Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre 2020 un portafoglio di crediti commerciali del valore stimato tra 7,6 e 12 miliardi di euro si trasformerà in nuovi Npl, cioè Non performing loans, ossia esposizioni deteriorate. Più che una bacchetta magica, una bacchetta stregata che riclassificherà il 25% dei crediti verso le imprese, il 30% verso amministrazioni pubbliche centrali, il 63% verso amministrazioni locali e addirittura il 94% delle esposizioni verso enti del settore sanitario. Sarà, infatti, questo l’effetto dell’entrata in vigore della nuova definizione di inadempienza (cosiddetta Dod), prevista in Italia dall’1 gennaio 2021, come conseguenza della disciplina del regolamento europeo n. 575/2013 (Crr), che avrà un impatto pesante sulle piccole e medie imprese (si veda ItaliaOggi Sette del 23/11/2020). A lanciare l’allarme è Assifact, l’Associazione italiana per il factoring, secondo cui questa spada di Damocle incombe sui crediti commerciali, in particolare quelli ceduti attraverso il factoring che a fine 2019 erano 255 miliardi di euro, pari al 14% del Pil nazionale.
Dai 77 incidenti informatici del 2016 agli 809 del 2019 fino ai 770 solo nei primi tre mesi del 2020: una vera e propria escalation che si traduce in grosse perdite per le aziende. Senza trascurare gli incidenti interni, ossia quelli derivanti da errori dei dipendenti o da problemi tecnici: incidono meno sui costi, ma sono numericamente maggiori. A rivelarlo è il rapporto di Allianz global corporate & specialty (Agcs), uno dei principali fornitori di soluzioni assicurative aziendali, nonché unità operativa del Gruppo Allianz. Lo studio, intitolato «Managing the impact of increasing interconnectivity – Trends in cyber risk» (Gestire l’impatto della crescente interconnettività – Tendenze nei rischi informatici), ha analizzato 1.736 sinistri assicurativi legati al cyber spazio per un valore di 660 milioni di euro (770 milioni di dollari), che hanno coinvolto Agcs e altri assicuratori dal 2015 al 2020. E ha registrato un costante aumento di incidenti dal 2016, periodo in cui il cyber era una linea assicurativa poco diffusa e nota. Una tendenza spiegata non solo dalla crescita del mercato globale della cyber-assicurazione che, secondo Munich Re, è attualmente stimato a 7 miliardi di dollari (quasi 6 miliardi di euro), ma anche dall’incremento del numero di crimini informatici.
Tempi lunghi per l’erogazione a prestito della buonuscita ai dipendenti pubblici. Tra domanda di certificazione del diritto al Tfr/Tfs o altra indennità di fine servizio (c.d. buonuscita), atto propedeutico per ottenere il prestito, e l’erogazione del prestito da parte della banca possono passare fino a quattro mesi (120 giorni), cui aggiungere i tempi di presentazione da parte del lavoratore-pensionato della domanda alla banca prescelta e i tempi d’istruttoria interna da parte della banca. A spiegare il flusso operativo per il c.d. «anticipo finanziario» a favore dei neopensionati con quota 100 è l’Inps, con circolare n. 130/2020, a oltre un anno e mezzo dalla previsione della misura. La necessità della misura si è avvertita all’indomani dell’introduzione di quota 100 che, anticipando il pensionamento, può mettere i dipendenti pubblici in condizioni di dover aspettare anche otto/dieci anni prima di ottenere la buonuscita.
Cresce il divario, in piena emergenza Coronavirus, tra le aziende «mature» che, ormai da tempo, hanno intrapreso un percorso in cui la gestione e l’analisi dei big data costituiscono fattori chiave su cui si fonda il core business e le aziende più tradizionali, ossia quelle che hanno soltanto in parte, o non ancora, avviato attività legate all’analisi dei dati. A delineare tale scenario sono i risultati dell’indagine condotta dall’Osservatorio Big Data & Business Analytics della School Management del Politecnico di Milano, che fotografa un mercato in crescita ma con un delta minore rispetto agli anni scorsi. «La pandemia ha portato a ripensare alcune attività di analisi dei dati, ponendo maggior attenzione all’efficienza, alla presenza di competenze interne e alla governance dei dati e della data science», evidenzia Alessandro Piva, responsabile della ricerca dell’osservatorio, «il Covid è stato uno stress test: mentre le aziende più immature hanno visto una riduzione dell’interesse al tema, quelle orientate all’approccio data – driven hanno saputo reinventarsi».
