Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Risultati solidi per Allianz Italia nei primi nove mesi. Nel comparto Danni la raccolta premi raggiunge 3,9 miliardi di euro, in aumento di 0,1 miliardi (+3,2%). Il Net Combined Ratio si attesta al 90,9%, mentre il risultato operativo Danni sale a 0,5 miliardi. Nel segmento Vita il Pvnbp (present value of new business premiums) si attesta a 11,1 miliardi. Positiva l’evoluzione del Vnb (new business value) nel terzo trimestre (+14%), normalizzando l’effetto della vendita della partecipazione nella jv con Unicredit. Nel comparto Vita l’utile operativo si è attestato a 0,4 miliardi di euro. «Queste performance riflettono la forza delle nostre reti, l’efficienza operativa e la fiducia dei clienti nel marchio Allianz» ha dichiarato Giacomo Campora, ad di Allianz Italia.
Venerdì 14 novembre le azioni Azimut hanno registrato un recupero in borsa, guadagnando il 3,5%, dopo lo scivolone dei giorni precedenti, pur restando ancora circa il 7% al di sotto dei livelli toccati mercoledì 12. Il mercato ha reagito parzialmente alle rassicurazioni del fondatore Pietro Giuliani, intervenuto per chiarire le mosse del gruppo dopo le severe osservazioni della Banca d’Italia sulla governance e sull’organizzazione della sgr. Giuliani ha sottolineato che la strategia di remunerazione dei soci non subirà modifiche, confermando sia il dividendo sia il piano di buyback. In particolare, il presidente ha precisato che il riacquisto delle azioni è già iniziato e non richiede ulteriori autorizzazioni. Nei fatti, la società ha acquistato finora 350 mila azioni a un prezzo medio di 31,95 euro e ha lanciato un programma di buyback con cancellazione fino a un massimo di 500 milioni di euro.
I numeri sono impressionanti: 27 milioni di sottoscrittori per una raccolta complessiva che ha raggiunto i 320 miliardi di euro. Libretti postali e buoni fruttiferi hanno contribuito a formare negli anni la cultura al risparmio degli italiani e continuano ad attrarne quasi uno su due. I primi hanno da poco compiuto i 150 anni di storia, mentre i buoni hanno festeggiato i 100 anni con una raccolta record di Buono 100. Un investimento di 4 anni, creato su misura per celebrare l’evento (collocato dal 24 giugno al 27 agosto), con un rendimento promozionale lordo del 3%, che ha previsto tra l’altro un contributo alla Fondazione Cdp di 10 milioni di euro per realizzare tre progetti socialmente rilevanti. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, Buono 100 è riuscito da solo a raccogliere addirittura 4 miliardi di euro, invertendo nel terzo trimestre dell’anno il trend di raccolta netta negativa (ovvero il saldo tra nuove sottoscrizioni e riscatti) che caratterizzava il risparmio postale ormai da numerosi trimestri.
  • Risparmio per la crescita delle imprese e delle famiglie
Gli europei risparmiano più del triplo degli americani, ma la loro ricchezza finanziaria è cresciuta molto meno. In un quarto di secolo, mentre negli Stati Uniti le famiglie hanno quadruplicato il patrimonio, in Europa la crescita è stata di due volte e mezza. Il divario
tra le due sponde dell’Atlantico non è solo una questione di numeri, ma di struttura economica, di cultura finanziaria e di politiche di investimento. Da qui nasce la riflessione sul ruolo del risparmio privato come strumento di crescita e sul modo in cui l’Europa può valorizzarlo. L’Unione dei risparmi e degli investimenti (Siu-Savings and Investment Union), iniziativa promossa dalla Commissione europea, mira a trasformare questa consapevolezza in azione concreta. Il progetto, cui l’Aipb Associazione Italiana Private Banking ha dedicato il Forum 2025, intende rafforzare la connessione tra risparmiatori e imprese, creando un circuito virtuoso che favorisca la crescita e la competitività dell’intero continente.
