieme le aziende associate a Confindustria. Il progetto annunciato ieri prevede l’avvio di una piattaforma digitale, che sarà attiva da domani 5 novembre e si basa sulla coassicurazione: in particolare Unipol assicurazioni avrà il ruolo di impresa delegataria, gestendo in modo unitario i contratti assicurativi nei confronti delle imprese, mentre Intesa Sanpaolo Protezione, la compagnia assicurativa del gruppo bancario, e Poste Assicura, interamente controllata da Poste Italiane, opereranno in coassicurazione.
«Se le richieste sono proporzionate, ragionevoli ed eque non ci siamo mai tirati indietro e non lo faremo neanche questa volta». Lo ha detto il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, parlando del contributo chiesto in manovra per il settore assicurativo, durante la presentazione del progetto «Meglio ora» della Fondazione Ania. Nel testo bollinato della manovra, ora all’esame della Camere, è previsto un aumento di due punti percentuali di Irap per le assicurazioni, con un impatto di circa 150- 200 milioni e questa mattina è in calendario l’audizione di Ania. Tornando al progetto «Meglio Ora», pensato per gli studenti della secondaria superiore, l’obiettivo è «rimettere al centro la cultura della prevenzione partendo dai più giovani», ha dichiarato Maria Bianca Farina, presidente di Fondazione Ania.
La liquidità della Berkshire Hathaway balza a 381,7 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2025, un nuovo record, e l’utile operativo del 34% a 13,49 miliardi per la holding di Warren Buffett, prossimo a lasciare il timone, oltre le previsioni degli analisti. Mentre l’utile netto è cresciuto del 17% a 30,8 miliardi. Solo +2% i ricavi a 94,97 miliardi. Per il 12° trimestre consecutivo la finanziaria del celebre investitore ha venduto più titoli di quanti ne abbia acquistati: 6,1 miliardi di dollari di azioni, nonostante l’acquisizione di una partecipazione da 1,6 miliardi in UnitedHealth Group e della divisione petrolchimica di Occidental Petroleum, OxyChem, per 9,7 miliardi. Gli investitori hanno a lungo seguito Buffett e le scelte del suo team attraverso il vasto portafoglio della Berkshire: comprende 46 azioni per un valore di 313 miliardi.
Alberto Minali, Fabio De Ferrari, Simone Lazzaro, Stefano Semolini e Jacopo Tanaglia, cioè i cinque top manager di Revo Insurance, sono arrivati a detenere poco meno del 16% dell’insurtech assicurativa. La partecipazione (pari per la precisione al 15,99%) fa capo alla società Revo Advisory srl. La salita nel capitale della società guidata dall’amministratore delegato Minali è stata determinata dalla conversione delle azioni speciali che erano nelle mani del management. L’attenzione verso l’insurtech assicurativa resta alta, con il titolo quotato a Piazza Affari che, nonostante la flessione di ieri (-1,45%), sta continuando a crescere da mesi e vale oggi 17,58 euro rispetto ai 10,4 euro di fine 2024.

Il sistema pensionistico va verso il default. Infatti, nel prossimo futuro la popolazione non solo diminuirà, ma subirà un cambiamento nella sua struttura per età con ripercussioni sul sistema di finanziamento delle pensioni. Se oggi 100 lavoratori pagano la rendita a 38 pensionati, tra 15 anni, nel 2040, gli stessi lavoratori dovranno pagare la rendita a 57 pensionati e nel 2080 a 67 pensionati. A evidenziarlo è la Nota di lettura n. 291/2025 del servizio studi del Senato nell’illustrare l’art. 43 del ddl Bilancio 2026. Pensione più lontana. L’art. 43 eleva i requisiti di pensionamento: 1 mese a partire dal 2027; 3 dal 2028. Sono esclusi dall’aumento dei requisiti i dipendenti addetti ad attività usuranti o gravose, nonché i lavoratori c.d. precoci con ridotta capacità lavorativa (almeno 74%). La norma, spiega la Nota, interviene con uno dei meccanismi di adeguamento del sistema pensionistico noto come «speranza di vita» che, fino al 2025, ha garantito adeguamenti totali pari a 12 mesi.