Per i premi di risultato e il welfare aziendale contabilità agganciata alle indicazioni dell’Oic 12. Si dovrà, però, stabilire caso per caso se le attribuzioni siano da rilevare tra i debiti oppure in appositi fondi. La voce di riferimento del conto economico è la B.9, relativa ai costi per il personale dipendente. Al riguardo, si osserva che: a) nella sotto-voce «B9a) Salari e stipendi» si comprendono anche le indennità e tutti gli altri elementi che compongono la retribuzione lorda «figurante» in busta paga (tra cui i premi aziendali); b) nella sotto-voce residuale «B9e) Altri costi» si iscrivono tutti gli altri costi relativi, direttamente o indirettamente, al personale dipendente, che non siano stati iscritti nelle precedenti sotto-voci o nelle voci B6, B7 o B8, o che non trovino più appropriata collocazione alla voce B14.
Ascoli Piceno è la provincia più sicura d’Italia, confermando gli ottimi piazzamenti già conseguiti nelle passate edizioni. Seguono Nuoro, Treviso e Oristano, che a loro volta confermano la presenza nelle zone alte della classifica. Le province comprese nel gruppo di testa sono 29, come nelle passate due edizioni, con l’ormai consolidata nutrita presenza di outsider. L’esame della mappa della sicurezza denota una sostanziale stabilità nelle posizioni di testa. Infatti, le province in cui la situazione con riferimento alla sicurezza è risultata buona o accettabile ammontano a 61, in linea con quello delle ultime due edizioni dell’indagine.
Quest’anno la dimensione della sicurezza sociale, solitamente articolata in 8 indicatori, ricomprende 3 ulteriori indicatori, al fine di catturare l’effetto determinato dall’attuale crisi pandemica. Gli indicatori considerati a livello provinciale sono la variazione nella mortalità registrata nel periodo 1° gennaio-31 agosto 2020 fra gli individui di età inferiore a 65 anni rispetto alla media quinquennale registrata fra il 2015 e il 2019, sempre con riferimento ai primi otto mesi dell’anno; lo stesso indicatore calcolato con riferimento agli individui di età maggiore o uguale a 65 anni; l’incidenza dei casi registrati di Covid-19. L’inserimento di tali indicatori non consente di fornire una valutazione complessiva dell’impatto della pandemia, che si esplica su tutte le dimensioni della qualità della vita. L’inserimento dei tre indicatori relativi all’impatto pandemico determina un mutamento della classifica relativa alla sicurezza sociale. La provincia che quest’anno apre la classifica è Imperia, con un balzo di 89 posizioni, seguita da Benevento, Ascoli Piceno e Fermo. Le province del Sud tornano a figurare nel gruppo di testa, invertendo una tendenza consolidatasi nelle passate sette edizioni.
Milano conferma il piazzamento già ottenuto lo scorso anno e apre la classifica sul tenore di vita. A seguire nel gruppo di testa troviamo Bologna, che a sua volta conferma il secondo posto del 2019, Aosta e Parma. Dalla passata edizione sono stati inseriti nuovi indicatori statistici desunti dal Bes (Benessere equo e sostenibile) elaborato e diffuso dall’Istat, al fine di pervenire a un quadro più dettagliato e realistico del tenore di vita nelle province/città metropolitane italiane. Della vecchia struttura, articolata in sei indicatori, solo tre, importo medio per beneficiario dei trattamenti pensionistici e, nella sottodimensione negativa, valori immobiliari e variazione media annua dei prezzi al consumo, sono stati mantenuti nel nuovo impianto. La nuova struttura comprende ora il reddito medio annuale pro capite, il reddito medio annuale pro capite per i lavoratori dipendenti, l’importo medio annuale (e non più mensile) dei trattamenti pensionistici, la ricchezza patrimoniale pro capite e, nella sottodimensione negativa, la variazione dei prezzi al consumo, i valori immobiliari, l’incidenza delle sofferenze bancarie per i prestiti alle famiglie e l’incidenza dei trattamenti pensionistici di modesta entità sul totale dei trattamenti erogati.
