Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Generali non spenderà tutto il tesoretto da 3 miliardi destinato al m&a previsto nel piano Lifetime Partner 24? Niente paura, quello che resterà in cassa a Trieste verrà redistribuito agli azionisti.
Dopo il fondo di fondi di private equity (che ha raccolto 460 milioni di euro) e quello private debt da 340 milioni ora tocca alle infrastrutture. Questa volta in ballo ci sono 300 milioni di euro. Il terzo strumento, gestito sempre da Cassa depositi e prestiti, e dedicato in questo caso alle infrastrutture, è pronto a partire con il debutto fissato tra gennaio e febbraio dell’anno prossimo e «i fondi pensione pronti a partecipare ancora una volta ad un investimento coordinato da Cdp che punta a sostenere le imprese e l’economia reale italiana».
Dopo Intesa e Unicredit il gruppo di Castagna annuncia nuovi obiettivi di utili. Confermati i tempi più lunghi per la partnership sulle polizze. Nel 2022 smaltiti 2 miliardi di npl. Mps? Avanti da soli
Fineco annuncia per il 2022 e 2023 un incremento costante dei dividendi e chiude i nove mesi del 2022 con ricavi a 684,1 milioni di euro, +14,6% su base annua, trainati dall’investing (+17,6%) grazie al crescente contributo di Fineco asset management e ai maggiori margini netti sul gestito, e dal margine finanziario (+20%).
«Milano, un po’ per tutti gli attori del settore, è la piazza dove sperimentare le soluzioni all’avanguardia per poi offrirle anche al resto del Paese». Così Lorenzo Pascucci, fondatore di Milano Contract District, ha definito il capoluogo lombardo all’evento Milano Real Estate Week.
Un settembre così negativo, per le polizze vita, non si vedeva da otto anni. Il dato di una nuova produzione di 4,9 miliardi, comunicato ieri da Ania, denota un rallentamento del 23,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il calo dall’inizio dell’anno (con una nuova produzione di 55,4 miliardi) è complessivamente del 13,9% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno. Una frenata dovuta soprattutto alle polizze di ramo III (unit linked), maggiormente influenzate dagli andamenti volatili dei mercati borsistici «ma la raccolta netta, data dal saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri), sia pur in diminuzione, a settembre è comunque rimasta positiva e questo segnala la buona tenuta del settore», ha dichiarato ieri la presidente di Ania, Maria Bianca Farina, aggiungendo che il settore assicurativo, nel suo complesso, ha registrato nel primo semestre del 2022 una perdita di 7,8 miliardi (contro un risultato positivo di 5 miliardi a fine giugno 2021).

Dal suo avvio, ha supportato 396 ragazzi, che hanno avuto la possibilità di svolgere stage retribuiti in alberghi e ristoranti d’eccellenza e trovare successivamente occasioni di impiego. La Fondazione Allianz Umana Mente celebra i dieci anni del progetto «Impariamo dall’eccellenza» per l’inserimento lavorativo di giovani svantaggiati o con alle spalle storie difficili. Un progetto che permette a hotel e ristoranti di lusso di diventare organizzazioni formative strutturate, con l’obiettivo di sostenere i giovani e di insegnare loro un mestiere. La decima edizione del progetto, che ha visto la partecipazione di 41 giovani e l’adesione di 25 strutture, si è conclusa con un evento organizzato all’Allianz MiCo nell’ambito di Golosaria Milano.

- Chi paga i danni del meteo impazzito
Le inondazioni che quest’estate hanno sommerso un terzo del Pakistan hanno causato danni per 40 miliardi di dollari. Si tratta di un sacco di soldi per una nazione in via di sviluppo e già indebitata, che ha contribuito in misura irrisoria alle emissioni di gas climalteranti in atmosfera. Nel frattempo, alimentati dalla guerra in Ucraina, i profitti da inizio anno delle 15 principali società energetiche di gas e petrolio sono aumentati del 131%. La premier delle Barbados, Mia Mottley, ha fatto due conti. Una tassa del 10% sui quei guadagni avrebbe potuto fornire finanziamenti per il clima pari a 37 miliardi di dollari. Diversi Paesi, Stati Uniti compresi, vogliono tassare le «aziende fossili» per gli extra-profitti. I Paesi vulnerabili chiedono che almeno parte di quei soldi, assieme agli aiuti delle nazioni ricche, siano devoluti alle comunità che già subiscono le conseguenze estreme della crisi climatica.
- Generali: m&a con prudenza Avanti sul piano
Acquisizioni e buyback. «Se entro fine piano, nel 2024, non avremo investito i 3 miliardi destinati all’m&a, torneremo a restituire il capitale ai soci», seguendo la linea dell’ultimo piano. Philippe Donnet, ceo di Generali, intervistato all’Insurance Summit del Sole 24 Ore, ha fatto il punto sulla strategia futura: «Se continuiamo a navigare con i migliori combined e Solvency ratio, la stessa proattività sull’m&a ma anche la giusta prudenza, sono convinto che porteremo a casa tutti gli obiettivi in qualsiasi scenario».

