Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Ripartire è in cima agli impegni di Prima Assicurazioni. Anche se non sarà così semplice, dopo l’arresto (con le accuse di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona) nel fine settimana del fondatore e primo socio (55,31%) Alberto Genovese, imprenditore che in passato aveva lanciato Facile.it, portale poi rivenduto nel 2014 per 100 milioni al fondo Oakley, che a sua volta nel 2018 lo ha ceduto per 400-450 milioni al fondo svedese Eqt. Adesso le redini di Prima, attiva nel settore della distribuzione di polizze assicurative auto, moto e furgoni (in partnership con Great Lakes Insurance, gruppo Munich Re, e La Parisienne Assurances) andranno a George Ottathycal Kuruvilla. Domani l’attuale general manager assumerà il doppio incarico di presidente e amministratore delegato ad interim per garantire la continuità aziendale dell’assicurazione online che a fine giugno, a fronte di una raccolta premi di 115 milioni (+94%) e di oltre 900mila clienti, presentava una perdita di 2,93 milioni e un patrimonio netto di 52,45 milioni.
Commentando con MF-Milano Finanza i risultati raggiunti nei nove mesi da FinecoBank Alessandro Foti mette da parte un po’ della consueta prudenza e si dice convito che l’istituto da lui guidato «chiuderà il 2020 con risultati in forte crescita rispetto all’anno scorso». Del resto i numeri presentati ieri al mercato lasciano poco spazio all’immaginazione: solo a ottobre la raccolta netta di Fineco è stata di 739 milioni di euro, in crescita del 91% rispetto allo stesso mese del 2019, portando il risultato da inizio anno a 7,1 miliardi, in aumento del 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «I numeri hanno sorpreso anche me», ammette Foti, il quale riconosce che i risultati raggiunti dalla banca sono il frutto di trend strutturali che premiano società come Fineco. «Da una parte c’è la sempre maggiore consapevolezza dei risparmiatori dell’importanza di farsi consigliare da un consulente preparato. Dall’altra c’è l’uso sempre più diffuso del digitale, cui si aggiungono le difficoltà delle banche tradizionali di rispondere a questi bisogni», dice sottolineando che in questi mesi a questi fenomeni si è sommato l’aumento del tasso di risparmio tra gli italiani indotto dalle incertezze determinate dalla pandemia e dalle attività chiuse per il lockdown.

Il virus corre tra i banchi. Nell’ultimo mese 73.489 ragazzi tra 0 e 18 anni di età sono risultati positivi al covid-19. Questa fascia di età, la stessa della popolazione scolastica, infatti, rappresenta il 14,4% dei 510.347 nuovi casi in Italia negli ultimi 30 giorni. È quanto emerge dai dati epidemiologici dell’istituto superiore di sanità (Iss). In particolare, analizzando i report settimanali dell’Iss sulla situazione in Italia, si nota come l’aumento dei contagi tra i minorenni sia costante. Con un balzo ben del 496,6% tra il 25 agosto e il 27 ottobre, 4 volte superiore all’incremento medio di tutte le età. In particolare, nell’ultimo rapporto disponibile al momento in cui chiudiamo questo numero di ItaliaOggi, relativo ai casi diagnosticati tra il 12 e il 25 ottobre, ben 27.131 positivi sono bambini e ragazzi di età scolare, il 16,1% di tutti i 168.518 casi del periodo. Percentuale che era il 12,8% tra il 17 e il 30 agosto, cioè 1.826 casi dei 14.268 contagi totali. Per aumentare al 13,5% nel periodo 7-20 settembre, quando le scuole hanno iniziato a riaprire, pari a 2.553 casi dei 18.915 totali. Mentre era salita al 17,3% nel periodo 5-18 ottobre, cioè 15.235 positivi nella fascia di età scolare dei totali 88.066 casi. Tanto che ormai Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e membro del Cts, ammette che, aumentata da metà settembre, «adesso la percentuale dei contagi tra bambini e ragazzi in età evolutiva (0-18 anni) è in linea con quella dell’età generale della popolazione». Non solo. Secondo le elaborazioni di ItaliaOggi sui dati di Epicentro.iss.it nell’ultima settimana i contagiati tra 0 e 18 anni sarebbero ben 25.741, pari a ben il 35,03% di tutti i casi in quella fascia di età negli ultimi 30 giorni: in media 18.372 contagiati a settimana nell’ultimo mese, +6.435 rispetto alla media settimanale negli ultimi 3 giorni del 2 novembre.I report dell’Iss contengono anche una tabella con la distribuzione dei casi e dei decessi per fascia di età e sesso.
