Il ministro Giorgetti stima il costo dell’indicizzazione al 2025. Firmato il decreto
di Andrea Pira

Oggi il varo del decreto Aiuti Quater Dal taglio del reddito di cittadinanza è atteso un miliardo contro i rincari
Il combinato disposto di maggiore inflazione e di una indicizzazione più generosa avrà un impatto di oltre 50 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025. Soltanto lo scorso giugno la stima del costo aggiuntivo era di 20,6 miliardi. «Le stime scontano un incremento di 5,4 miliardi per il 2022, cui segue un incremento di 21,3 miliardi nel 2023, 18,5 miliardi nel 2024 e 7,4 miliardi nel 2025», ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Nadef, annunciato la firma del decreto adeguare le pensioni al costo della vita, con un aumento della spesa del 7,3%. A restringere i margini di intervento in vista della manovra contribuiscono anche le maggiori spese per Superbonus e altri bonus edilizi. Il costo è già di almeno 37,8 miliardi sopra le previsioni. Ecco perché è allo studio una revisione «in modo più selettivo» dell’agevolazione per favorire l’efficientamento energetico.

Oggi intanto è atteso il quarto decreto Aiuti. Assieme alla proroga dei crediti di imposta per le imprese energivore e dello sconto benzina, si ipotizza la rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica. Il governo sta anche verificando l’uso delle risorse dei fondi strutturali Ue, da destinare ad un eventuale fondo per le bollette. Tema affrontato ieri a Bruxelles dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, che ha sollecitato l’uso dei fondi di coesione per contrastare l’impatto della crisi energetica. Entrerà nel decreto anche lo sblocco delle trivelle, con la contestuale proroga al 2023 della vendita a prezzo calmierato da parte del Gse. Il provvedimento conterrà anche l’aumento a 3.000 euro del tetto dei premi esentasse per i dipendenti.

Dalla revisione del reddito di cittadinanza dovrebbe arrivare 1 miliardo da destinare al contrasto dei rincari. Altre risorse arriveranno dalla revisione della tassa sugli extraprofitti, che ha raccolto finora 1,6 miliardi. In manovra troveranno spazio la tregua fiscale, l’estensione a 85mila euro della soglia per il regime forfettario e la flat tax incrementale, che potrebbe riguardare partire Iva e autonomi. Come per l’ipotesi di introdurre per un anno quota 41 sulle pensioni, l’avvertimento è che andranno trovate risorse, tagliando altrove. I 21 miliardi di deficit sono tutti per le bollette. (riproduzione riservata)
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