Nel 2019 sono state 36.890 le denunce di infortunio sul lavoro del settore sanitario, il 7,3% di quelle della gestione assicurativa dell’Industria e Servizi, in calo del 13,5% rispetto al 2015.

I dati parziali e provvisori del 2020 relativi al periodo gennaio-settembre, fanno registrare un balzo degli infortuni più che raddoppiati, infatti, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

La sanità e assistenza sociale, è sicuramente il comparto più stressato nell’attuale crisi pandemica, con lavoratori sottoposti, inoltre, ad un elevato rischio di contagio da esposizione al nuovo coronavirus. Le statistiche aggiornate al 30 settembre 2020 relative ai soli casi di covid-19 di origine professionale rilevano che il 70,3% dei contagi
codificati della gestione assicurativa dell’Industria e Servizi afferiscono proprio a questo settore.

Per quanto riguarda i casi mortali, nel 2019 sono state 20 le vittime, erano 33 nel 2015. I dati provvisori del periodo gennaio-settembre 2020, riferiti ai soli eventi in occasione di lavoro, indicano già 50 denunce mortali contro le 5 dell’analogo periodo dell’anno precedente. Sull’anno in corso ha inciso pesantemente la pandemia da Sars COV-2, causa della stragrande maggioranza delle morti professionali del settore.

Passando ad analizzare le caratteristiche degli infortuni, si osserva che circa i 3/4 delle denunce sono femminili, la percentuale si mantiene stabile negli anni; il settore, data l’elevata quota di lavoratrici è uno dei pochi in cui il numero delle denunce delle donne supera abbondantemente quello degli uomini.
Gli infortunati sono nell’86% dei casi italiani, nel 14% nati all’estero; tra le comunità straniere le più colpite sono la rumena (15,9%), la peruviana (12,6%), l’albanese (6,3%) e la marocchina (5,6%).
Il 43,2% degli infortunati ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni, senza differenze sostanziali per genere.

Considerando il quinquennio 2015-2019 si osserva una tendenza all’invecchiamento degli
infortunati, aumentano infatti, in termini relativi, le denunce delle classi più anziane, in particolare quella compresa tra i 65 e i 69 anni che vede i propri casi più che raddoppiare.
Il 22,8% degli infortuni del settore del 2019 si verifica nel tragitto casa-lavoro-casa, la quota sale al 60,0% se si considerano i soli eventi mortali. Dei 5 decessi mortali femminili, 4 sono avvenuti in itinere (sono 8 su un totale di 15 nel caso degli uomini).

I più colpiti da infortunio sul lavoro sono i tecnici della salute (35,4%), primi anche per decessi (una vittima su tre); nel dettaglio 7 denunce su 10 riguardano gli infermieri (sono invece un terzo tra gli eventi mortali). A seguire con una denuncia su 5 le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, quasi esclusivamente operatori socio-sanitari e le professioni qualificate nei servizi personali ed assimilati (12,0%), prevalentemente operatori socio-assistenziali (65% delle denunce della categoria).

A livello territoriale oltre la metà degli infortuni si verifica nel Nord (53,8%), in valore assoluto le regioni più colpite sono la Lombardia (14,3%), l’Emilia Romagna (12,8%) e il Veneto (11,3%). Anche per i decessi, si osserva una maggior concentrazione nel Nord (60% dei casi), in testa sempre la Lombardia con una vittima su 5.

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