I reclami arrivati ai fondi nel 2019 sono 3 mila, stabili sul 2018. Ma salgono le lamentele degli iscritti ai pip. Nel mirino anche le richieste di portabilità
di Carlo Giuro
Nell’ordinamento previdenziale italiano si attribuisce grande rilevanza alla possibilità da parte dell’aderente di presentare reclamo alla propria forma pensionistica complementare nel caso in cui ritegna che ci siano presunte criticità o irregolarità nel rapporto di partecipazione. Il termine di risposta da parte del fondo pensione è di 45 giorni dalla ricezione. Nel caso in cui non si sia invece ricevuta risposta o non si sia soddisfatti si può adire la Covip. L’obiettivo comunque è favorire un rapporto tra i fondi pensione e i loro aderenti fondato su un trasparente, chiaro e tempestivo riscontro alle richieste di questi ultimi. C’è anche la via dell’esposto, ovvero una comunicazione trasmessa alla Covip con l’obiettivo di portare all’attenzione eventuali anomalie rilevate nel funzionamento della forma previdenziale. In ogni modo va evidenziato che non è compito della commissione di vigilanza dei fondi pensione presieduta da Mario Padula dipanare i casi singoli. Con l’esposto la Covip recepisce elementi idonei a verificare, sotto un profilo generale, l’effettiva sussistenza di aree di criticità rispetto alle quali attivare interventi volti alla correzione delle disfunzioni rilevate. Le controversie individuali possono essere invece portate in sede di giustizia civile o, nell’ipotesi in cui vi sia tale previsione nella regolamentazione della forma previdenziale, a procedure arbitrali. Ma quanto e perché si reclama? Sulla base della Relazione annuale alla Covip, nel 2019 i reclami pervenuti ai fondi sono stati quasi 3 mila, dato sostanzialmente analogo a quello del 2018. Il numero rimane invariato nei fondi pensione preesistenti, diminuisce di 140 unità nei fondi pensione negoziali e di 150 unità nei fondi pensione aperti, mentre aumenta di 350 unità nei pip (piani individuali pensionistici). Procedendo ad una disamina per tematica si osserva come quelli relativi alla gestione amministrativa sono pari a circa il 77%. La quota dei reclami relativi alle prestazioni pensionistiche continua a rimanere rilevante per il settore dei fondi preesistenti (circa il 27%). La parte riguardante i profili di trasparenza si attesta al 9%; i reclami relativi alla gestione delle risorse e alla raccolta delle adesioni si mantengono a livelli contenuti (6% nel complesso). Si conferma infine il peso marginale delle lamentele relative al funzionamento degli organi (lo 0,5%) . Andando poi agli esposti sono stati 514 nel 2019 (rispetto ai 507 del 2018), di cui 56 relativi ai negoziali (otto in meno sul 2018), 93 ai fondi aperti (in diminuzione di due unità), 271 ai pip (in aumento di 36 unità) e 94 riguardanti i fondi pensione preesistenti (in diminuzione di 19 unità). La maggior parte degli esposti nei negoziali ha riguardato criticità afferenti all’esercizio delle prerogative individuali da parte degli aderenti e le omissioni contributive. Queste ultime, essendo riconducibili a un comportamento del datore di lavoro, non formano tuttavia oggetto di un intervento diretto da parte della Covip. L’autorità di vigilanza sottolinea poi come nella gran parte dei casi, le criticità segnalate hanno fatto riferimento a circostanze che avrebbero potuto trovare la corretta soluzione nell’interlocuzione diretta tra le parti, secondo il modello tracciato dalla commissione per la trattazione dei reclami. Anche per i fondi pensione aperti e i pip le problematiche più ricorrenti hanno riguardato profili legati alla gestione amministrativa. In particolare, si evidenzia come resta sempre alto il numero degli esposti aventi ad oggetto ritardi nei trasferimenti della posizione individuale, dovuti a tempi di espletamento delle pratiche ritenuti lunghi o a richieste di documentazione di non immediata evidenza quanto a utilità o necessità. Infine con riferimento ai preesistenti l’oggetto prevalente degli esposti è costituito dalle questioni relative all’esercizio delle prerogative riconosciute agli iscritti. (riproduzione riservata)

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