  • La sicurezza di BG Custody Lifetime
BG Custody Lifetime è una polizza a vita intera e a premio unico, con possibilità di effettuare
versamenti aggiuntivi. Consente di investire il patrimonio beneficiando sia del rendimento di una gestione separata sia della protezione prevista dalle coperture complementari offerte. Il premio è scelto dal contraente nel rispetto degli importi minimi e massimi: importo minimo di 2500 euro e massimo di 1 milione di euro per i premi unici, mentre per i premi aggiuntivi si scende a 1000 e 500 mila euro. Il prodotto investe la totalità del premio nella gestione separata in euro denominata Ri.Alto BG (post scissione), con l’obiettivo di massimizzare il rendimento del capitale investito nel medio e lungo termine mantenendo costantemente un basso livello di rischiosità del portafoglio e perseguendo la stabilità dei rendimenti nel corso del tempo, offrendo allo stesso tempo una garanzia di restituzione dei premi versati, al netto dei costi, in caso di decesso dell’assicurato. In merito alla gestione separata, la misura annua di rivalutazione può essere negativa, tuttavia, in caso di decesso dell’assicurato il capitale assicurato non può risultare inferiore al la somma dei premi versati.
  • ANALFABETI IN FINANZA AL 10%
Alleanza Assicurazioni, Compagnia del Gruppo Generali, insieme a Fondazione Mario Gasbarri e con la collaborazione scientifica di SDA Bocconi, presenta i risultati della quarta edizione di Edufin Index, l’Osservatorio su consapevolezza e comportamenti finanziari e assicurativi degli italiani. La ricerca è stata presentata a Roma, nel corso di un evento
con il patrocinio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, del Ministero delle
Imprese e del Made in Italy e del Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’Osservatorio, consultabile sul sito https://www.edufinindex.it, mette in relazione le conoscenze finanziarie e assicurative degli italiani con il loro comportamento.
  • L’educazione finanziaria per affrontare l’incertezza economica e la volatilità
    Indagine Pictet Am: oltre il 90% della popolazione si interessa di finanza
L’educazione finanziaria resta il punto nevralgico per affrontare l’incertezza economica e la volatilità dei mercati. È quanto emerge dalla quinta edizione dell’Osservatorio Edufin «Il futuro non attende», presentato da Pictet Asset Management nel mese dedicato all’alfabetizza zione economica. Lo studio, realizzato con Finer Finance Explorer su un campione di cinquemila italiani, mostra che oltre il 90% della popolazione si interessa oggi di finanza, ma che la conoscenza resta frammentaria e la paura continua a influenzare le
decisioni di investimento. Secondo l’indagine, più della metà della generazione Z desidera ampliare le proprie competenze finanziarie, ma il 43% del campione incontra difficoltà nel trovare contenuti o referenti adeguati. L’interesse cresce di pari passo con l’uso dei social network, ormai principale fonte di informazione economica per il 42% degli italiani, mentre l’intelligenza artificiale è ritenuta affidabile solo dal 12%.
  • LONGEVITÀ CON L’INDICE
Accanto all’Edufin Index, l’osservatorio di Alleanza assicurazioni, Fondazione Gasbarri e Sda Bocconi ha introdotto due nuovi indicatori: il Longevity Index che misura la consapevolezza e la preparazione degli italiani rispetto all’allungamento della vita e alle sfide derivanti, e il
Pension Index che valuta conoscenze e comportamenti in materia di previdenza pubblica
e integrativa. In entrambi gli indici gli italiani si posizionano al di sotto della sufficienza
(fissata a 60 su 100). Longevity Index a 55: il livello cresce in modo significativo
all’aumentare del reddito, ma è penalizzato dalla non occupazione.
Pension Index a 48: gli italiani mostrano competenze limitate in materia previdenziale: la
pensione pubblica è meglio compresa, mentre restano fragilità nella conoscenza e
nell’adesione a forme integrative. Lo studio mette in luce un divario di genere marcato
di ben 11 punti (donne 43 vs uomini 54), influenzato soprattutto dal livello di educazione finanziaria e condizione occupazionale, e in misura minore, da istruzione, reddito.