  1. Welfare premiale ad ostacoli
Nuovi chiarimenti dell’Agenzia delle entrate sul welfare aziendale. Questo è quanto emerge dalla risoluzione n. 55 del 2020, la quale è intervenuta sull’ammissibilità di un piano di welfare legato alle performance dei dipendenti (cd. «Welfare premiale»). In particolare, il caso sottoposto all’Amministrazione riguardava un piano di welfare che si attivava con il raggiungimento di un obiettivo minimo di fatturato per il 2019, riconoscendo ai dipendenti un credito welfare per l’anno 2020 da utilizzare attraverso una specifica piattaforma web che consentirebbe ai destinatari la fruizione di utilità specificatamente individuate. L’importo del credito welfare riconosciuto ai dipendenti era graduato per livello di inquadramento e anzianità di servizio, e riparametrato in caso di fatturato inferiore all’obiettivo prestabilito. Orbene, l’Ufficio per fornire una puntuale risposta al quesito posto ha dapprima osservato che la non concorrenza al reddito di lavoro dipendente deve essere coordinata col principio di onnicomprensività che, riconducendo nell’alveo di tale categoria reddituale tutto ciò che il dipendente percepisce in relazione al rapporto di lavoro, riconosce l’applicazione residuale delle predette deroghe, in ragione anche della circostanza che i benefit ivi previsti non sempre assumono una connotazione strettamente reddituale.
Nasce Attiva Welfare, la nuova soluzione di Generali Italia per offrire alle aziende di tutti i settori produttivi tutele concrete per i loro dipendenti nelle situazioni più difficili, anche alla luce dell’attuale emergenza sanitaria. Attiva Welfare è una soluzione modulare: prevede offerte semplici a costo ridotto e predefinito, dedicate a tutti i dipendenti, senza alcuna esclusione, e con la possibilità di estensione delle coperture al nucleo familiare. Si tratta di uno strumento a tutela della salute e del benessere dei lavoratori delle imprese e a supporto della costruzione di un piano welfare aziendale completo, attraverso l’offerta di servizi e benefit.
  • Berkshire raddoppia i profitti
Berkshire Hathaway ha registrato nel terzo trimestre un utile netto di 30,1 miliardi di dollari (25,4 mld euro), quasi raddoppiato rispetto ai 16,5 mld dello stesso periodo del 2019. Gli utili operativi, che escludono parte dei risultati degli investimenti, sono scesi da 8,1 a 5,5 miliardi (4,65 mld euro). Nonostante il margine di miglioramento nell’ultima riga del conto economico, i risultati operativi hanno risentito delle attività di sottoscrizione assicurativa, che sono passate in perdita. A fine settembre la società di Warren Buffett disponeva di 145,7 miliardi di dollari (123,2 mld euro) in contanti: una cifra stabile rispetto ai tre mesi precedenti

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  • Fineco, balzo dell’utile
Nel terzo trimestre Fineco ha registrato un utile netto di 246,3 milioni, +22,7% rispetto al medesimo periodo del 2019. Crescono i ricavi, che si attestano a 594 milioni. Al 30 settembre le attività finanziarie ammontano a 85 miliardi, +8,2%. «Ci sono dei trend che sono incredibilmente a nostro favore, stanno rinforzando e che contribuiscono alla crescita di questa raccolta», ha detto l’amministratore delegato, Alessandro Foti

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  • L’attacco degli hacker va di moda a Piazza Affari Campari ultima vittima
Un gruppo di hacker criminali ha bloccato il primo novembre i servizi informatici del gruppo Campari, rubando dati riservati. E ora minaccia di pubblicarli se l’azienda non pagherà 15 milioni di dollari. Di loro si conosce per ora solo il nome, Ragnar Locker: in questi stessi giorni hanno colpito anche la giapponese Capcom. Campari ha subito denunciato l’accaduto alla Polizia postale, all’Fbi americano e Garante della privacy italiano e ieri ha ammesso che l’attacco potrebbe avere un’influenza sui suoi conti. È l’ultimo episodio di una serie di attacchi informatici nei confronti di grandi gruppi quotati in Borsa: solo nelle ultime settimane una sorte simile è toccata a Luxottica ed Enel, e nell’estate scorsa a Geox e Carraro. Il primo livello di danno è il blocco dei sistemi informatici, perché l’attacco utilizza un software (detto ransomware) che rende indisponibili dati e informazioni (tramite crittografia). Già questo comporta perdite economiche, blocco della produzione e di clienti. La divulgazione dei dati rubati è un danno di secondo livello e potenzialmente il più grave, per l’azienda. Ragnar Locker afferma, ad esempio, di avere in mano dati con proprietà intellettuale e brevetti di Campari (che rischiano di finire così nelle mani di possibili concorrenti). Può esserci anche un danno di immagine e reputazione. Così come possono derivare sanzioni milionarie delle autorità garanti della privacy (ai sensi del regolamento europeo Gdpr) in caso di perdita o sottrazione di dati personali per un attacco hacker.

