Bisogna “seguire con decisione la strada della partnership fra settore pubblico e settore privato: questa mi sembra la via maestra per dare risposte efficaci ai nuovi bisogni di sicurezza degli italiani”.

Lo ha detto la presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, durante un evento del Sole 24 ore, spiegando che “lo scatenarsi della crisi pandemica ha fatto emergere nuovi bisogni di protezione, cui è necessario dare risposte rapide ed efficaci, evitando di lasciare i cittadini esposti a rischi che possono compromettere l’equilibrio finanziario delle famiglie”.

Occorre che lo Stato definisca con chiarezza il suo preciso ambito di intervento: che si tratti di previdenza, di sanità, di assistenza o di calamità naturali, tutti devono sapere con certezza fino a dove possono arrivare le prestazioni pubbliche. È necessario, parallelamente, sviluppare forme di protezione complementari private”, ha proseguito.

Nel campo della previdenza, “occorre incentivare le adesioni alle forme complementari, ancora limitate soprattutto per i giovani e le donne. Lo stesso vale per la sanità, dove un’elevata incidenza delle spese “out of pocket” evidenzia una situazione non ottimale dal punto di vista sia dell’efficienza della spesa sia dell’equità”.

Nell’area delle calamità naturali, “l’ancora ridottissima propensione alla copertura assicurativa per gli immobili residenziali (non si arriva al 5% degli immobili) attesta la necessità di predisporre un sistema organico pubblico-privato per la gestione efficiente di questi rischi, come insegnano le numerose esperienze estere in questo campo. 
Solo con uno sistema di questo genere è, infatti, possibile garantire a tutti i cittadini. Siamo convinti che l’Italia possa raggiungere questo obiettivo attraverso l’uso delle risorse Next Generation EU, rendendo totalmente detraibile il premio assicurativo negli anni di durata degli aiuti europei“, ha concluso.

Farina