- Banco Bpm, su i conti “Mps non ci interessa”
Anche Banco Bpm sfrutta il rialzo dei tassi a fronte di costi per perdite su crediti in calo per archiviare «il miglior risultato dei nove mesi dalla nascita del gruppo», pari a 652 milioni di euro di utile rettificato (+15,5% su un anno fa). La dirigenza è, invece, propensa a stringere un nuovo accordo bancassicurativo nei Danni: «Il gruppo ha avviato approfondite analisi delle offerte non vincolanti ricevute da alcuni potenziali partner e il processo di valutazione dovrebbe concludersi entro fine anno». Dietro le quinte si profila un testa a testa tra due francesi: Axa, che avrebbe messo sul piatto circa 300 milioni, e Crédit Agricole, che è parte correlata di Banco Bpm in quanto suo primo azionista. Axa, tra l’altro, ha appena speso 200 milioni per diventare secondo azionista (dietro al Tesoro) di Mps, con cui ha un’esclusiva di distribuzione delle polizze fino al 2027. La plusvalenza per l’accordo in vista sulle polizze danni metterà la ciliegina sulla torta dell’annata, che già nei conti dei nove mesi è ben avviata: con un margine d’interesse salito del 3,6% a 1,59 miliardi, commissioni a 1,44 miliardi (+1%), e un calo del 3,2% dei costi del personale e del 26% delle rettifiche sui finanziamenti a clienti, scese a 0,5 miliardi.