Tale dimensione aggrega informazioni sulla dotazione di posti letto in reparti ospedalieri ad alta specializzazione e su quella di apparecchiature diagnostiche. A partire dallo scorso anno, a causa della assenza di informazioni statistiche aggiornate al livello territoriale provinciale, sono stati eliminati 4 indicatori, relativi all’organico degli istituti di cura, ed è stata aggiornata la sottodimensione relativa alle apparecchiature diagnostiche, che dal 2019 prende in considerazione le grandi apparecchiature, quali gli acceleratori lineari, le gamma camere per scintigrafia, i tomografi per imaging a risonanza magnetica e i tomografi lineari computerizzati. Confermando il risultato già conseguito, Isernia si classifica al primo posto, seguita da Terni, Cagliari e Catanzaro, che a loro volta confermano i piazzamenti. Nelle 18 posizioni di testa, stabili rispetto allo scorso anno, diminuisce la presenza di province del Nordovest e si incrementa quella dell’Italia centro-meridionale.

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  • Telepass, arriva la concorrenza: dopo i tedeschi le assicurazioni
A quasi due anni dalla direttiva europea che ha posto l’obbligo di un unico sistema di pagamento in tutti gli stati membri, parte – nel concreto – la liberalizzazione nei sistemi di pagamento dei pedaggi autostradali. In settimana terminano i tre mesi in cui il gruppo tedesco Dkv ha portato a termine la sperimentazione del suo box, il dispositivo con cui sarà possibile pagare il pedaggio. Alle sue spalle scalpita il gruppo francese Axxess che già un anno fa ha presentato domanda per entrare nel mercato italiano dopo la Spagna e il Portogallo e punta al traffico automobilistico. Telepass dovrà vedersela anche con la concorrenza, per così dire, interna. I gruppi assicurativi, forti dell’esperienza accumulata con le scatole nere che – installate a bordo – consentono di risparmiare sui costi della polizza, stanno studiando come aggredire un mercato fatto di milioni di guidatori. Unipol ha annunciato il suo ingresso nel mercato del “tolling”, Generali lo sta studiando con grande interesse. Da Unipol fanno sapere di aver ottenuto la certificazione del proprio device per il telepedaggio e hanno iniziato l’iter autorizzativo con i 29 concessionari, in modo da poter entrare in questo mercato la primavera prossima, per i mezzi pesanti, e nell’autunno 2021 per i mezzi leggeri.
  • Smart, convenienti e tagliate su misura le polizze on-demand prendono quota
Coprono un singolo evento, un giorno solo, ci sono micro anche nel prezzo e pay-per-use. Sono esempi del fenomeno emergente delle assicurazioni on-demand, come vengono definite quelle che si possono sottoscrivere per coprire esigenze temporanee. Il tutto ovviamente online, senza intermediazione di agenti. Una strada che potrebbe aiutare il nostro paese a superare la storica sottoassicurazione che si riscontra in molti settori (in sostanza quelli in cui l’assicurazione non è obbligatoria, come invece accade per la RC auto), venendo al contempo incontro alle esigenze dei consumatori che in questa fase devono fare i conti con tasche sempre più vuote. Un trend che vede in prima linea le insurtech (startup impegnate a innovare il settore assicurativo facendo leva sulle tecnologie), ma che coinvolge anche le compagnie tradizionali. A indicare la direzione è anche un recente report dell’Ivass, intitolato “Il mercato assicurativo nell’attuale congiuntura: rischi e opportunità”, che sottolinea come la digitalizzazione stia agevolando “lo sviluppo della instant insurance e della smart insurance”. Un trend che rende “non irrealistico pensare al passaggio da coperture standard a forme di personalizzazione anche spinta”.
