Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Sarà la prossima legge di bilancio il tema più caldo al centro del comitato esecutivo dell’Ania che si riunirà questa mattina. Le compagnie di assicurazione aderenti all’associazione presieduta da Giovanni Liverani sono pronte ad opporsi alle norme della manovra che le chiamano in campo. Non tanto per il previsto incremento dell’Irap, di due o di quattro punti. Quel sacrificio, che riguarda anche le banche, per senso di responsabilità le compagnie sono pronte a sostenerlo. Non vogliono però saperne di mollare su una questione decisamente più spinosa che era stata anticipata da MF-Milano Finanza lo scorso 7 ottobre e che per il settore avrebbe un impatto di un miliardo. Si tratta dell’interpretazione secondo la quale alle polizze che assicurano il conducente contro l’infortunio, che hanno oggi una tassazione pari al 2,5% dei premi, andrebbe applicata la stessa aliquota dell’Rc Auto, pari al 12,5%. Un intervento retroattivo di 10 anni con un aggravio pari appunto a circa un miliardo e a quell’importo rischierebbero di aggiungersi le sanzioni che farebbero addirittura lievitare il conto a oltre 4 miliardi. Secondo le ultime indiscrezioni l’emendamento di Gelmetti potrebbe anche essere accantonato nei prossimi giorni ma, in ogni caso, le compagnie devono trovare il modo di disinnescare definitivamente la questione delle polizze del conducente. Il governo, anche tirando fuori il tema dalla manovra, potrebbe infatti rispolverarlo con una successiva norma d’interpretazione autentica, di cui pure si era parlato nei giorni scorsi.
La proposta di Regolamento sulla semplificazione della normativa digitale, presentata dalla Commissione il 19 novembre, è qualcosa di più di un esercizio tecnico. È un atto politico che ridefinisce, con sorprendente franchezza, cosa significhi oggi «sovranità digitale europea». Dopo il rapporto Draghi l’Unione sembra voler riscrivere il proprio rapporto con il rischio e con i dati, spostando l’attenzione dalla tutela dei diritti alla competitività. Il Digital Omnibus è la manifestazione più chiara di questa transizione: non si limita ad aggiustare l’esistente, ma cerca di costruire una governance che faccia della semplificazione non un rimedio, bensì un paradigma.

Scudo UE a tutela degli informatori anonimi di illeciti commessi con l’Intelligenza artificiale (IA). La Commissione europea ha preparato un canale protetto a disposizione di chi, avendo garantita la riservatezza sulla sua identità, intende segnalare all’Ufficio UE per l’IA illeciti e scorrettezze commesse dai fornitori di IA. Si tratta, dunque, di una forma speciale del cosiddetto whistleblowing, la cui entrata in funzione è stata annunciata ieri 24/11/2025 dalla stessa Commissione. Le notizie utili all’Ufficio per l’IA riguardano procedimenti e condotte praticate dai fornitori di IA in possibile violazione degli obblighi stabiliti dal regolamento UE sull’intelligenza artificiale n. 2024/1689 (AI act) o su qualsiasi altra attività che potrebbe mettere a rischio i diritti fondamentali, la salute o la pubblica fede. La Commissione indica alcuni profili che saranno di maggiore attenzione, tra cui la violazione degli standard progettuali e documentali richiesti per le IA, delle disposizioni sulla protezione del diritto d’autore, degli obblighi di trasparenza a proposito dei contenuti utilizzati per l’addestramento dell’IA e anche la violazione delle misure di valutazione e mitigazione del rischio per modelli di IA per finalità generali con rischio sistemico.
Polizze vita, paese che vai fisco che trovi. Il Portogallo è in vetta per quanto riguarda la convenienza fiscale, mentre la Spagna è il Paese più severo. L’Italia è in una posizione intermedia, con pochi vantaggi sui rendimenti ma con condizioni favorevoli in caso di successione. È quanto risulta dall’analisi comparata condotta dall’IVASS, fotografando il diverso trattamento fiscale delle polizze vita in Italia, Francia, Germania, Portogallo, Spagna e nel Regno Unito. A guidare la classifica della convenienza per la stipula di polizze è il Portogallo, con una tassazione ridotta sui rendimenti (fino all’11,2%) per chi rispetta un periodo minimo di detenzione. I capitali percepiti in caso di morte, come ad esempio le somme derivanti da polizze vita, sono invece esenti da ogni prelievo.
