di Luca Gualtieri
Il rinnovo del cda di Banco Bpm sarà uno degli appuntamenti più delicati per il settore bancario italiano nel 2023. Se i cacciatori di teste sono già al lavoro per individuare i profili e le potenziali candidature, il tema del rinnovo è già al vaglio dei grandi stakeholder del gruppo guidato da Giuseppe Castagna. La partita per esempio sarà seguita con grande attenzione dalla Fabi, il principale sindacato dei bancari italiani, che con piazza Meda ha uno storico legame. «La scelta del nuovo board andrà gestita con grande cura», spiega il segretario Lando Sileoni, che vedrebbe positivamente una conferma del ticket formato dal ceo e dal presidente Massimo Tononi: «Al di là di quanto accade all’esterno, sulle questioni che contano c’è unità di intenti tra Castagna e Tononi. In consiglio la discussione può essere stata vivace, ma un cda che discute è sempre preferibile a un cda che non lo fa».

Sileoni auspica anche che sulla lista del board ci sia una convergenza tra i grandi azionisti, a partire dal Crédit Agricole: «C’è spazio per un percorso comune», spiega il numero uno della Fabi che suggerisce anche di ascoltare le «legittime istanze» portate avanti da Davide Leone, oggi vicino al 5%. (riproduzione riservata)

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