di Anna Messia
Le assicurazioni del credito tornano alla carica sulla garanzia pubblica a copertura dei sinistri. L’avvicinarsi di un nuovo possibile lockdown, anche se limitato alle aree più colpite dalla pandemia, ha riportato il tema alla ribalta anche perché quei 2 miliardi di garanzie, previsti dal decreto Rilancio dello scorso maggio che sarebbero dovuti transitare tramite Sace, ad oggi risultano ancora congelati. Il tema è quello delle coperture assicurative che proteggono le imprese fornitrici di merci e servizi dal rischio di mancato pagamento da parte dei clienti. Vista la crisi economica provocata dalla pandemia, il rischio più che concreto era che gli assicuratori non avrebbero più stipulato tali polizze, con effetti a catena sulla fiducia e la stabilità del sistema. Così, come già fatto dai governi di altri Paesi europei, Francia e Germania in testa, con il decreto Rilancio l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha attivato un paracadute pubblico con garanzia Sace in favore delle assicurazioni del credito, pari al 90% degli indennizzi generati dalle esposizioni (i sinistri) che sarebbe dovuto partire entro 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del decreto stesso, fino al 31 dicembre 2020. Una Garanzia subordinata all’approvazione del Commissione Europea all’intervento, arrivata puntuale il 13 agosto scorso, con la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, commissaria alla concorrenza, che ha riconosciuto la misura particolarmente utile perché avrebbe garantito che tutte le imprese continuassero «a disporre di assicurazioni del credito con cui tutelare i loro scambi commerciali, aiutandole a far fronte alle esigenze di liquidità e a proseguire le attività durante e dopo la crisi». Ma a quasi 3 mesi dal disco verde di Bruxelles neanche un euro di quei 2 miliardi è stato indirizzato alle compagnie che pure in questo periodo hanno continuato ad offrire coperture confidando sul decreto Rilancio. Non certo per ragioni riconducibili a Sace, che in questi mesi ha prontamente attuato tutti gli interventi di sostegno alle imprese messi in atto dal governo (a partire dal Garanzia Italia). Di fatto i meccanismi burocratici hanno tuttavia portato l’Italia a essere l’ultimo Paese in Europa ad aprire un paracadute sull’assicurazione del credito, nonostate le interlocuzioni siano partite per tutti nello stesso momento, nel marzo scorso. Ormai, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, l’emanazione del decreto attuativo da parte del ministero dell’Economia che libererà i 2 miliardi dovrebbe essere questione di giorni visto che la Ragioneria avrebbe bollinato la convenzione di Sace. Nel frattempo si è però aperta una nuova questione: in Francia e Germania si sta lavorando per estendere la manovra oltre dicembre, anche perché gli effetti della crisi si vedranno proprio l’anno prossimo, quando scadranno gli ammortizzatori messi in campo dal governo, a partire dalla Cig Covid e dal blocco dei licenziamenti. Il problema non sta nelle risorse: i 2 miliardi già stanziati sembrano sufficienti, ma l’Ania – l’associazione delle assicurazioni guidata da Maria Bianca Farina – chiede un allungamento temporale della garanzia Sace in modo da evitare un’ondata di cancellazioni di coperture assicurative dal primo gennaio 2021. Una corsa contro il tempo per firmare una nuova convenzione in poche settimane, altrimenti anche questa volta l’Italia rischia di arrivare ultima. (riproduzione riservata)

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