Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Anche in ambito finanziario, nell’erogazione dei servizi, l’utilizzo delle tecnologie Ict è ormai pervasivo. Tuttavia, la crescente digitalizzazione e le sempre maggiori interconnessioni amplificano i rischi di natura informatica, fino a oggi considerati secondari, rendendo l’ecosistema finanziario più vulnerabile con possibili conseguenze avverse per la stabilità del settore. In questo contesto si inserisce il regolamento dell’Unione Europea Dora (Digital Operational Resilience Act), che richiede, a un ampio novero di istituzioni finanziarie, importanti piani di adeguamento, entro gennaio 2025. I principali obiettivi che il regolamento si pone sono volti ad assicurare la stabilità del settore e creare omogeneità nelle regolamentazioni già esistenti in materia, per avere una base normativa comune e indirizzare gli elementi che costituiscono le fondamenta della resilienza operativa: dal modello di governance al framework di gestione dei rischi Ict, dalla gestione degli incidenti informatici, fino ai test di resilienza operativa digitale e alla gestione del rischio legato alle terze parti Ict.
Negli ultimi dodici mesi solo l’11% delle famiglie ha effettuato interventi di miglioramento energetico. E in futuro andrà peggio: il prossimo anno appena un nucleo su quattro pensa di efficientare la propria abitazione. Lo rivela una ricerca di Nomisma presentata ieri in occasione del Convegno nazionale Angaisa, associazione nazionale del settore degli articoli idrosanitari e della climatizzazione. La frenata delle ristrutturazioni è riconducibile a due fattori distinti: l’incertezza normativa sui bonus edilizi e quella sulla situazione economica. Entrambe hanno spinto gli italiani a rinviare gli investimenti.

La «carica» degli oltre 445.000 professionisti non iscritti a Ordini e Collegi è composta in maggioranza da uomini (il 53,5%), in almeno 6 casi su 10 ha una laurea, o un diploma, e circa il 67% svolge un’attività lavorativa individuale con Partita Iva. E, in generale, scommette sulle potenzialità dell’innovazione tecnologica per rendersi più competitiva, nel mercato, sebbene siano giunti «pochi segnali di attenzione da parte delle Istituzioni», uno dei quali è l’estensione del «voucher» per la connettività (previsto inizialmente soltanto per le imprese) e la sua proroga nel 2023. È il frutto del censimento effettuato da Confcommercio professioni, la Confederazione presieduta da Annarita Fioroni, che ieri mattina, a Roma, ha promosso un convegno per affrontare lo «stato dell’arte» dei rappresentanti delle categorie associative (disciplinate dalla legge 4/2013); oltre il 73% versa i contributi alla gestione separata dell’Inps, la «fetta» più sostanziosa della compagine ha fra i 45 e i 54 anni (oltre il 35%) e più del 38% esercita le mansioni nell’area tecnico-scientifica, il 21,7% è impegnato in attività legate alla comunicazione, il 18,2% è attivo nel campo socio-sanitario ed il 12% nell’area economico-legale.

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L’Ocse prevede un rallentamento dell’economia italiana e nelle stesse ore l’Istat certifica nel mese di novembre un calo dell’indice di fiducia delle imprese, la flessione segue quella dei mesi precedenti, con un contesto in termini di certezze da parte delle imprese che risulta il peggiore da aprile 2021. Un quadro che registra, inoltre, il rallentamento del fatturato dell’industria italiana: a settembre l’indicatore segna -2,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Su base mensile il dato è, invece, positivo: ad agosto il fatturato dell’industria evidenzia un +1,2%. L’Istat comunica anche un dato che pare rassicurare sul fronte dell’inflazione: a ottobre i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono su base annua del 9,5% (settembre era -14,1%). Il calo è dovuto per lo più alla frenata dei costi dei beni energetici. Per quanto riguarda l’intera economia italiana sono gli analisti dell’Ocse a indicare un taglio delle stime di crescita del Pil, segnalando un +0,7% sia nel 2023 sia nel 2024, prima di una lieve ripresa (+1,2%) nel 2025. Le previsioni dell’Ocse sono peggiori di quelle presentate a settembre dalla Commissione Ue: +0,9% nel 2023 e +0,8% nel 2024.
Il 44% delle pmi europee ha dichiarato di adottare pratiche commerciali sostenibili (+3% rispetto al 2022). Il risultato è stato riportato dal Libro Bianco di Generali presentato a Bruxelles nell’ambito di SME EnterPRIZE, che ha celebrato i 10 «Sustainability Heroes» selezionati tra oltre 7 mila pmi in tutta Europa.