Anche gli over 65, pur prossimi all’ uscita dal mondo del lavoro, sono poco informati e
consapevoli sugli strumenti di previdenza pubblica e complementare
  • Rapporto BlackRock: cambia il portafoglio delle assicurazioni
Le compagnie assicurative entrano nel 2025 con uno sguardo prudente ma aperto alle opportunità. L’inflazione resta in cima alla lista dei rischi macroeconomici, ma la sfida non è solo contenere la volatilità: si tratta di ripensare strategie e modelli operativi per restare competitivi in un mercato in evoluzione. È quanto emerge dal 14° Rapporto Globale sulle Assicurazioni di BlackRock, realizzato su un campione di 463 professionisti senior degli investimenti in 33 Paesi, per un totale di 23mila miliardi di dollari di asset in gestione. Nonostante la bassa propensione al rischio, soltanto il 12% delle compagnie intende aumentare l’esposizione complessiva nel 2025, la ricerca mostra un interesse crescente per i mercati privati. Circa un terzo degli assicuratori (30%) prevede infatti di incrementare le allocazioni in questo comparto, segno di una transizione strutturale che prosegue
ormai da diversi cicli di tasso. Il credito privato, le infrastrutture e le strategie multi-alternative vengono indicate come le aree più promettenti, in grado di offrire rendimenti stabili e decorrelazione dai mercati pubblici. Parallelamente, il comparto tradizionale resta centrale: il 73% degli operatori manterrà le attuali allocazioni sui merca ti pubblici, mentre il 21% le aumenterà.

La persona offesa ottiene il risarcimento dopo che l’autore del reato è stato sottoposto al sequestro di prevenzione, se il fatto illecito risulta commesso prima che sia stata applicata la misura cautelare: la sentenza che lo accerta può essere successiva, a patto che intervenga entro i termini per l’ammissione al passivo. Il diritto al risarcimento del danno, infatti, sorge al momento in cui è compiuto il reato, mentre la successiva condanna opera come mero accertamento. Il credito per le spese giudiziali al danneggiato, affinché sia risarcito, deve invece essere liquidato in una decisione intervenuta prima della misura di prevenzione: la sua fonte, infatti, è la sentenza e non l’illecito. Così le Sezioni unite penali della Cassazione nella sentenza n. 37200 del 14/11/2025, che chiude un contrasto di giurisprudenza. Tutela ampia. Accolto in parte il ricorso di una signora, vittima insieme ad altri di una serie di furti aggravati, con l’utilizzo di carte di credito, compiuti tra il 9 marzo e il 4 maggio 2021 da un cittadino extracomunitario che si appostava davanti a banche e uffici postali. I beni dell’interessato sono sottoposti a sequestro di prevenzione il 22 giugno. La sentenza di primo grado, pubblicata il 21 ottobre, riconosce alla donna 4 mila euro di risarcimento. La Corte d’appello conferma: la decisione diventa irrevocabile il 22 settembre 2022. Sbaglia tuttavia il giudice della prevenzione nel non ammettere al passivo tutti i crediti rispetto ai beni sottoposti al sequestro sul rilievo che mancherebbero «atti con data certa anteriore al sequestro». E ciò benché il credito risarcitorio della donna derubata sia compreso nel progetto di stato passivo depositato dall’amministratore giudiziario. L’errore sta nel ritenere che anche la fase accertativa di cognizione sul credito dovrebbe concludersi definitivamente prima del sequestro di prevenzione: la tutela dei terzi, invece, non presuppone che i crediti siano divenuti «liquidi e certi» prima del sequestro prevenzione.
Non è risarcita la badante che s’infortuna nel sollevare la persona diversamente abile dal letto. E ciò benché la donna straniera lavori in nero per conto di una signora che l’ha ingaggiata per prendersi cura della sorella con difficoltà di movimento. Decisivi i testimoni: confermano che al momento in cui l’assistente ha cominciato a lavorare la signora ha spiegato le attività di assistenza e di cura di cui aveva bisogno la sorella, mentre la lavoratrice ha assicurato di essere in grado di prestare l’aiuto necessario. Nessun rimprovero, dunque, si può muovere alla datrice di lavoro. Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nell’ordinanza n. 29823 del 12/11/2025.