Il panorama normativo che regola la sicurezza e la formazione si arricchisce di un nuovo tassello: il decreto legge 31 ottobre 2025, n. 159, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e recante “Misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro e in materia di protezione civile”. Sebbene il focus primario sia sui luoghi di lavoro, le implicazioni per le istituzioni scolastiche, gli studenti e il personale sono dirette, introducendo norme che elevano gli standard di protezione e sostegno in tutto il comparto Istruzione e Ricerca. Il provvedimento interviene sui Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, oggi detti Formazione scuola-lavoro.
Un ragazzo ha lasciato in classe un oggetto che sembrava sospetto, per fortuna si è rivelato essere solo uno “scherzo” di pessimo gusto, ma ha comunque allarmato studenti e docenti, richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine. Come docente, cosa dovrei fare se mi trovassi in una situazione simile? Esistono linee guida specifiche che noi docenti dovremmo conoscere per affrontare situazioni di questo tipo? Il prof deve agire con diligenza per evitare responsabilità

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Otto vite in più. Anche nel 2025 la conta dei morti sul lavoro continua a salire. Nei primi nove mesi dell’anno, le denunce di infortuni mortali presentate all’Inail sono state 784 di cui 777 tra lavoratori e lavoratrici (+7) e 7 tra studenti impegnati nei percorsi scuola-lavoro. i Pcto (+1). Un numero che racconta, ancora una volta, come morire lavorando resti una tragica costante in Italia, nonostante le promesse. Nel dettaglio, i decessi in occasione di lavoro (sul posto o durante l’attività) sono 570, in crescita dell’1,2%. Stabili quelli in itinere, cioè nel tragitto casa lavoro: 207. Tra gli studenti, le morti durante i Pcto passano da 6 a 7 casi,
piccola variazione che non consola. Gli infortuni non mortali restano altissimi: oltre 310mila in occasione di lavoro (–0,2%), 71.500 in itinere (+2,4%) e 53.500 tra gli studenti (+3,4%). In tutto più di 430mila denunce in nove mesi. Crescono anche le malattie professionali, +9,7% a quota 71.682. L’incidenza infortunistica — le denunce ogni 100mila occupati — è scesa del 14% rispetto al 2019, ma resta elevata. E alcuni settori peggiorano: manifattura, trasporti e commercio contano più morti, mentre calano leggermente le costruzioni.

Resta debole il mercato dell’auto in Italia nel mese di ottobre, con le immatricolazioni in calo dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2024 e volumi a -2,7% da gennaio a ottobre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Da inizio anno in Italia sono state registrate un milione e 293.366 autovetture nuove, il 20,4% in meno rispetto al mercato pre-Covid. Proiettando i risultati dei primi dieci mesi sull’intero anno sulla base della stagionalità delle vendite, sottolinea il Centro Studi Promotor guidato da Gian Primo Quagliano, «si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.502.836 unità con un calo del 3,6% sul 2024 e del 21,6% sul 2019». Un contributo a sostenere le immatricolazioni, in particolare di auto elettriche, arriverà dagli incentivi prenotati sulla piattaforma predisposta dal ministero dell’Ambiente e andati esauriti tra il 22 e 23 ottobre. Le prenotazioni sono state 55.680 – numero compatibile, fa notare il Centro Studi Promotor, con le immatricolazioni di auto elettriche registrate in Italia in un anno intero – non potranno condizionare il mercato ma sosterranno il segmento delle elettriche correggendo, almeno in parte, i ritardi del mercato italiano rispetto alla media europea,
