Simona D’Alessio
Una platea di circa 245.000 avvocati iscritti alla Cassa forense, che presumibilmente calerà, a causa del maggior numero di cancellazioni dagli Albi, frutto (anche) della migrazione di molti legali nella pubblica amministrazione, circostanza, questa, che renderà, perciò, ineludibile, dopo che gli attuari avranno tracciato i nuovi scenari della professione e le conseguenti linee reddituali e di speranza di vita (soprattutto con riferimento al panorama post-pandemico), intavolare, «in tempi relativamente brevi», una riforma strutturale del sistema previdenziale della categoria. È quel che mette in risalto la relazione al Bilancio di previsione per il 2022 dell’ente pensionistico privato, presieduto da Valter Militi, testo nel quale viene stimato che il patrimonio netto, nel 2022, oltrepasserà l’asticella dei 16 miliardi (dai poco più di 15 al 31 dicembre di quest’anno), mentre la spesa per le pensioni degli avvocati ammonterà a 903,8 milioni alla fine dell’anno in corso, per salire, poi, nell’annualità successiva, a «921,4 milioni». E, nel frattempo, sta dando i suoi frutti «lo sforzo di riportare a regime la situazione degli accertamenti contributivi», giacché l’operazione di messa in mora e recupero «riguarda circa 100.000 professionisti, per importi complessivi quantificati in circa 470 milioni», mentre per i cosiddetti «grandi evasori» (sopra i 50.000 euro) si punta all’incasso delle somme dovute «mediante decreto ingiuntivo».
Il piano per il restyling dell’assetto previdenziale, che sarà il frutto del lavoro di un’apposita commissione (istituita nell’aprile del 2020), dovrà affrontare tutte le criticità che «potrebbero mettere a repentaglio, nel lungo periodo, sia la sostenibilità finanziaria, sia l’equità generazionale del sistema» della Cassa. La «road map» è stata, dunque, tratteggiata: l’emergenza Covid-19, infatti, ha messo a nudo una serie di «fragilità», pertanto il percorso che condurrà al varo di una riforma strutturale, «dovrà essere portato a conclusione entro il 2022», attraverso l’emanazione di un nuovo regolamento che andrà (come è previsto dalla legge) al vaglio dei ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia.
Simona D’Alessio
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