  • Con l’Intelligenza artificiale risparmi per 2,3 miliardi
L’InsurTech, l’offerta di soluzioni tecnologicamente innovative per il comparto assicurativo, può portare uno stravolgimento del settore, la cosiddetta “disruption”, ma può anche aiutare le compagnie assicurative a raggiungere nuovi segmenti di mercato, a migliorare la customer experience o portare all’adozione di nuovi modelli operativi. Le partnership con gli specialisti InsurTech consentono alle compagnie di potersi concentrarsi sulle proprie competenze chiave, offrire maggior valore, riuscendo ad essere al tempo stesso più efficienti in termini di costi. Un impatto sui costi da non sottovalutare: secondo la società di ricerca Juniper, dal solo utilizzo dell’Intelligenza Artificiale l’industria assicurativa dovrebbe ottenere a livello globale un risparmio di costi che passerà dai 340 miliardi di dollari del 2019 ai 2,3 miliardi di dollari nel 2024; a beneficiarne maggiormente sarà il settore auto, ma ridurrà i costi e consentirà un pricing più competitivo anche nel settore della salute.
  • Cyber risk, un mercato al galoppo
Pirateria informatica, il mercato mondiale assicurativo per difendersi da questi attacchi vale oggi circa 8 miliardi di euro, era di 5 miliardi nel 2019 e probabilmente sarà di oltre 30 miliardi nel 2027. L’istantanea arriva dal rapporto Global Cyber Security Insurance Market, realizzato da Orbis Research, che ogni anno analizza i dati e le tendenze di mercato dei più importanti gruppi assicurativi al mondo. Tra questi figurano big del settore, come Aig, Allianz, Aon, Chubb, Hethaway Insurance, Munich Re, Security, Zurich e XL. Le previsioni degli operatori dicono che il tasso di crescita annuo (Cagr) nelle polizze cyber risk sarà del 30% trainato da un forte aumento delle richieste di copertura danni contro violazioni e minacce dei dati sensibili. Secondo il rapporto, le perdite derivanti da incidenti esterni, come attacchi DDoS o le campagne di phishing e malware/ransomware, rappresentano la maggior parte del valore dei sinistri analizzati (85%), seguiti da azioni interne dannose (9%) che sono poco frequenti ma possono essere costose.
  • I pirati informatici all’arrembaggio delle flotte navali
L’industria marittima rappresenta oggi uno dei settori più colpiti dagli attacchi informatici. Tuttavia, il mercato mondiale delle assicurazioni, dedicato al marine, risulta ancora poco preparato per assicurare il cyber risk. “Sul mercato ci sono clausole vecchie di quasi 20 anni. Per quanto riguarda ad esempio la cosiddetta copertura ‘corpi e macchine’, una delle principali forme di assicurazione marittima, abbiamo polizze in cui sopravvive la clausola 380, la ‘Cyber Attack Exclusion Clause’ del novembre 2003, adottata in tutto il mondo dalla maggior parte degli assicuratori”, ha affermato Marco Consigliere, responsabile della divisione marine di Willis Towers Watson, Wtw, una delle principali società di consulenza e brokeraggio a livello mondiale, in un intervista al sito ShipMag.
  • Rc auto, il Covid fa scendere i prezzi
Conta soprattutto il calo dei sinistri, dovuto ai minori spostamenti dovuti al coronavirus. Un ruolo lo giocano anche la crescente disponibilità delle compagnie ad assecondare i desideri degli assicurati per fidelizzarli. E poi non mancano i trend strutturali, come la diffusione della tecnologia a bordo che consente di minimizzare le truffe. Sta di fatto che ad ottobre, secondo l’osservatorio Rc auto di Facile.it, il costo per un veicolo a quattro ruote in Italia si è attestato mediamente su 492,03 euro, -10,51% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Il trend al ribasso era iniziato con il lockdown di primavera e rischia di rafforzarsi ulteriormente alla luce delle recenti misure del Governo. Al di là dell’eccezionalità del momento, la discesa dei prezzi era già iniziata da tempo. La stessa Ania segnala che nell’arco degli ultimi otto anni il prezzo medio dell’Rc auto nella Penisola è sceso del 27%.