Il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro torna al centro del dibattito, questa volta con particolare attenzione all’ambiente scolastico. L’approvazione in sede consultiva da parte della Settima Commissione del Senato del disegno di legge n. 1706, che, entro il mese prossimo, convertirà in legge il DL 31 ottobre 2025 n. 159, segna un passo avanti verso una maggiore tutela di studenti e personale scolastico. Infine, la terza osservazione chiede di rivedere, in ragione della recente introduzione dell’assicurazione sanitaria integrativa per il personale scolastico, la disciplina per l’iscrizione alla gestione assistenza magistrale, ex Enam. L’ente, soppresso nel 2010 dal governo Berlusconi, aveva trasferito le sue funzioni all’Inpdap e poi all’Inps.

L’alleanza tra settore pubblico e privato rappresenta una leva decisiva per ampliare l’accesso e migliorare l’efficienza dei servizi di welfare. In un sistema come quello italiano, alle prese con sfide sociodemografiche e vincoli di finanza pubblica, l’integrazione tra pubblico e privato può rivelarsi essenziale per rispondere a esigenze specifiche e urgenti che il solo settore pubblico non sempre è in grado di soddisfare. Come emerge dal Rapporto Welfare Italia 2025 che cita l’“Osservatorio Sanità UniSalute 2023-2024”, il ricorso alla sanità privata per accedere alle cure e ai servizi è sempre più diffuso: circa il 70% degli italiani si è rivolto alla sanità privata, il 18% non ancora ma ha intenzione di farlo nei prossimi 12 mesi, solo il 13% dichiara di non essere interessato. Il ricorso alla sanità privata è dovuto soprattutto all’esigenza di ridurre i tempi di attesa (73%), alla maggiore disponibilità di date e orari (43%) e processi di prenotazione più semplici. Oltre un quinto degli intervistati identifica come valore aggiunto del privato la facilità di contatto diretto con il medico, mentre il 21% segnala una percezione di prezzo coerente con il servizio ricevuto. La spesa in sanità out-of-pocket delle famiglie italiane nell’ultimo decennio è in crescita del 18% passando dai 35 miliardi di euro del 2015 ai 41,3 miliardi del 2024. Nel contesto della spesa sanitaria privata, i fondi sanitari integrativi rappresentano un pilastro chiave, soprattutto nel sistema italiano, dove la spesa out-of-pocket continua a rappresentare un onere significativo per molte famiglie.
«L’Italia ha il capitale umano come asset maggiore per progredire e per questo serve alzare il livello di istruzione ma anche evitare di disperdere quel capitale umano all’estero», sostiene il presidente di Unipol, Carlo Cimbri. Nella sua visione non c’è nessun timore dell’impatto del progresso tecnologico sull’occupazione: «Non è vero che con l’avvento della tecnologia, dell’intelligenza artificiale avremo generazioni di disoccupati – dice -. Non sarà così, non è stato così in nessuna delle rivoluzioni industriali che sono intervenute nella storia economica del mondo. Scompariranno determinati lavori ma ne verranno altri». Questo accadrà però nella misura in cui sarà «valorizzato e premiato il merito come elemento centrale per la competitività del Paese», ragiona il manager. «L’Italia, che è un piccolo Paese comparato ai grandi mondiali, non può competere sulla quantità ma sulla qualità», aggiunge. Si capisce così perché nel rapporto 2025 del Think tank “Welfare, Italia”, la seconda sezione è stata tutta dedicata all’analisi dello stato del capitale umano e dei suoi fattori di sviluppo: istruzione, competenze, stato del mercato del lavoro, attrazione dei talenti.
Responsabilità “allargata” del produttore per i veicoli destinati alla demolizione. È la proposta di Ada – Associazione demolitori autoveicoli – nella stesura del documento che l’European Group of Automotive Recycling Associations ha inviato alla Commissione Europea sul quadro economico dell’Epr (responsabilità estesa del produttore) per i veicoli fuori uso, previsto dal nuovo Regolamento europeo. Il documento delimita i costi da imputare ai produttori nel rispetto degli obblighi europei di trattamento.