I disastri naturali causati da eventi atmosferici possono comportare pesanti danni macroeconomici, con effetti temporanei o persistenti. Conoscere se e come gli shock meteorologici estremi si trasmettano all’attività economica – e, di conseguenza, all’inflazione – è fondamentale per la politica monetaria. Partendo da queste considerazioni un recente Working Paper pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) prende in esame gli effetti macroeconomici di diversi tipi di calamità causate da eventi metereologici, per 151 Paesi nel periodo 2000-2024. Ne vengono studiati gli effetti, a livello macro e settoriale, sulla crescita del PIL e sulle relative sottocomponenti dell’inflazione.

Per comprendere meglio l’impatto dei disastri meteorologici sulla crescita e sull’inflazione, lo studio esamina gli effetti settoriali dettagliati e le diverse componenti dell’inflazione. Vengono studiati sette tipi di disastri meteorologici: ondate di freddo, siccità, inondazioni, ondate di caldo, frane, tempeste e incendi boschivi. Gli autori stimano i loro effetti sulla crescita trimestrale del PIL reale e successivamente ne studiano gli effetti sulla produzione annuale di diversi settori. Infine, si considerano i loro effetti sull’inflazione mensile di alimentazione, energia, nucleo e inflazione generale in 151 paesi.

Utilizzando proiezioni locali, il Paper pone in evidenza che gli effetti negativi sul PIL possono essere piuttosto significativi e duraturi: -2%, -1% e -0,4% a seguito di siccità, frane e incendi boschivi di media entità, rispettivamente, nell’arco di quattro anni. A livello settoriale, si evince che agricoltura, silvicoltura, pesca e attività minerarie, edilizie, idriche ed energetiche vengono influenzate negativamente da diversi tipi di calamità conseguenti a eventi metereologici estremi.

La maggior parte di tali accadimenti tende ad avere effetti relativamente modesti e di breve durata sull’inflazione, ma con aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari più ampi e persistenti rispetto alle altre componenti dell’IPC. Un margine di manovra fiscale da parte dello Stato e il livello di diffusione delle coperture assicurative possono ridurre l’impatto negativo dei disastri naturali.