  • Da Accern a Zelros: i 100 campioni tech rivoluzione in tutta la filiera delle polizze
Da Accern, che utilizza sistemi di intelligenza artificiale per migliorare l’analisi dei rischi e la gestione dei sinistri, fino a Zelros, che realizza software basati sulla realtà aumentata per l’industria assicurativa. Passando per Bdeo, che ha messo a punto un processo di sottoscrizione e gestione dei sinistri completamente automatizzato, e Humn.ai, che usa le reti neurali per migliorare le assicurazioni dedicate alle flotte aziendali. Sono alcune delle aziende inserite in “Insurtech 100”, l’ultima edizione annuale del report curato da Fintech Global, società di intelligence e analisi specializzata nelle nuove aziende che stanno rivoluzionando i mercati bancario e assicurativo.

  • Generali fa la cosa «giusta». Donnet: un piano per l’ambiente
L’appuntamento con la comunità finanziaria del 18 novembre ha significato per Generali anche un debutto: la compagnia ha inserito nell’Investor day una sezione dedicata alla sostenibilità. Come a dire: gli stakeholder chiedono anche che la società sia «green». Dice il group ceo Philippe Donnet: «L’Investor day è stata l’occasione per aggiornare il mercato sull’andamento della nostra strategia Generali 2021. Un piano strategico che si sta dimostrando valido e che ci vede pienamente impegnati nel raggiungimento dei target. Nel nostro incontro virtuale con la comunità finanziaria abbiamo dedicato un focus specifico alla sostenibilità, che consideriamo come la capacità dell’impresa di creare valore condiviso a lungo termine per tutti gli stakeholder: non solo azionisti, investitori e clienti ma anche dipendenti, fornitori e tutte le comunità in cui operiamo. La sostenibilità è diventata parte integrante del nostro gruppo e ci vede coinvolti come partner di business e investitore responsabile. Non è solo la cosa “giusta” da fare, ma ha un valore anche per il business. Siamo impegnati a perseguire il nostro percorso di sostenibilità attraverso obiettivi chiari, inclusa una dettagliata strategia per il clima».
  • Cassa forense verso la riforma: come cambieranno le pensioni
Il cambiamento in discussione sarebbe di quelli epocali per gli avvocati italiani. In Cassa forense qualche mese fa è stata istituita una commissione di studio incaricata di valutare e ipotizzare possibili riforme al sistema previdenziale. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di passaggio al sistema del contributivo puro, argomento di estremo interesse per l’avvocatura. Un tema a cui è sempre stata particolarmente sensibile l’Associazione nazionale forense. «È sotto gli occhi di tutti — spiega il segretario generale Gigi Pansini — che l’emergenza sanitaria in atto, con le correlate difficoltà economiche ha acuito le criticità che caratterizzano l’organizzazione della professione e ha reso inevitabile la necessità di intervenire sull’ordinamento forense, sulla capacità di produrre reddito, sugli aspetti previdenziali e assistenziali. Non a caso, il riconoscimento del reddito di ultima istanza, e il ristoro di quota parte del canone di locazione degli studi professionali, hanno dovuto fare i conti con le numerose incertezze e zone grigie legate all’effettivo esercizio della professione, agli oneri dichiarativi degli iscritti, alle possibilità di controllo delle singole posizioni, all’incompatibilità della professione con l’esercizio di altre attività lavorative».
