di Carlo Giuro
Ifondi pensione sono portatori di quello che si definisce come capitale paziente, in grado di contribuire a favorire la ripresa economica del Paese. Il legislatore è intervenuto in più occasioni prevedendo forme di agevolazione, ed è possibile che nel prossimo futuro vi siano nuovi interventi di stimolo per favorire una maggiore sinergia virtuosa tra pubblico e privato. Un esempio in questo senso è quello del fondo pensione per i dipendenti delle banche di credito cooperativo (bcc), più volte premiato anche a livello internazionale. MF-Milano Finanza ne ha parlato con il direttore generale, Sergio Carfizzi.

Domanda. Qual è vostro biglietto da visita?

Risposta. Il fondo è preesistente e a contribuzione definita. Il suo obiettivo è quello di adottare un approccio basato sulla diversificazione e sulla decorrelazione fra le diverse asset class presenti all’interno del portafoglio. In questo modo, anche in periodi di forte volatilità è possibile preservare la redditività del proprio investimento con livelli di rischio inferiori al benchmark.

D. Come state fronteggiando la fase di turbolenza dei mercati?

R. Il fondo adotta da anni una pianificazione strategica volta a limitare gli effetti negativi di mercato offrendo strumenti di tutela del patrimonio. Abbiamo impostato la gestione dei comparti di investimento sulla base di tre pilastri fondamentali che prevedono una gestione delegata a un numero di asset manager esterni, pari a circa il 75% del patrimonio, una gestione diretta specializzata in fondi liquidi, pari al 5%, e una gestione diretta decorrelata, pari al 20%.

D. Come mantenete il giusto mix tra soglia di liquidità e investimento?

R. I flussi contributivi in entrata vengono gestiti direttamente dall’ufficio Finanza del fondo, che mensilmente decide, nel rispetto dell’asset allocation strategica dei comparti finanziari, come destinare tale liquidità fra i mandati in gestione per mezzo di conferimenti, o se utilizzare la stessa per far fronte a nuovi investimenti diretti o richiami di capitale. Il meccanismo consente di monitorare la tesoreria, minimizzando i costi di detenzione della liquidità, che in questi ultimi anni hanno raggiunto livelli di remunerazione negativi, destinandola a forme più remunerative di investimento.

D. Siete molto attivi negli investimenti decorrelati nell’economia reale.

R. La nostra filosofia è quella di sostenere il benessere dei nostri iscritti con azioni tese a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio. Secondo la nostra visione il tessuto imprenditoriale del Paese mostra delle potenzialità inespresse che se adeguatamente valorizzate, tramite aiuti economici e know-how specifici, possono creare situazioni di vantaggio competitivo. A oggi il nostro investimento nel decorrelato ammonta a circa 426 milioni di euro, il 17% circa del nostro patrimonio complessivo, pari a 2,5 miliardi.

D. Come procede l’adeguamento al recepimento della direttiva Iorp II?

R. Il fondo, rispetto al panorama italiano ed europeo, per la maggior parte delle attività risulta essere già conforme alle nuove disposizioni. Il risultato è stato possibile grazie alla lungimiranza della governance, che da più di dieci anni ha assunto decisioni e posto in essere presidi che l’ordinamento italiano ancora non prevedeva come obbligatori.

D. Programmate iniziative per l’educazione finanziaria degli aderenti?

R. Abbiamo sempre cercato di profondere il massimo impegno per diffondere la cultura previdenziale tra gli iscritti, che vantano, rispetto ad altre categorie, un livello di alfabetizzazione finanziaria più elevato, trattandosi di dipendenti di matrice bancaria. Di recente è stata avviata una campagna comunicazionale per illustrare agli iscritti la nuova articolazione del sistema multicomparto, con l’obiettivo di renderli sempre più consapevoli delle scelte effettuate. (riproduzione riservata)

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