Nel primo semestre del 2025, l’export italiano ha mostrato segnali di ripresa, registrando un incremento del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore complessivo di 322,6 miliardi di euro. Tuttavia, l’aumento più sostenuto delle importazioni (+4,6%) ha portato a una riduzione dell’avanzo commerciale del 22%, sceso a 22,8 miliardi di euro. Secondo il rapporto “Export Italiano: le dinamiche nel 1° semestre 2025” realizzato da Coface, il contesto internazionale resta incerto: la crescita debole dei partner europei, le tensioni commerciali globali e l’effetto anticipo dazi USA influenzano le performance settoriali e geografiche.

Il settore farmaceutico è il protagonista assoluto del semestre, con una crescita vicina al 40%, trainata dalla domanda statunitense (+78%) in previsione dell’introduzione di nuovi dazi. Anche l’alimentare (latticini, frutta, caffè) e i metalli (soprattutto oro verso la Svizzera) hanno contribuito positivamente.

La cantieristica navale ha beneficiato della consegna di navi da crociera, consolidando il ruolo dell’Italia come leader globale: 46 delle 81 navi da crociera previste tra il 2025 e il 2035 saranno costruite in cantieri italiani, per un valore di 42 miliardi di dollari.

Al contrario, il settore auto continua a soffrire, con un calo dell’8% su base annua, penalizzato dalla flessione dell’export verso gli USA (–25%). Anche tessile, abbigliamento e pelle e macchinari mostrano segnali di debolezza.

Sul fronte geografico, si registra una ripresa dell’export verso USA, Svizzera e UE, con la Germania in positivo grazie alla consegna della nave Mein Schiff Relax. Tuttavia, si osserva un calo verso la Cina, legato alla contrazione della domanda di abbigliamento e pelletteria, e verso la Turchia, a causa delle nuove quote sull’importazione di oro principalmente del calo delle vendite di prodotti farmaceutici nel primo trimestre 2024, dopo un picco eccezionale registrato a inizio 2023.

Nel contesto di crescenti tensioni commerciali globali, l’accordo commerciale UE–Mercosur, attualmente in fase di approvazione, potrebbe rappresentare una leva importante per la diversificazione geografica dell’export italiano. Il blocco sudamericano – composto da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay – conta 270 milioni di abitanti e ha già avviato accordi con paesi come Singapore, Giappone e Emirati Arabi Uniti.

Nel 2024, il Mercosur ha rappresentato solo l’1,2% dell’export italiano di beni, ma il potenziale di crescita è significativo. Il Brasile è la destinazione principale, assorbendo il 77%delle esportazioni italiane verso il blocco. I macchinari costituiscono il settore più esportato (34% del totale), seguiti da chimica, auto, elettronica, metalli e farmaceutica.

Nonostante la concorrenza di USA e Cina, già ben radicati nella regione, l’accordo potrebbe favorire l’accesso a nuovi mercati per settori industriali strategici italiani, in particolare quelli penalizzati dalle tensioni con gli Stati Uniti e la Cina. Tuttavia, restano critiche da parte di alcuni Stati membri dell’UE, tra cui Francia e Italia, soprattutto per i timori legati alla concorrenza nel comparto agricolo.