  • Reti ed energia: campioni di comunicazione
Tutte le aziende sono state messe alla prova dal Covid-19 e hanno reagito prontamente alla crisi, ma solo quelle che avevano impostato già da tempo un rapporto di trasparenza con il mercato sono riuscite a comunicare una visione di futuro e dare indicazioni concrete delle conseguenze della crisi sulle prospettive dei loro business. È ciò che emerge dalla 19esima edizione della ricerca “Webranking by Comprend”, condotta in collaborazione con Lundquist, che valuta ala qualità della comunicazione e le trasparenza delle 122 principali società quotate in borsa. La ricerca ha mostrato le imprese che meglio rispondono a questa esigenza: sul podio troviamo Terna, Snam e Eni, seguite da Generali, Poste Italiane, Gruppo Hera, Italgas ed Erg.

  • Dalla formazione online alle polizze salute il Covid cambia i benefit
In un momento di crisi come l’ attuale negli studi professionali occorre ricompattare la squadra per orientarla all’innovazione e al cambiamento. Il punto di partenza è la fissazione delle regole del gioco nei confronti delle risorse umane in grado di apportare entusiasmo e professionalità: i collaboratori. I benefit economici non appaiono sufficienti. Si tratterà di individuare per ogni collaboratore o classe di collaboratori i benefit che andranno maggiormente incontro alla personalità e allo status del singolo o del gruppo, considerate le peculiarità del periodo Covid. Oltre alle tradizionali polizze assicurative e a quelle per la previdenza integrativa, potrebbe trovare posto la stipula di assicurazioni sanitarie specificamente dedicate al coronavirus, che potrebbero prevedere in caso di contagio diarie giornaliere, diarie per la convalescenza e un’assistenza post ricovero.
  • Investimenti consapevoli dopo la bufera
Investimenti e pandemia: due gli atteggiamenti adottati dai risparmiatori nel corso del 2020. Durante la prima fase, quella più difficile, coincisa con il lockdown, gli italiani hanno scelto la liquidità come forma di autotutela e hanno anche risparmiato di più, diretta conseguenza dello stop ai consumi. Tra febbraio e aprile, i mesi più bui dell’epidemia, secondo il Rapporto Censis-Assogestioni “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19”, la liquidità nei portafogli delle famiglie italiane è aumentata di 34,4 miliardi di euro. Risorse che si aggiungono ai 121 miliardi accumulati negli ultimi tre anni (+8,4% in termini reali nel triennio). Per il prossimo futuro, secondo l’analisi, il 34,1% degli intervistati considera la liquidità lo strumento principale per la propria protezione, insieme all’ampliamento del sistema di welfare pubblico (34%) e all’acquisto di strumenti assicurativi, mutualistici, integrativi (18,6%). Nella seconda fase, invece, nonostante i timori legati a nuove chiusure, bilanciati dalla fiducia frutto delle notizie relative ai progressi scientifici in materia di vaccini, l’approccio degli italiani al tema degli investimenti si caratterizza per una maggiore consapevolezza e una maggiore serenità, guidata da programmazione e diversificazione.
  • La corsa degli Etf è anche sostenibile
Cresce l’interesse per gli strumenti del risparmio gestito, in particolare per gli Etf. Tra i trend più rilevanti dallo scoppio della pandemia, la scelta sempre più frequente di soluzioni “Sostenibili”, che replicano l’andamento di un indice azionario di tipo Esg (Environmental, Social, Governance) su cui è aumentata l’attenzione di gestori e risparmiatori.
  • Malattia e reddito le più richieste
L’emergenza sanitaria ha trainato la domanda crescente di protezione e tutele da parte dei risparmiatori italiani. Polizze malattie e polizze per il ristoro da mancato reddito sono tornate al centro dell’attenzione. Determinante la preoccupazione per la salute dei componenti familiari. Il Covid-19 ha favorito il ricorso ai chatbot, basati sull’intelligenza artificiale.
