Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Babele di sanzioni per violazioni della privacy. Nella Ue c’è un unico regolamento, il «Gdpr» (regolamento n. 2016/679), con sanzioni stellari. Ma i singoli Stati vanno a zig zag e, comunque, le statistiche dicono che attacchi informatici e cyber crimini non fanno altro che aumentare vertiginosamente. In alcuni paesi, come riferisce una ricerca della società Eset frutto di elaborazione di dati tratti da Gdpr Enforcement Tracker (pubblicata sul sito www.eset.com), le sanzioni medie non arrivano a 10 mila euro (Malta conta una sola sanzione di 5 mila euro) e il loro numero complessivo è di poche unità (il Portogallo ne ha avute 4); in altri il numero delle ingiunzioni è dell’ordine di grandezza delle centinaia (in Spagna sono state 273) e le medie più salate sfiorano i 3 milioni (Francia).
Si affina la tecnica dei pirati informatici: gli attacchi diventano mirati, per obiettivo e area geografica, e le tecniche diventano sempre più efficaci, tanto che crescono gli attacchi classificati come gravi. Trasformando le parole in cifre: nei primi sei mesi del 2021, il 25% degli attacchi mappati è stato diretto verso l’Europa (senza contare gli attacchi multipli); nel 2020 la quota era al 17% ed era all’11% nel 2019. Sono stati 1.053 gli attacchi gravi, cioè quelli con un impatto in diversi aspetti della società, della politica, dell’economia e della geopolitica.

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  • Il piano Caltagirone-Del Vecchio per il polo italiano della finanza
Acquisti in Borsa per superare la quota di Mediobanca nella compagnia triestina. Ricerca di nuovi alleati e caccia al consenso di mercato. A cui offrono in garanzia i risultati delle loro aziende: in 10 anni moltiplicato il valore per i soci
  • Dati distrutti e richieste di riscatto. Il cybercrime moltiplica gli assalti
Allarma l’evoluzione degli attacchi, ora più insidiosi. Crescono frequenza e gravità dei nuovi modelli di ransomware a doppia o tripla estorsione che portano all’impennata del valore delle frodi. I criminali adottano la strategia di sparare nel mucchio colpendo quelle aziende che non affrontano le proprie vulnerabilità
  • Cybersecurity, non solo antivirus
Gli investimenti in prodotti di sicurezza informatica sono più che raddoppiati (+134%), anche perché gli attacchi hanno raggiunto livelli record. E si moltiplicano le applicazioni. Lo fotografa un sondaggio di Twt
  • Risarcimenti in tre minuti: basta un click
Genertel ha realizzato una moderna piattaforma tecnologica, la cui operatività partirà a dicembre per la mobilità, che consentirà al cliente di sottoscrivere le polizze in meno di un minuto, sospendere e riattivare le coperture in qualsiasi momento e ottenere un rimborso danni automatico in meno di tre minuti inviando la foto del sinistro. Un algoritmo sarà in grado di stimare l’entità del danno.
  • I maggiori consensi per Allianz e Zurich
Sono le due compagnie che hanno ottenuto più riconoscimenti dall’analisi condotta dall’Itqf sulla qualità dei servizi. Il primo gruppo italiano è Insesa Sanpaolo Assicura

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  • Con l’auto elettrica 60 mila posti a rischio
In assenza di un piano di riconversione rischiano di essere spazzate via dal mercato. Prendiamo un’eccellenza italiana: la filiera dell’automotive. Non ci sono solo Stellantis, Ferrari e Lamborghini, ma ben 2.200 imprese della componentistica, che forniscono tutti i più noti marchi dell’auto, e dove lavorano 161 mila persone. Per fare un esempio: circa il 30% delle auto tedesche è fatto con parti prodotte in Italia. Se il Parlamento ratificherà la proposta della Commissione, in Europa i produttori di auto dovranno dire addio al motore endotermico (benzina, diesel) entro il 2035. E il 67% delle nostre esportazioni è diretto proprio ai Paesi dell’Unione. Al di là dei tira e molla sui tempi, il motore elettrico si sta imponendo, e per produrlo serve il 30% di manodopera in meno. Vuol dire che se in Italia restiamo fermi a guardare, entro i prossimi 14 anni 60 mila persone in 500 aziende perderanno il posto.

  • Visto di conformità e listino unico. La cessione del credito si fa più severa
Le modifiche su tempi, tetti e le aliquote dei bonus immobiliari diventeranno operative solo il prossimo primo gennaio, ma il governo ha anche cambiato le regole sulla cessione del credito e lo ha fatto con lo strumento del decreto di legge, già in vigore e in attesa di conversione parlamentare entro inizio gennaio. Le nuove norme sono molto più restrittive delle precedenti e, se non vi saranno modifiche nel testo approvato dalle Camere, sono destinate a cambiare radicalmente lo scenario. L’intervento dell’esecutivo nasce dalla constatazione che il superbonus e il meccanismo della cessione si prestano a frodi. Quando il 110 per cento è stato introdotto dal decreto rilancio c’era stata l’assicurazione di controlli rigorosi per evitare il rischio di costi gonfiati o addirittura di fatturazioni per opere mai compiute. Risulta evidente che si trattava solo di una dichiarazione di intenti, dato che il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha reso nota una stima di presunte truffe ai danni dell’Erario per 950 milioni, più o meno il 10 per cento delle cifre già impegnate per il superbonus. Con il decreto legge 157 dell’11 novembre l’Agenzia delle Entrate ha diritto di bloccare il credito per trenta giorni nel caso in cui sospettasse irregolarità nell’operazione. La norma prevede che per il superbonus sia obbligatorio fornire oltre all’asseverazione dei costi anche il visto di conformità sulla congruità delle spese sia nel caso di cessione del credito (e fin qui nulla cambia) sia nel caso in cui il contribuente opti per la detrazione quinquennale a valere sulla dichiarazione dei redditi.

  • La responsabilità non è solo dei beneficiari
Il Dl 34/20, all’articolo 121, comma 5, stabilisce la possibilità per l’Agenzia di procedere al recupero dell’importo pari alla detrazione (oltre a sanzioni ex articolo 13 del Dl 471/97 e interessi ex articolo 20 del Dlgs 602/73) nel caso si accertasse la mancata integrazione, anche parziale, dei requisiti che danno diritto all’agevolazione. Il recupero è effettuato nei confronti del soggetto beneficiario, ferma restando – in presenza di concorso nella violazione, accertata dall’ufficio, oltre all’applicazione dell’articolo 9, comma 1, del Dlgs 472/97 – anche la responsabilità in solido del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari, in relazione al pagamento dell’importo corrispondente alla detrazione, maggiorato degli interessi.
  • Tagliare i tempi dei lavori per la sicurezza riduce i costi e può far scattare le sanzioni 231