  • Mediolanum, raccolti 440 milioni a ottobre
Banca Mediolanum ha realizzato nel mese di ottobre una raccolta netta pari a 440 milioni di euro, portando così il totale da inizio anno a 6,2 miliardi. Tenendo conto dei 322 milioni di erogazioni di mutui e prestiti e dei 14,1 milioni di raccolta polizze protezione, i risultati commerciali del mese di ottobre raggiungono i 740 milioni.
  • Prima Assicurazioni. Cambio al vertice: sostituito Genovese
Prima Assicurazioni, alla luce delle gravi accuse riguardanti il suo presidente Alberto Genovese, ha preso provvedimenti immediati per nominare George Ottathycal Kuruvilla, attualmente General Manager, come presidente e amministratore delegato ad interim, assicurando la piena continuità aziendale. La nomina ufficiale avverrà durante il cda di domani.
  • La pandemia cambia anche lo scenario del rischio
Sempre più vicini e tangibili, con effetti potenzialmente devastanti non solo per il settore economico, ma anche per i cittadini e i lavoratori. Tra i numerosi effetti collaterali del Covid c’è anche quello di aver ridisegnato la mappa dei rischi. Lo dimostra il sondaggio annuale “Regional Risks for Doing Business 2020” del World Economic Forum realizzato in collaborazione con Zurich Insurance e Marsh che ha raccolto le preoccupazioni di oltre 12mila business leader di 127 Paesi. La percezione del rischio cambia a seconda delle aree geografiche. In Italia e in Europa lo spettro numero uno, neanche a dirlo, è rappresentato dalle diffusione delle malattie infettive. Nel mondo questa preoccupazione è al secondo posto e ad agitare il sonno è soprattutto il rischio di un aumento della disoccupazione. «Prima dello scoppio della pandemia – sottolinea Massimiliano Roveda, head of commercial insurance di Zurich Italia – i rischi percepiti erano soprattutto geopolitici, lontani nello spazio e nel tempo, con effetti di medio-lungo periodo. Oggi il rischio si è avvicinato ed è più dinamico. Lo scenario cambia e le stesse compagnie assicurative devono proporsi con strumenti ad ampio raggio in grado di intercettare il cambiamento».
  • LA PROSPETTIVA RAUL CARUSO «La paura può bloccare tutto come ai tempi della peste»
Il rischio più grande è un ritorno al passato. «Stiamo vivendo la peggiore crisi degli ultimi 300 anni con molte analogie non tanto con il 1929 ma con il XVII secolo». A parlare è Raul Caruso, docente di Elementi di economia internazionale all’Università Cattolica di Milano. Invita a non dimenticare i corsi e ricorsi della storia, che senza un antidoto efficace potrebbero presentare un conto salato quando la fase di emergenza sanitaria sarà terminata.Quali sono le analogie con il mondo di oltre tre secoli fa?Sono molto più numerose di quello che si potrebbe pensare. Anche allora c’era una pandemia: la peste. E il clima di paura ha portato a una contrazione del commercio, a una stagnazione economica e a un profondo calo demografico, tutti segnali evidenti anche oggi. Tre secoli fa questa situazione ha favorito l’affermazione dell’assolutismo in politica, con guerre feroci tra Paesi a prezzi altissimi per la popolazione. Se al momento il Covid ha scardinato la mappa dei rischi lasciando in sospeso quelli geopolitici ed economici, quando il vaccino sarà finalmente disponibile su larga scala potrebbero riemergere tutte le fragilità tamponate temporaneamente con il sostegno dei Governi e degli organismi internazionali. In primo luogo l’enorme mole di debito pubblico, con conseguenze deflagranti per l’economia. E a quel punto le politiche accomodanti delle Banche centrali non basteranno. Ma anche la richiesta di pieni poteri da parte di alcuni Governi per fronteggiare l’emergenza desta preoccupazione. A pagare il prezzo più alto sarebbero soprattutto i Paesi emergenti.
  • Il welfare nei contratti mette al centro le cure
  • Accesso ai test anche per i familiari
  • Le compagnie adeguano le polizze salute
  • Copertura delle Pmi tutta da costruire
  • Inail, nel futuro sinergie con i privati per estendere la platea degli assistiti