  • Fine mandato degli amministratori senza i limiti di deducibilità del Tfr
Non ha fondamento giuridico il richiamo all’articolo 2120 del Codice civile per giustificare l’indeducibilità del trattamento di fine mandato degli amministratori (Tfm) per la parte eccedente quella calcolata secondo i criteri del Tfr dei lavoratori dipendenti. Non ha avuto dubbi la Ctr Piemonte (presidente Pasi, relatore Malanetto) a confermare il giudizio di primo grado con la sentenza n. 618/01/2020, respingendo l’appello dell’ufficio. La contestazione, piuttosto comune da parte di alcuni uffici locali delle Entrate, riguardava la ritenuta indeducibilità degli importi accantonati a titolo di Tfm in quanto determinati in violazione delle prescrizioni del Codice civile con riferimento al Tfr dipendenti. Secondo l’articolo 2120 del Codice civile il trattamento di fine rapporto si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5.
  • Danni non patrimoniali, risarcimenti a rischio
Rischia di generare future complessità nelle trattative tra assicurazioni e danneggiati e di scatenare nuovo contenzioso la sentenza 25164 della Cassazione, depositata il 10 novembre scorso, che si inserisce nel solco delle decisioni quadro del sistema di risarcimento del danno alla persona per la lesione del bene salute. La sentenza si propone, infatti, di scomporre quello che costituisce la spina dorsale del risarcimento del danno alla salute nel nostro ordinamento: vale a dire la tabella di liquidazione del danno elaborata dal Tribunale di Milano, che ha origine lontane (risale agli inizi degli anni Novanta), è oggi usata da gran parte dei tribunali e nel tempo ha avuto l’avvallo degli stessi giudici di legittimità (almeno dal 2011 con la decisione 12408). La sentenza 25164 del 10 novembre punta a disarticolare questo meccanismo empirico, coinvolgendo anche quella uniformità di calcolo che finora aveva evitato il proliferare delle liti basate solo sul “quantum debeatur”.
  • Sicurezza, la delega ai dirigenti richiede data certa e autonomia
Nei casi in cui le norme di legge o di regolamento attribuiscano al dirigente specifiche responsabilità civili, penali ed erariali, egli deve disporre dei poteri effettivi e dell’autonomia decisionale necessari per agire secondo le prescrizioni di tali norme. Le responsabilità e le conseguenze di natura civile verso terzi, causate da violazioni delle norme citate, commesse dal dirigente nell’esercizio delle sue funzioni, sono in via di principio a carico del datore di lavoro, salvi i casi di possibile trasferimento delle responsabilità al collaboratore stesso, che può avvenire per il fatto stesso dell’investitura formale in particolari ruoli (tipico, a riguardo, il caso del direttore generale) o attraverso una delega di funzioni che, a determinati presupposti, è idonea a determinare il pieno passaggio della funzione e delle relative responsabilità. In materia di sicurezza, la delega, per essere efficace, deve rispettare precisi limiti e condizioni (articolo 16 del Dlgs 81/2008).
  • Le tutele per vertici e manager quando emergono casi di contagio
Nell’ambito dell’emergenza sanitaria Covid 19, si manifestano profili di criticità soprattutto in tema di garanzia della sicurezza e salute sul lavoro del personale dipendente, in relazione a possibili contagi indotti in azienda a causa di comportamenti colposi del datore di lavoro e degli attori del sistema di tutela del Dlgs 81/2008, quali il Rspp, il medico competente, il Rls e, non ultimo, il dirigente, di qualsiasi posizione gerarchica, quanto al suo ambito di competenze e a un presunto dovere generale di sorveglianza connaturato alla direzione e al coordinamento di soggetti a lui sottoposti, per ragioni di organizzazione e funzionalità aziendali. In caso di eventi lesivi imputabili all’azienda o al soggetto delegato, soprattutto in situazioni di emersione di imputazioni per i reati di omicidio colposo e lesioni colpose correlate alla violazione di norme contro gli infortuni sul lavoro, le guarentigie di supporto per il dirigente coinvolto si ritrovano nelle disposizioni del contratto collettivo applicato al rapporto, laddove prevedano – come nella normalità dei casi – la manleva economica per responsabilità civili dirette e il rimborso di spese legali, il tutto affiancato dalla sospensione del rapporto con conservazione del posto in casi di detenzione.