GLI OPERATORI IN AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE BILANCIO PER LA CONVERSIONE DEL DL AIUTI 4
Bonus edilizi tutti da rifare. Professionisti e operatori sono concordi: bisogna procedere a un riordino totale di tutta la materia. Questa l’estrema sintesi delle richieste avanzate in occasione delle audizioni tenutesi negli ultimi due giorni al Senato, presso la commissione bilancio, nell’ambito delle consultazioni sul disegno di legge di conversione del c.d. decreto aiuti 4 (dl 176/2022).

Il decreto aiuti 4 ha messo mano alla disciplina dei bonus edilizi, in particolare riscrivendo la normativa sul superbonus 110%. Modifiche in corsa che hanno provocato forti reazioni della filiera, vista anche l’assenza di specifiche disposizioni in termini di circolazione dei crediti.

Per questo, Abi e Ance rilanciano in sede di consultazioni la loro proposta di attivare una compensazione straordinaria dei crediti d’imposta fermi nei cassetti degli istituti di credito, derivanti da interventi completati nel 2021 e 2022 o in corso di ultimazione. In particolare dando modo alle banche e a Poste Spa di compensarli «entro ben definiti limiti quantitativi, con parte dei riversamenti all’erario relativi alle somme raccolte con le deleghe F24 della propria clientela», come richiesto da Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi.

Confedilizia sottolinea la necessità immediata di sbloccare i crediti ipotizzando a tal fine «anche forme di coinvolgimento diretto dello stato (con l’acquisto di crediti incagliati da parte di sue partecipate)». Ma l’invito indirizzato a parlamento e governo è soprattutto di riorganizzare «tutta la copiosissima normativa esistente in materia dal lontano 1997, al fine di impostare un sistema stabile ed equilibrato di sostegno agli interventi». Una proposta vicina a quella avanzata in audizione dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt), che vede nella conversione del dl 176/2022 un’occasione «per poter ottenere un incentivo che sia strutturale e quindi costante nei tempi lunghi, finalizzato all’efficientamento energetico e alla riduzione del rischio sismico del patrimonio edilizio». Rtp invita anche invita a valutare l’impatto economico complessivo degli interventi di risanamento edilizi «evitando di soffermarsi unicamente sul costo nudo e crudo degli incentivi a carico dello stato, dando il giusto peso ai ritorni positivi in termini di pil aggiuntivo, occupazione e maggiori incassi fiscali, senza dimenticare gli ingenti risparmi sulla bolletta energetica».

Sentiti, infine, anche i rilievi della categoria dei commercialisti, rappresentata da Salvatore Regalbuto, tesoriere del consiglio nazionale commercialisti, e Pasquale Saggese, ricercatore della fondazione nazionale commercialisti, i quali hanno proposto una misura per liberare parte del plafond che hanno ancora disponibile le banche per acquisire i crediti, rendendo possibile il riporto dei crediti per l’uso in compensazione sino al sesto periodo di imposta successivo a quello di competenza.

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