Per Accenture il Covid ha aumentato la disponibilità dei clienti a fornire dati pur di avere prodotti personalizzati. Il 17 novembre i ceo delle principali compagnie alzeranno il velo sulle loro strategie
di Anna Messia
I bilanci dei primi nove mesi del 2020, pubblicati in questi giorni dalle compagnie di assicurazioni, mostrano che il settore ha le spalle larghe. A partire da marzo, con la prima ondata del Covid-19 è stato in grado di affrontare l’emergenza, prendendo rapide contromisure. Gli indici di Solvibilità hanno restituito imprese in salute e anche gli utili del periodo hanno retto abbastanza bene allo scossone, grazie anche al salvagente lanciato dalla Bce e dall’Unione Europea, che hanno evitato crolli dei mercati e forti tensioni sugli spread dei titoli di Stato.

Anche a livello industriale, il Covid non ha generato perdite nelle assicurazioni italiane vista la scarsa diffusione di polizze per l’interruzione di attività (tecnicamente business interruption), a differenza di altri player che in Europa hanno accusato il colpo, come i Lloyd di Londra che pagheranno 5 miliardi di sterline di sinistri legati alla pandemia, oppure la francese Axa, con un conto da 1,5 miliardi di euro. In questi mesi le reti di agenti assicurativi hanno poi continuato a lavorare, imparando rapidamente a utilizzare nuove forme di comunicazione da remoto e accelerando un processo già in atto, grazie anche agli ingenti investimenti tecnologici avviati negli ultimi anni un po’ da tutto il settore. Ma è altrettanto evidente che l’effetto dirompente sull’attività delle assicurazioni si concretizzerà nei prossimi mesi e ancora di più nei prossimi anni. Perché la pandemia, in pochissimo tempo, ha cambiato comportamenti e valori delle persone in un modo irreversibile, mentre in queste settimane, la nuova ondata del virus, ha inevitabilmente riportato nel Paese un clima di incertezza, proprio quando i risultati del terzo trimestre avevano iniziato a dare segnali importanti di ripresa. Argomenti di cui si discuterà martedì 17 novembre nel corso della XX edizione dell’Insurance Day, che vedrà la partecipazione di amministratori delegati, direttori generali e top manager delle principali compagnie assicurative che operano in Italia e sarà trasmesso in diretta su Class Cnbc (canale 507 Sky), in streaming su milanofinanza.it e sulla piattaforma Zoom, organizzato da MF-Milano Finanza in collaborazione con Accenture. Evento che aprirà la seconda edizione del Milano Festival delle assicurazioni, una tre giorni di appuntamenti che si chiuderà giovedì 19, con 17 webinar trasmessi da ClassCnbc e da milanofinanza.it per entrare nel vivo, con i protagonisti del settore, delle sfide e delle opportunità che attendono le imprese assicurative nei mesi a venire: dall’improvvisa richiesta di polizze salute, alla possibilità di assicurare i rischi pandemici, dalle occasioni di business offerto dal Superbonus 110% per aumentare l’efficienza energetica delle abitazioni sino all’accelerazione impressa dalla pandemia alle startup tecnologiche dedicate alle polizze. «La pandemia in corso a livello mondiale sta cambiando fortemente la nostra società, il modo in cui viviamo, ci relazioniamo e lavoriamo, con un conseguente impatto sull’economia e su tutti i mercati. Anche in ambito assicurativo ha inciso sulle abitudini delle persone, accelerando e consolidando dei trend già in atto: vediamo un incremento della predisposizione all’acquisto di prodotti personalizzati, la crescente disponibilità a condividere dati e informazioni in cambio di servizi e la richiesta di un’interazione assicurativa più semplice e fluida», dice Daniele Presutti, Insurance Lead Europe di Accenture, sottolineando che a questo si aggiunge un aumento della propensione a considerare canali di vendita non specificatamente assicurativi, in cui il prodotto assicurativo è parte integrante di un’offerta più ampia come concessionari auto, utility oppure piattaforme online di servizi.

La crisi, intanto, in questi mesi ha inevitabilmente generato un rallentamento della raccolta premi, sia nel Vita che nel Danni, imputabile alla recessione economica, alle restrizioni alla mobilità e all’esercizio delle attività produttive, alle difficoltà e nuove priorità di consumatori e aziende. Se la crescita nella raccolta prima del 2019 era stata guidata dal comparto Danni (+6,3% rispetto al 2018), la contrazione dei premi nel primo semestre 2020 è trainata dal comparto Vita (-15%), seguono Auto (-5,9% ) e Danni Non Auto (-1,1%), la cui raccolta è stata in linea con l’anno precedente. In particolare, il segmento Vita, fortemente caratterizzato da canali di vendita fisici (soprattutto filiali bancarie), ha sofferto le misure di lockdown con il rallentamento dell’attività commerciale e ha dovuto assorbire qualche aumento di richieste di riscatto di prodotti assicurativi da parte dei clienti chiamati a fare fronte a problemi di liquidità. Nel ramo Danni il rallentamento della circolazione ha generato poi una minore frequenza nei sinistri per tutta la durata delle restrizioni per le linee di business connesse alla mobilità (calcolata da Ivass in una flessione del 50%, con un risparmio medio sulla singola polizza di 36-41 euro), con alcuni player focalizzati su settori specifici (come appunto l’auto) che si sono distinti in positivo, gestendo al meglio il calo dei sinistri dovuto alle restrizioni alla circolazione, con impatto positivo sul combined ratio (indice che misura sinistri e costi rispetto ai premi incassati). Un ritorno alla normalità nella circolazione c’è stato nei mesi estivi, ma ora, con le nuove restrizioni, il fenomeno del calo dei sinistri potrebbe riprendere vigore.

«Il contesto globale è in forte e continua evoluzione, lo abbiamo definito NeverNormal (mai normale, ndr)», aggiunge Presutti. È uno scenario dove le «compagnie assicurative potranno cogliere opportunità importanti, investendo in modo focalizzato su distribuzione, evoluzione dell’offerta, re-skilling della forza lavoro e interazione con i propri clienti» e la gestione dei dati (cloud-first) diventa fondamentale perché è «il paradigma tecnologico per la trasformazione della curva dei costi e l’adozione di nuovi modelli di business e di offerta in cui dati ed ecosistemi sono parte integrante di un servizio sempre più personalizzato». (riproduzione riservata)

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