- Assicurazioni, una Europa unita contro inflazione e incertezze
L’inflazione che morde ma non solo. I motivi di preoccupazione per il settore assicurativo sono molteplici, dai tassi, alla crisi in Ucraina, all’incapacità di avere un contesto stabile. E a tutto questo, è l’auspicio di istituzioni, autorità e manager del settore, sarebbe necessario rispondere in maniera congiunta e coordinata, auspicabilmente a livello europeo. Il carovita è un motivo di «seria preoccupazione», ha esordito il presidente dell’Ivass e direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini, intervenendo ieri all’Insurance Summit del Sole 24 Ore, che ha registrato oltre 1.800 partecipanti tra presenti in sala e utenti collegati. Per sconfiggerla, ha specificato Signorini, «serve un operato congiunto di tutte le politiche», con una normalizzazione della politica monetaria che è «necessaria» così come è «molto importante» il mantenimento della stabilità della politica fiscale. In «tempi duri e incerti la resilienza della nostra economia dopo la crisi pandemica e l’attacco russo è stata notevole», ha comunque detto Signorini, prevedendo che la crescita possa «restare positiva nell’area euro e in Italia» con il rischio di una recessione «solo in caso di uno scenario avverso con stop totale di gas russo».
- Efficienza e sostenibilità le uniche vie possibili per tenere a bada i premi
Il surriscaldamento dei prezzi, il brusco rialzo dei tassi – che da una parte abbassa il valore degli attivi obbligazionari e dall’altra offre occasioni di reinvestimento a rendimenti finalmente invitanti -, le catastrofi naturali sempre più frequenti alla luce dei cambiamenti climatici, i rischi cyber per famiglie e imprese, il graduale invecchiamento della popolazione con un conseguente aumento delle cronicità e delle situazioni di non autosufficienza. Al di là della fortissima instabilità geopolitica, non si può dire che l’arena competitiva in cui le compagnie assicurative italiane sono chiamate a confrontarsi oggi, e lo saranno nel 2023, sia particolarmente agevole. Tuttavia, è proprio nei momenti in cui si è costretti ad alzare l’asticella che si possono estrarre ulteriori efficienze, individuando nuove soluzioni e adattando servizi e modelli di business alla mutata situazione e alle richieste dei clienti. Il tutto affidandosi sempre più alle opportunità offerte dal digitale e dall’innovazione. È questo il messaggio emerso dalle due tavole rotonde che nell’Insurance Summit hanno visto protagonisti diversi manager apicali delle principali compagnie italiane.
- Tecnologia fattore chiave per combattere i rincari e proteggere i clienti
Fra innovazione e inflazione, il percorso del mondo assicurativo è un po’ un mix di rischi e opportunità, che lasciano il futuro un po’ in sospeso. Anche perché, come ha ricordato durante l’Insurance Summit di ieri Davide Corradi, managing director e senior partner di Bcg «l’inflazione non si è ancora manifestata su conti delle assicurazioni italiane rispetto ad altri settori. Vedremo se anche le compagnie saranno raggiunte dall’onda lunga dell’aumento dei prezzi». Per combattere il carovita, secondo Corradi, «il repricing non è l’unica leva, tutta la catena del valore offre modalità d’intervento. Si possono strutturare azioni sia nel breve sia nel medio lungo con azioni più strategiche. Questo è un mondo nuovo che gran parte del management assicurativo non ha mai affrontato. Parliamo in ogni caso di un’industria che negli ultimi 10 anni ha cambiato le modalità di creazione di valore, anche se i profitti delle compagnie europee sono sui livelli del 2015 mentre il Total shareholder return è calato dal 10% del 2015 al 7% del 2021».
- Generali conferma i target «in linea con il piano»
Scenario sfidante ma target nel mirino. Opportunità di M&A sul tavolo rispetto alle quali verranno fatte le dovute valutazioni e infine la possibilità di un nuovo buy back a fine piano. Quanto alle dinamiche di governance «la maggioranza del cda supporta il management». Sono questi alcuni dei passaggi chiave dell’intervento del ceo di Generali Philippe Donnet all’Insurance Summit del Sole 24 Ore che si è tenuto ieri. «Oggi dopo vari mesi di uno scenario inimmaginabile siamo in linea con il piano, sono fiducioso che riusciremo ancora una volta a raggiungere tutti gli obiettivi del nuovo business plan perché alla fine tutto funziona se siamo disciplinati e focalizzati sull’implementazione quotidiana del nostro piano e sull’eccellenza». Il manager ha quindi aggiunto: «Se continuiamo a navigare con il migliore combined ratio del settore, il migliore new business margin nel vita, il migliore indice di solvibilità, la stessa proattività e reattività sull’M&A ma anche la giusta prudenza, sono convinto che porteremo a casa tutti gli obiettivi in qualsiasi scenario». Questo sottolineando anche che la percezione da parte del mercato di Generali è molto più positiva rispetto a sette anni fa (quando è stato nominato).
- Unipol, presto il rinnovo dell’intesa con Sondrio
Ulteriore spinta al modello degli Ecosistemi, in primis quello del danni e poi quello legato a welfare e salute, che ha guidato la più recente trasformazione strategica del gruppo e ovviamente anche al nuovo modello di bancassurance adottato dalla compagnia. È attorno a questi due aspetti, abbinati a una valutazione generale sul contesto economico e sulla situazione politica italiana, che è ruotato l’intervento del presidente di Unipol e di UnipolSai, Carlo Cimbri all’Insurance Summit del Sole 24 Ore che si è tenuto ieri. «Nella bancassurance ci interessano rapporti di lungo periodo, con Bper lo avevamo e con Popolare di Sondrio lo abbiamo acquisito, i rapporti sono buoni e li abbiamo consolidati. Con Sondrio auspico che il rinnovo degli accordi possa avvenire entro la fine di quest’anno. Dal nostro punto di vista è importante, c’è spazio per migliorare la partnership, per esempio sull’acquisizione di prodotti di protezione da parte delle banche», ha spiegato Cimbri. Il manager ha voluto anche spiegare perché ha deciso di cambiare il paradigma che fino a qualche tempo fa governava i rapporti tra banche e assicurazioni: «Nel modello di bancassurance se sei azionista hai un rapporto più solido con la banca».
- Accordi aziendali e territoriali, ripartenza nel segno del welfare
Nel 2022 ripartono gli accordi sui premi di risultato. Gli ultimi numeri pubblicati nel report del ministero del Lavoro ci mostrano che in ottobre i contratti depositati (secondo il decreto interministeriale 25 marzo 2016, relativo alla detassazione delle agevolazioni fiscali di cui all’art.1 della L.28 dicembre 2015,n.208), sono stati 345, in settembre 511, in agosto 891, in luglio 1.759, in giugno 1.390 e così via. Nei primi dieci mesi del 2022 ne sono stati depositati 8.229. Un migliaio in più rispetto allo stesso periodo del 2021 quando in dieci mesi ne sono stati depositati 7.388 (9.016 nell’intero anno, si veda la grafica). Sicuramente molti di più del 2020, l’anno peggiore, con 5.571 contratti nei primi 10 mesi (6.785 in totale). I numeri del 2022 restano comunque lontani da quelli del 2019 quando nei primi 10 mesi erano stati depositati 9.926 accordi (11.616 nell’anno) e da quelli del 2018 quando gli accordi depositati sono stati 9.530 nei primi 10 mesi e 12.126 nell’anno.

- Perdite elevate, attività solide: Munich Re trae beneficio dall’aumento della domanda di copertura assicurativa
Nonostante le perdite dovute alle catastrofi naturali, il riassicuratore conferma il suo obiettivo di profitto e alza le previsioni di raccolta premi. L’assicuratore primario Ergo è un pilastro di sostegno.