Il binomio Coronavirus-assicurazioni in Francia sta suscitando forti reazioni. Questo a seguito del fatto che tutti gli assicuratori i cui contratti prevedevano clausole applicabili alla situazione Covid-19 hanno previsto l’esclusione della pandemia dalla lista degli eventi assicurabili a partire dai rinnovi del 1° gennaio 2021.

Come si legge sulle colonne dell’Argus, la presidente della Federazione Francese delle Assicurazioni (FFA) Florence Lustman, durante un’udienza della Commissione Finanze tenutasi giovedì 25 novembre, ha detto: “I consulenti spiegano queste clausole aggiuntive ai clienti. Ovviamente, è una situazione spiacevole per entrambe le parti, ma queste clausole non fanno altro che chiarire la situazione, come richiesto dall’ACPR in primavera. Il 4% dei contratti prevedeva clausole che lasciavano spazio all’interpretazione. E il chiarimento può andare in una sola direzione, quella dell’esclusione, perché come abbiamo detto ed è ormai riconosciuto da tutti, la pandemia non è un evento assicurabile dal solo settore privato. Questo è, inoltre, il senso della creazione del sistema catex, in quanto non possiamo accontentarci di questa risposta.”

Ed è proprio il sistema “catex” (che sta per catastrofe eccezionale) ad essere al centro dei riflettori in questo momento. Inizialmente promesso per l’autunno, il testo della legge non è ancora pronto. Il 4 giugno la FFA aveva presentato una prima proposta che combinava le caratteristiche del regime delle catastrofi naturali a quelle del GAREAT (il pool per la gestione dei rischi terroristici), avanzando l’idea del pagamento di una somma forfetaria rivolta alle micro-imprese e alle PMI, perché “maggiormente colpite dalla crisi”. Se la copertura forfetaria ha raccolto le adesioni dei più, l’esclusione delle grandi imprese e l’entità dei rischi che innescano il meccanismo hanno creato non poche tensioni tra i broker e i riassicuratori.

La FFA, quindi, qualche settimana fa ha presentato al Ministro dell’Economia nuove proposte che includono coperture sia per le piccole che per le grandi aziende e si applicano solo alla “chiusura amministrativa totale o parziale in caso di pandemia”. La somma forfetaria è rimasta, con una compensazione del 50% della perdita lorda di esercizio, esclusi salari e utili. Su richiesta del Ministro, sia il versamento che l’indennità saranno plafonati. Per le piccole imprese con un fatturato inferiore ai 100.000 euro, il versamento sarebbe di 4,20 euro al mese, dando diritto a una copertura di 3.750 euro in tre mesi. Per il resto delle aziende, l’importo sarebbe modulato in funzione del settore di attività. Ad esempio, un ristorante con un fatturato annuo di 1 milione di euro pagherebbe un contributo di 26 euro al mese, avendo diritto a un’indennità di 22.000 euro per 3 mesi di chiusura. Un’impresa del settore edile con un fatturato annuo di 5 milioni di euro pagherebbe un premio mensile di 155 euro per 130.000 euro di indennizzo. Per le grandi imprese, il sistema prevede un premio annuo massimo di 7.400 euro per un indennizzo di 500.000 euro.

Il “catex” si sviluppa sulla base di una partnership tra settore pubblico e privato. La Caisse Centrale de Réassurance (CCR) fornisce sostegno attraverso un trattato di riassicurazione quota share e una garanzia stop loss, cioè oltre un importo definito con la garanzia illimitata dello Stato. Verrà poi “compensata per la sua assunzione di rischio”, come sottolinea Stéphane Pénet, delegato generale della FFA. Gli assicuratori e i riassicuratori riceverebbero 200 milioni di euro di premi, mentre la CCR ne otterrebbe 300 milioni. Inoltre, nel caso di lockdown locali o regionali, gli importi da indennizzare sarebbero inferiori e quindi non sarebbe richiesto l’intervento di quest’ultima.

Risulta abbastanza chiaro però che questo sistema si potrà applicare a partire dalle pandemie future. Nell’attesa, intanto, a partire da gennaio 2021 le aziende francesi si ritrovano comunque scoperte in caso di chiusura amministrativa.