di Antonella Ladisi
Parola d’ordine: ibrido-digitale. Il modello che la pandemia sta imponendo a molte realtà aziendali è stato analizzato ieri nell’ambito del Milano Festival delle Assicurazioni organizzato da Class Editori. Un sondaggio effettuato a inizio mese da Assinews su un campione di 201 soggetti (146 agenti assicurativi e 55 broker) – secondo quanto ha spiegato Enzo Furgiuele, formatore e consulente della società – ha indagato come le compagnie assicurative abbiano gestito la situazione pandemica e quali siano stati gli effetti sulle attività di agenti e broker. Nei mesi di totale lockdown, oltre l’80% degli sportelli d’intermediazione sono rimasti aperti, il che dimostra come la relazione con il cliente sia rimasta presidiata. Di questa percentuale, quasi il 60% ha lavorato in smartworking (nel 26,4% ha riguardato tutto il personale, mentre nel restante 32,8% dei casi è stato soltanto parziale). L’elemento clou che la ricerca ha rilevato riguarda però i clienti: il 94,1% ha infatti mostrato di apprezzare la formula smartworking, a fronte del 5,9% che invece ha lamentato l’assenza fisica di un interlocutore. Guadando poi al lato dipendenti, più dell’80% ha dichiarato di essersi adattato subito al lavoro agile, il 14,3% ha riscontrato difficoltà iniziali che poi sono state superate, mentre il 5% ha avvertito disagio per l’intero periodo. Gli intoppi hanno riguardato nel 56,5% dei casi la presenza di strumenti informatici non performanti; nel 52,2% l’impiego di linee di comunicazione non adeguate in quanto eccessivamente lente; nel 39,1% un’insufficiente organizzazione da parte dell’intermediario. Nel dibattito che ha fatto seguito alla presentazione, il presidente di Anapa, Vincenzo Cirasola, ha riconosciuto come la vita lavorativa stia cambiando. «Credo che continuerà anche dopo il Covid», ha osservato. Pur riconoscendo i benefici del lavoro agile, Cirasola ha ammesso che la trattativa finale deve essere condotta de visu. «Gli agenti devono continuare a essere consulenti e la consulenza online ha dei limiti rispetto a quelli fisici». Luca Franzi, presidente di Aiba, ha riscontrato una logica differente per quanto riguarda il modus operandi di broker e agenti nei mesi di totale lockdown: i primi hanno privilegiato la visita di persona a casa dei clienti, mentre i secondi hanno ricevuto con maggiore frequenza presso le agenzie. Quanto al post pandemia, Franzi ha prospettato uno scenario in cui vi sarà una maggiore condivisione di spazi, con conseguente calo dei costi di struttura. Di fronte ai cambiamenti contingenti, Davide Passero, ad di Alleanza Assicurazioni, ha posto l’accento sulla resilienza del comparto assicurativo: «la rete è stata interamente digitalizzata e in una sola settimana abbiamo riorganizzato il lavoro da remoto trasformandoci nel più grande operatore italiano di questa natura». (riproduzione riservata)

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