di Marco Vignali
Anche in tempi di Covid-19 le compagnie assicurative si sono mostrate reattive: sfruttando il processo di digitalizzazione dei processi sanitari già in atto hanno messo a disposizione dei clienti strumenti adeguati a rispondere alle più svariate esigenze. «La digitalizzazione globale è un’opportunità, ma non bisogna sottovalutarne le problematiche», ha messo in guardia Samuele Marinello, health risk manager di Assinews, nel corso di un incontro della seconda edizione del Milano Festival delle Assicurazioni organizzata da Class Editori. «È un nuovo approccio e come tale presenta anche rischi: per le compagnie il possesso di un’ingente mole di dati può portare al superamento della mutualità assicurativa», ha osservato il manager, sottolineando come «a oggi la sfida più grande sia essere il più vicino possibile ai clienti con una serie di servizi collaterali, affiancandoli nel momento in cui devono approcciarsi alle pratiche sanitarie». Secondo Flavia Riccardo, del Coordinamento della Sorveglianza Epidemiologica dell’Iss, le esigenze variano in maniera dinamica soprattutto in relazione alla pandemia che «resta in fase acuta, anche se la trasmissibilità si sta riducendo». Si è assistito a un cambio di scenario radicale, come ha testimoniato l’ad di Aon e Aon Advisory Solutions Enrico Vanin. Fino a poco fa un rischio pandemico era pressoché escluso in gran parte delle polizze, mentre oggi figura tra i fattori più importanti. Inoltre, anche per altre fattispecie come la globalizzazione o il digitale, «sarà importante capire come agiranno i clienti, specie quelli individuali. Se l’utente non percepisce il rischio, è improbabile pensare che possa gestirlo e trasferirlo all’assicuratore», ha aggiunto. Marco Mazzucco, dg di Blue Assistance, ha invece posto l’accento sul tema della distanza, evidenziando come non abbia intaccato l’operato delle compagnie, affidabili e puntuali nonostante la necessità di operare da remoto. «Abbiamo dovuto abilitare una struttura a operare da casa per garantire che i sistemi d’assistenza non rallentassero, fornendo servizi alle persone, relegate a distanza», ha ricordato. «Si è assistito a una riqualificazione dei servizi di telemedicina, della medicina interna e delle altre aree collegate, come l’oncologia. Abbiamo lavorato sulla qualità, considerando l’irruenza dei nuovi servizi sanitari all’interno del mondo assicurativo come aspetto chiave da cui partire». Il comparto assicurativo è stato tra i più resilienti, ponendosi come modello. «I primi interventi sono stati effettuati dalle imprese già a marzo», ha ricordato Marco Vecchietti, ad e dg di Intesa Sanpaolo Rbm salute. «La capacità d’intervento sui prodotti è stata molto rapida. Non tanto adeguarsi alle nuove esigenze, che è già un must per noi, ma fare programmazione. Questa è una delle lezioni fondamentali che ci ha insegnato la pandemia: un sistema più programmato, anche a livello statale, è un sistema dove si mettono a disposizione strumenti di tutela aggiuntivi, determinanti per uno stile di vita sostenibile», ha concluso Vecchietti. (riproduzione riservata)

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