Negli ultimi cinquant’anni l’Italia ha affrontato oltre 115 eventi catastrofali tra alluvioni, sismi, frane e incendi, con 253 miliardi di euro di danni e 56 mila vittime. È il Paese europeo più colpito, ma con il livello più basso di copertura assicurativa: solo il 7% delle abitazioni è assicurato per i rischi naturali, contro il 75% della Spagna, l’80% della Francia e oltre il 90% della Germania. Un paradosso che non possiamo più permetterci. Il cambiamento climatico ha trasformato il rischio in certezza: gli eventi estremi si ripetono con frequenza crescente. Dobbiamo passare da una logica di emergenza a una di prevenzione e protezione. In questo scenario la Concessionaria del servizio assicurativo pubblico, che mi monito di presiedere, e il nuovo Ruolo dei Periti Catastrofali, istituito dalla legge n.40 del 2025, assumono un’importanza decisiva. Senza una perizia qualificata, indipendente e riconosciuta, non può esserci un risarcimento congruo. La ricostruzione post-calamità inizia da una valutazione corretta, omogenea e tempestiva del danno, che tuteli famiglie, imprese e compagnie assicurative. L’elenco dei periti catastrofali istituito presso Consap SpA rappresenta un passo fondamentale per la sicurezza del Paese. Il nuovo Ruolo avrà due funzioni chiave: da un lato rendere pubblicamente consultabili i professionisti certificati, dall’altro tutelare la categoria, impedendo che compiti così delicati siano affidati a persone non qualificate. Un modo concreto per mettere fine all’“abusivismo giuridico” e valorizzare la competenza. Ma il tema è anche culturale. Il 94% dei Comuni italiani è esposto a un rischio catastrofale e l’80% degli italiani è proprietario di casa, ma la maggior parte delle abitazioni non è assicurata. Serve un cambio di mentalità: l’assicurazione non è una tassa, ma una protezione, uno scudo economico e sociale. Con la legge di bilancio 2024 è stato introdotto l’obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali per le imprese e per le abitazioni che hanno usufruito del super bonus. Il prossimo passo dovrebbe essere la semi-obbligatorietà anche per le abitazioni private acquistate con garanzia Consap.
Per oltre un milione di italiani guariti dal tumore non c’è ancora la garanzia di non essere discriminati a lavoro o quando stipulano una assicurazione e o accendono un mutuo. A due anni dalla legge sull’oblio oncologico (la 193/2023) approvata a dicembre del 2023 resta ancora ampiamente sulla carta «il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica». Mancano infatti ancora all’appello tre provvedimenti cruciali che dovevano dare sostanza all’oblio oncologico e che erano attesi già dall’estate del 2024 : il primo, un decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il ministro delle Salute – sentite le organizzazioni dei pazienti oncologici – aveva il compito di disegnare specifiche politiche attive per assicurare, a ogni persona che sia stata affetta da una patologia oncologica e quindi non solo ai guariti, «eguaglianza di opportunità nell’inserimento e nella permanenza nel lavoro, nella fruizione dei relativi servizi e nella riqualificazione dei percorsi di carriera e retributivi». Sempre entro inizio luglio 2024 erano attesi anche due provvedimenti – uno a cura del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr) e l’altro Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass), sentito il Garante privacy- con l’obiettivo di modificare e uniformare moduli, formulari e disciplinare il divieto di chiedere informazioni sullo stato di salute di chi sta contraendo contratti relativi a servizi bancari, finanziari, di investimento e assicurativi oltre a formare il personale sull’oblio oncologico. «La legge rappresenta una svolta culturale e giuridica, ma senza i provvedimenti attuativi nei settori chiave – lavoro, credito, assicurazioni – il diritto all’oblio oncologico resta incompleto. E questo ritardo non è solo tecnico: è una grave responsabilità istituzionale. Ogni giorno di silenzio istituzionale è un giorno in cui migliaia di cittadini guariti continuano a subire discriminazioni ingiustificate», avverte Elisabetta Iannelli segretario generale di Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia.
Con il decreto legge 159/2025, in vigore dal 31 ottobre, il Governo ha adottato un nuovo pacchetto di misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra queste merita attenzione l’autorizzazione all’Inail a effettuare la revisione dei contributi in agricoltura, in base al titolo II del testo unico infortuni (Decreto del presidente della Repubblica 1124/1965), nel rispetto dell’equilibrio della gestione tariffaria (articolo 1, comma 2, del Dl). L’attuazione della misura dovrà intervenire entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge, su proposta dell’Inail, con decreto del ministro del Lavoro, di concerto con quello dell’Economia, sentito anche il ministro dell’Agricoltura.