Secondo l’Osservatorio Connected Vehicle & Mobility del Politecnico di Milano, nel 2024 in Italia erano 17,7 milioni le auto connesse, pari al 44% del parco auto nazionale. Di queste, 5,6 milioni sono nativamente tramite SIM in ambito consumer (+10% rispetto al 2023), 1,6 milioni sono auto aziendali connesse per il fleet management (+7%) e 10,5 milioni di box GPS/GPRS per la localizzazione e la registrazione dei parametri di guida con finalità assicurative (+2%). Secondo quanto riporta il periodico dell’ACI OndaVerde, il mercato complessivo italiano ha raggiunto un valore di 3,3 miliardi di euro, con una crescita a doppia cifra, in aumento del +16% rispetto al 2023, in linea con i trend dei principali Paesi occidentali.
Questo sviluppo si articola in tre comparti principali:
- soluzioni per l’auto connessa: 1,66 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023);
- sistemi ADAS: 1,2 miliardi di euro (+26%), trainati da funzioni come la frenata automatica e il mantenimento di corsia;
- smart mobility urbana: 500 milioni di euro (+25%), grazie a servizi come la gestione digitale dei parcheggi e la sharing mobility.
L’elemento distintivo rispetto all’anno precedente è il rafforzamento dei servizi a valore aggiunto: il solo segmento legato ai dati e alla connettività ha generato 750 milioni di euro, pari al 22% del fatturato complessivo del settore.
Questo trend sembra accompagnare anche una trasformazione culturale, tanto che il 55% degli italiani sarebbe pronto a utilizzare l’auto a guida autonoma nei prossimi anni; il 57% rinuncerebbe alla propria vettura se il trasporto pubblico diventasse più frequente; solo il 10% intende adeguarsi subito allo stop di auto diesel e benzina previsto entro il 2035 (ma che sarà con ogni probabilità prorogato). Il 34% aspetta modelli elettrici più convenienti e affidabili, mentre il 48% continuerà a utilizzare (o acquistare) auto a combustione fino all’ultimo momento utile.
Sul fronte flotte, il 43% dei fleet manager mette già a disposizione veicoli elettrici o ibridi, mentre il 30% ha flotte connesse. Solo il 7% del le grandi aziende utilizza l’intelligenza artificiale per la gestione dei veicoli. Le città stanno invece accelerando con la smart mobility: 65% dei comuni italiani ha avviato progetti in questo senso nell’ultimo triennio, ma solo il 29% sfrutta i dati raccolti in maniera strutturata.
Il report del Politecnico stima che, entro il 2030, oltre il 70% del parco auto circolante in Europa sarà dotato di sistemi avanzati di connettività. In questo scenario, l’auto da semplice mezzo di trasporto diventa strumento di connessione e innovazione, capace di incidere profondamente non solo sul settore automobilistico, ma sull’intero tessuto economico e urbano.
In Italia, nonostante la crescita di auto connesse, il mercato dell’auto nel nostro Paese resta stagnante: nel 2024 sono sta ti venduti poco meno di 1,6 milioni di veicoli, ancora sotto i livelli pre-pandemia, mentre la transizione verso l’elettrico procede a rilento (le immatricolazioni di auto elettriche nel 2024 sono di poco superiori alle 66.000 unità). Il quadro che emerge è quello di un’Italia pronta ad abbracciare la connettività, ma ancora cauta sull’elettrificazione. La spinta innovativa è evidente, ma convive con barriere economiche e culturali che ne rallentano l’impatto.
