La Commissione UE spinge per una governance europea in merito al trattamento dei dati, in linea con i principi comunitari della protezione delle informazioni personali, dei consumatori e con le regole di concorrenza.

La strada passa quindi per un regolamento che si offre come “modello alternativo” alle pratiche di trattamento dei dati delle grandi piattaforme tech americane, che riescono ad acquisire un elevato potere di mercato grazie ai loro modelli di business incentrati sul controllo di grandi quantità di dati.

Il commissario all’industria Thierry Breton ha indicato che “il regolamento faciliterà il flusso di dati tra i settori e gli Stati membri, mettendo tutti coloro che generano dati al posto di comando. Con il ruolo sempre crescente dei dati industriali nella nostra economia, l’Europa ha bisogno di un mercato unico dei dati aperto ma sovrano”.

L’agenzia Radiocor sottolinea come in base ai calcoli della Commissione, l’accesso ai dati e il loro riutilizzo possono generare vantaggi sociali ed economici valutabili fra l’1 e il 2,5% del pil Ue. Le nuove misure proposte potrebbero far aumentare il valore economico annuo della condivisione dei dati fino a 7-11 miliardi entro il 2028.

Il regolamento europeo (denominato Digital Act) proposto si fonda sulla neutralità e sulla trasparenza degli intermediari dei dati, che sono gli organizzatori della condivisione o della raccolta dei dati.

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