RIENTRATI PIÙ DELLA METÀ DEI 26,6 MILIONI SCOMPARSI
di Anna Messia
Parte di qua, parte di là, ma l’obiettivo di far rientrare almeno 15 milioni, indicato da Net Insurance nel piano industriale 2019-2023, è stato raggiunto. La storia è quella intricata dell’incredibile scomparsa di 26,6 milioni di Btp in una vicenda che ha visto chiamati in causa diversi soggetti in un complicato intrico. Primo tra tutti il finanziere Gianluca Torzi, passato alle cronache anche per l’inchiesta sul palazzo del Vaticano di Sloane Avenue a Londra, ma indirettamente anche Augusto spa, la holding posseduta dal fondo Sator di Matteo Arpe, dalla famiglia Amenduni e da Giuseppe Roveda, che nella storia c’è finita perché i suoi bond sono stati utilizzati proprio per chiudere la controversia tra Torzi e Net Insurance. Su quest’ultimo fronte, nei giorni scorsi è stato perfezionato un accordo conciliativo tra la compagnia e Augusto che consentirà all’assicurazione guidata da Andrea Battista di incassare 3,8 milioni, portando quindi a 15 milioni, più della metà del totale, la somma che è riuscita a ottenere indietro da marzo 2019. Circa un anno prima Battista, primo a lanciare in Italia una spac assicurativa (Archimede), aveva individuato proprio in Net Insurance la società da rilevare. Poi, nel 2019 la scoperta dell’ammanco dei Btp e dal 2019, con schiere di avvocati, il manager ha dovuto ricostruire tutte le complesse operazioni che avevano portato alla scomparsa di quei titoli, non solo in Italia ma pure all’estero: grazie alle transazioni chiuse con società di Torzi e anche con la famiglia Amato (precedente azionista della compagnia) Net Insurance ha già incassato rispettivamente 8 milioni e 3,1 milioni. Con il nuovo accordo potrà arrivare a sfiorare i 15 milioni indicati nel piano. Anche se, per la precisione, i 3,8 milioni non sono ancora nelle sue disponibilità. Non solo perché manca un passaggio procedurale (l’omologa del Tribunale), ma soprattutto perché quel pagamento è condizionato alla vendita che, nel frattempo, Augusto ha avviato del suo 51,25% di Aedes Siiq, quotata a Piazza Affari e del 35,47% di Restart, anche questa quotata in borsa. Il mandato è stato affidato a Rothschild e i pretendenti non sembrano mancare, con fondi di private equity che si sarebbero fatti avanti. L’incasso, in ogni caso, promette di essere ben superiore al debito verso la compagnia. Aedes in borsa capitalizza oltre 45 milioni, con il 51,25% che vale quindi più di 22,5 milioni. Augusto punta ovviamente a ottenere un premio, considerato che sarà ceduta la maggioranza.

A Net Insurance potrebbe quindi bastare addirittura la sola cessione di Restart per vedere soddisfatte le sue richieste, che tuttavia non si fermano a 3,8 milioni. La compagnia segue infatti con doppia attenzione la partita. Sempre verso Aedes (per conto di Net Insurance Life) ha pendente un’altra richiesta per altri 6,2 milioni, che è stata affidata a un giudice diverso dalla prima causa, e anche per questo secondo fascicolo, speculare al primo, la società si aspetta un esito simile al primo. Se sarà così, il traguardo dei 15 milioni di incasso potrà essere superato arrivando a oltre 21 milioni.

Non solo. In ballo ci sono anche ulteriori richieste di risarcimento avanzate dalla compagnia assicurativa. Net Insurance ha ancora pendenti a Londra altre cause contro Torzi, per un petitum di circa 2 milioni di euro, cui si aggiungono pretese nei confronti della società di revisione Bdo che potrebbero far arrivare la restituzione totale vicino a 26,6 milioni. Si vedrà. Intanto Net Insurance si appresta a superare anche gli altri traguardi del piano. Battista di recente ha confermato l’obiettivo dei 134 milioni di premi e di 11 milioni di utile per fine anno ma già a settembre i primi avevano raggiunto i 100 milioni con l’utile dei nove mesi a 7,5 milioni. (riproduzione riservata)
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