Anna Messia
Tanti Btp e una pioggia di immobili, ma non solo: nelle compagnie di assicurazione c’è anche altro. La decisione di Unipol di affiancare Elon Musk nella scalata da 44 miliardi di dollari a Twitter ha portato del resto un po’ d’Italia nel social network americano e ha inevitabilmente alzato l’attenzione sugli investimenti che le compagnie di assicurazione, con i lori enormi asset, possono realizzare per puntare su imprese promettenti e su asset fruttiferi.

Gran parte del portafoglio di queste imprese, e lo stesso discorso vale per Unipol (anche per questioni legate alle regole di bilancio), resta focalizzato sui titoli obbligazionari, con una forte esposizione in emissioni governative e in particolare, nonostante qualche recente ritocco al ribasso, in Buoni del Tesoro pluriennali.

Nel caso dei 635 miliardi di asset in gestione di Generali, come emerge dall’ultimo bilancio pubblicato dal gruppo guidato da Philippe Donnet, l’83% degli investimenti è rappresentato dal reddito fisso, con le azioni che pesano per appena il 7% e gli immobili che rappresentano il 7%. Da sempre, del resto, il mattone è stato uno degli investimenti preferiti dalle compagnie, con Generali che, solo per fare un esempio italiano, ha puntato forte sul mega progetto di Citylife. Ma a guardare i bilanci delle assicurazioni non c’è solo questo.

La compagnia più attiva è senza dubbio Unipol. L’investimento per Twitter, secondo indiscrezioni, sarebbe stato inferiore all’1% della società valutata 44 miliardi. Pari, quindi, a meno di 400 milioni. Una parte residuale rispetto ai 55 miliardi di asset detenuti dal gruppo presieduto da Carlo Cimbri. Si tratta comunque di un’operazione che ha un forte impatto d’immagine e che potrebbe pure lasciare spazio a nuovi scenari sul business, vista la relazione che si è aperta con il ceo di Tesla. Si vedrà. Intanto i Btp, nonostante il calo programmato, rappresentano ancora il 35,9% degli investimenti della compagnia di Bologna con i titoli obbligazionari che complessivamente valgono il 79,7%. Gli immobili, anche nel caso di Unipol, hanno un peso decisamente rilevante (8,7%) ma nel perimetro dell’assicurazione c’è già una diversità di asset, non solo bancari come il 18,92% di Bper.

La compagnia controlla per esempio gli alberghi di Una, con 48 hotel, resort e residence presenti in Italia, di cui Unipol ha in pancia il 100%. Come pure Marina di Loano, uno dei maggiori scali portuali turistici della Liguria. E detiene anche il 23,55% delle Funivie del Piccolo San Bernardo, in Val d’Aosta o ancora il Golf Club Poggio dei Medici, in provincia di Firenze, di cui la compagnia ha in portafoglio il 40,32%. Molti di questi asset sono stati ereditati da FondiariaSai, come pure alcuni centri medici: la Casa di cura Vitta Donatello, cui si sono aggiunti i centri medici Dyadea a Bologna. Investimenti che, come anticipato a MF-Milano Finanza, Unipol vuole potenziare con l’intenzione di ampliare il raggio dei servizi offerti agli assicurati, tanto da aver avviato una trattativa con la rete di poliambulatori specializzati Sant’Agostino di Milano. Poi c’è la scommessa sui pagamenti dei pedaggi autostradali con UnipolMove che ha già distribuito più di 300 mila dispositivi alternativi al Telepass.

E, come da tradizione per le compagnie di assicurazione, nel gruppo Unipol non manca neppure un’azienda agricola, con il controllo di Tenute del Cerro di Montepulciano in provincia di Siena. Ma in quest’ultimo settore, il primato spetta a Generali, che detiene il 100% di Genagricola, la prima azienda agricola italiana, con 170 anni di storia e 21 aziende agricole (18 in Italia e 3 all’estero), 45 milioni di fatturato e oltre 350 dipendenti. La compagnia di Trieste, leader anche negli investimenti immobiliari con Generali Real Estate, uno dei principali gestori del settore al mondo con circa 38,3 miliardi di euro di asset a fine giugno 2022, ha puntato qualche pedina pure sull’innovazione. Tra le sue partecipazioni, spunta per esempio il 10,87% dell’insurtech Yolo e il gruppo, in quel caso tramite un fondo di Banca Generali, quasi un decennio fa era stato tra i primi a scommettere sul futuro dei social e delle piattaforme di pagamento, investendo sulla società del Regno Unito, Ioca Entrerteinment limited, di cui detiene ancora il 17,85%, ora in fase di dismissione. Non mancano poi compagnie assicurative come la francese Axa, che in Italia ha scommesso sempre sulle partecipazioni legate alla salute: oggi i centri diagnostici acquisiti dalla società sono arrivati a quattro e nel bilancio emerge il controllo del 51% della società Centro Radiologico Polispecialisitico.

Nel caso di Vittoria Assicurazioni, con la compagnia della famiglia Acutis da sempre interessata agli investimenti nel mattone, a spuntare tra le partecipata (oltre al 100% di Vittoria Hub dedicato all’innovazione) e a diverse società immobiliari, c’è il 46% di Touring Vacanze srl. Si tratta della società del gruppo Touring Club, che controlla a sua volta quattro villaggi turistici in Italia. (riproduzione riservata)

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