Rischio tripla tassazione con la stretta del 10% della partecipazione nei gruppi prevista dal Ddl di Bilancio 2026 (ora all’esame del Senato in prima lettura parlamentare) per l’applicazione della Pex sui dividendi in caso di polizze di assicurazione sulla vita investite dalla compagnia in gestioni separate (le cosiddette «polizze rivalutabili»). Di norma, infatti, le azioni detenute nella gestione separata a servizio della polizza rappresentano una partecipazione al capitale dell’emittente inferiore al 10% e quindi sconteranno la tassazione integrale in capo alla compagnia. Il rendimento della polizza sarà poi ulteriormente tassato in occasione del riscatto o in seguito al verificarsi dell’evento assicurato. Questo lo scenario attuale dell’articolo 18 del Ddl di bilancio 2026, che mira a introdurre una soglia minima di detenzione del capitale per fruire della parziale esclusione dei dividendi dal reddito complessivo imponibile, prevista dagli articoli 89 e 59 del Tuir, per le società di capitali, le società in nome collettivo e in accomandita semplice e gli altri titolari di redditi d’impresa prodotti in Italia. Ma si discute sull’ipotesi di attenuare la stretta nel passaggio parlamentare attraverso un meccanismo a due soglie: del 5% o di 1,2 milioni di euro (si veda quanto anticipato da «Il Sole 24 Ore» del 13 novembre 2025).

L’ingresso in azienda arriva in media attorno ai 26 anni, ma è più un’esperienza formativa che una reale acquisizione di ruolo, nonostante molti abbiano alle spalle esperienze esterne, magari all’estero, e dispongano di competenze distintive che li inducono a chiedere maggiore coinvolgimento, autonomia e legittimità, in particolare nella gestione diretta negli investimenti. Oltre la metà degli intervistati ha già fatto almeno un’operazione finanziaria, con i Millennial che risultano più spesso coinvolti nelle decisioni di investimento (36,6% contro il 23,3% della Gen Z), a conferma di una progressiva “investitura”. La Gen Z tende a identificare il patrimonio come riferimento personale e familiare, mentre i Millennial lo concepiscono come bene collettivo e progettuale, da accrescere e condividere. Questa evoluzione riflette il passaggio da una logica ereditaria a una logica relazionale. Diverse le fonti di educazione finanziaria, ritenuta fondamentale: al ruolo tradizionale dei membri senior (11-12% a seconda della generazione), cresce l’importanza di consulenti esterni e dei social media, mostrando una minore dipendenza dai canali tradizionali e valorizzando il confronto tra pari. La percezione del livello di preparazione finanziaria è buona ma migliorabile (3,3 su 5 per la Gen Z; 3,5 per i Millennial). Sono le evidenze principali di una ricerca realizzata dal gruppo di ricerca Innovation, Strategy and Family Business della Polimi School of Management, con Bnl Bnp Paribas e lo studio legale Withers che analizza, per la prima volta a livello nazionale, l’approccio delle generazioni Millennial e Gen Z alla gestione della ricchezza familiare.
Sono in riduzione i reclami nel settore assicurativo. È quanto emerge nella statistica Ivass (Authority assicurativa) che ha reso noti i dati del primo semestre 2025 durante il quale le imprese di assicurazione che operano in Italia hanno ricevuto 53.862 reclami, di cui il 47% relativi all’Rc auto, il 40% agli altri rami danni e il 13% ai rami vita, con una riduzione del 13,6% rispetto all’analogo periodo del 2024. Il calo è attribuibile principalmente ai reclami ricevuti dalle imprese italiane (-17,3%), più significativo negli altri rami danni (-19,3%). Quelli ricevuti dalle imprese estere registrano un incremento (+4,4%) sia nel comparto Rc auto che nel comparto Altri rami danni. Il principale motivo del forte aumento rilevato nel 2024 per i reclami di tale comparto è da attribuirsi alle conseguenze degli eventi atmosferici eccezionali del 2023, che avevano determinato una anomala concentrazione di sinistri in un ristretto arco temporale (luglio), con forte impatto sui processi liquidativi delle imprese con intasamenti nella filiera delle riparazioni e nelle tempistiche dei rimborsi proprio nel 2024.
Personal Style di Axa Mps Financial Dac è una polizza a vita intera di tipo unit linked il cui contratto prevede la possibilità di allocare i premi verso una numerosa gamma di fondi interi ed esterni a scelta del contraente. Le prestazioni sono direttamente collegate al valore del contratto e non è presente alcuna garanzia del capitale investito. In caso di decesso dell’assicurato, la società si impegna a corrispondere ai beneficiari un importo pari al controvalore delle quote attribuite al contratto con una maggiorazione che va dal 5% allo 0,1%, comunque non superiore a 25mila euro.