Quest’anno la dimensione della sicurezza sociale, solitamente articolata in 8 indicatori, ricomprende 3 ulteriori indicatori, al fine di catturare l’effetto determinato dall’attuale crisi pandemica. Gli indicatori considerati a livello provinciale sono la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio-31 agosto 2020 fra gli individui di età inferiore a 65 anni rispetto alla media quinquennale registrata fra il 2015 e il 2019, sempre con riferimento ai primi otto mesi dell’anno; lo stesso indicatore calcolato con riferimento agli individui di età maggiore o uguale a 65 anni; l’incidenza dei casi registrati di Covid-19. L’inserimento di tali indicatori non consente di fornire una valutazione complessiva dell’impatto della pandemia, che si esplica su tutte le dimensioni della qualità della vita. L’inserimento dei tre indicatori relativi all’impatto pandemico determina un mutamento della classifica relativa alla sicurezza sociale. La provincia che quest’anno apre la classifica è Imperia, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Le province del Sud tornano a figurare nel gruppo di testa, invertendo una tendenza consolidatasi nelle passate sette edizioni. A essere ricomprese nelle posizioni di eccellenza sono 23 province, 10 in meno dello scorso anno, di cui 6 dislocate nel Mezzogiorno, a fronte dell’unica provincia censita lo scorso anno. Nel raggruppamento di testa, che comprende 23 province, figurano 4 province del Nordovest, 8 in meno rispetto allo scorso anno: Biella e Verbano-Cusio-Ossola; Imperia e Savona, mentre non figurano più in posizioni di testa le province lombarde. Il Nordest è rappresentato da 5 province, 9 in meno rispetto allo scorso anno: Vicenza, Verona e Rovigo; Pordenone; Ferrara. Inoltre, figurano nel gruppo di testa 8 province dell’Italia centrale, tra cui Prato, Firenze e Livorno; Ascoli Piceno, Fermo e Macerata; Roma e Rieti. L’Italia meridionale e insulare è rappresentata da 6 province, 5 in più rispetto allo scorso anno, di cui L’Aquila; Benevento, Avellino e Salerno; Potenza; Reggio Calabria. Con riferimento alle 21 province classificate nel gruppo di coda, contro le 19 della passata edizione, si nota la presenza di 8 province dell’Italia settentrionale. Sono censite nel gruppo di coda Bergamo, Lodi, Sondrio e Cremona; La Spezia; Belluno; Reggio Emilia e Piacenza. L’Italia centrale è rappresentata dall’unica provincia di Lucca in Toscana, mentre l’Italia meridionale e insulare è presente con 12 province: Pescara; Isernia; Barletta-Andria-Trani, Taranto e Foggia; Cosenza e Crotone; Agrigento, Ragusa ed Enna; Cagliari e Sud Sardegna. Chiude Cremona.
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