Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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La banque verte regge l’urto della crisi pandemica in Europa e in Italia. L’insieme delle entità di Crédit Agricole nel Paese ha registrato nei nove mesi un utile netto di 551 milioni di euro, con un risultato di competenza del gruppo francese di 423 milioni di euro. I profitti sono diminuiti del 15% rispetto allo stesso periodo del 2019 per via di accantonamenti prudenziali sui crediti. Nel difficile contesto economico il gruppo guidato in Italia da Giampiero Maioli ha messo a disposizione 11,6 miliardi a quasi 105 mila clienti tra moratorie, prestiti e finanziamenti garantiti dallo Stato, di cui circa 2 miliardi già erogati. La banca ha inoltre concesso oltre 37.000 prestiti relativi al decreto Liquidità, di cui l’89% con importo fino a 30 mila euro.Il totale dei finanziamenti all’economia del gruppo è cresciuto a 78 miliardi di euro e la raccolta totale si è assestata a 259 miliardi. La banca ha mantenuto un livello di liquidità elevato e una solida posizione patrimoniale con un Total Capital Ratio pari a 18,3% e un buffer di capitale ampiamente superiore rispetto al livello minimo assegnato dalla Bce per il 2020.
Intesa Sanpaolo tornerà a remunerare i suoi azionisti non appena Bce lo consentirà e il blocco alla distribuzione dei dividendi stabilito nell’anno del Covid verrà meno. Questo è il messaggio lanciato ieri dal ceo Carlo Messina durante la presentazione dei risultati trimestrali. Non solo infatti è stato confermato un pay out ratio del 75% per il 2020 e del 70% per il 2021 ma, in aggiunta alla distribuzione della cedola a valere sul 2020, Ca’ de Sass vuole verificare con il regolatore anche la possibilità di distribuire le riserve del dividendo a valere sul 2019. «Siamo convinti», ha dichiarato Messina agli analisti finanziari, «di essere una delle banche meglio posizionate per poter riprendere la distribuzione dei dividendi una volta avuta l’autorizzazione della Bce».

Sta per sbloccarsi lo scudo da due miliardi di euro a favore del commercio per mettere in sicurezza le imprese sul versante dei mancati pagamenti: diventerà finalmente operativa la garanzia ombrello Sace a sostegno delle assicurazioni a breve termine dei crediti commerciali. Un ombrello di stato che arriverà a coprire fino al 90% degli indennizzi generati dai sinistri, cioè dalle esposizioni relative ai crediti maturati fino a fine anno.
Le polizze «scudate» sono quelle che le compagnie assicurative emettono per tutelare le imprese commerciali da insoluti e rischi di insolvenza. Ora, a distanza di quasi cinque mesi dal varo del decreto legge Rilancio (dl n. 34 del 19 maggio 2020, convertito con modificazioni dalla legge n. 77 del 17 luglio 2020), la Ragioneria dello Stato avrebbe bollinato la convenzione Sace relativa alla nuova garanzia; convenzione che il dicastero dell’economia ha negoziato con Ania (l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), in rappresentanza delle compagnie associate.
In arrivo un regolamento europeo antiriciclaggio. Definizioni precise e direttamente applicabili negli stati membri: si chiude l’era delle direttive contro il denaro sporco. Ai sensi del nuovo regolamento saranno armonizzate, tra l’altro, le entità obbligate a rispettare le norme antiriciclaggio e gli obblighi di adeguata verifica della clientela. A vigilare la corretta applicazione delle regole sarà un’autorità centrale controllata da Bruxelles. Ieri l’Ecofin ha discusso e approvato in anticipo le proposte legislative della commissione europea per il 2021 su un corpus unico di norme, sulla vigilanza a livello Ue e su un meccanismo di coordinamento e sostegno per le unità di intelligence finanziaria degli stati membri. Le proposte legislative arriveranno nel primo trimestre del 2021, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. Ma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri auspica prudenza. «La creazione di una supervisione a livello europeo deve avere un approccio graduale se vogliamo ottenere risultati e mitigare i rischi transnazionali», ha dichiarato il ministro in videoconferenza.

  • Bankitalia suona il campanello d’allarme sulle crisi d’impresa

Handelsblatt

 

  • Allianz converte i contratti di business interruption
Dopo numerose lamentele sui costi delle chiusure durante la pandemia, Allianz vuole cambiare i suoi contratti. La compagnia di assicurazione vuole modificare le condizioni in modo che in casi futuri come le chiusure generali durante la pandemia siano chiaramente escluse, ha confermato mercoledì. Ai clienti sono stati offerti i nuovi contratti dal 15 ottobre. Se non sono d’accordo, i contratti in corso saranno cancellati alla fine del periodo. Questo per le numerose cause contro gli assicuratori a seguito delle chiusure di alberghi e ristoranti durante la crisi. Allianz da sola sta attualmente affrontando circa 140 cause di questo tipo. In tribunale, alcune delle condizioni di assicurazione sono state criticate perché troppo poco chiare – non solo in Allianz. La compagnia di assicurazione vuole ora fare chiarezza con le nuove condizioni. Anche l’Associazione tedesca delle assicurazioni sta lavorando su nuovi modelli di condizioni, secondo una portavoce. Uno dei punti del dibattito attuale è “che la comunicazione deve essere ancora più chiara: Cosa è assicurato e cosa non lo è? Le cosiddette assicurazioni business interruption sono relativamente economiche – spesso inferiori ai 100 euro all’anno – e non sono destinate alle pandemie, ha spiegato il portavoce di Allianz. Se si volesse coprirle, i contratti dovrebbero essere molto più costosi.
  • Le aspettative sono state superate: Quello che Hannover Re ha ancora si attende nel 2020 nonostante Covid
È stato un confronto drastico quello fatto da Jean-Jacques Henchoz. La crisi di Coronavirus non poteva che essere paragonata a due eventi che avevano causato un simile shock, ha sottolineato il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Hannover Re in un’intervista con l’Handelsblatt di qualche giorno fa: L’attentato terroristico dell’11 settembre 2001 e la stagione degli uragani più grave del 2005, ma alla luce dei dati del terzo trimestre, il terzo riassicuratore al mondo dopo Munich Re e Swiss Re si avventura comunque in una nuova previsione. Secondo il CFO Clemens Jungsthöfel, Hannover Re prevede ora per l’esercizio finanziario 2020 un utile netto consolidato di oltre 800 milioni di euro. Per il 2021 il Consiglio di Amministrazione Esecutivo punta ad un utile netto compreso tra 1,15 e 1,25 miliardi di euro. Nell’anno precedente l’utile è stato di quasi 1,3 miliardi di euro. “L’impatto della pandemia può essere meglio stimato dopo la fine del terzo trimestre, in modo da essere di nuovo in grado di fissare obiettivi di profitto per il 2020 e il 2021”, ha spiegato Henchoz. La società è ancora più ottimista di molti analisti. L’analista medio ha finora ritenuto che Hannover Re potrebbe ancora generare un risultato di 796 milioni di euro per l’intero anno.