di Anna Messia
Il 60% degli assicuratori mondiali teme una performance negativa degli investimenti, anche a causa degli esborsi legati al Covid. ll 62% si dice pronto a dare priorità a polizze specializzate nel rischio pandemico. Quasi il 70% è intenzionato a mettere la tecnologia al primo posto, convinto che stia trasformando l’intera industria assicurativa e la percentuale sale al 78% se si parla di attenzione verso i temi Esg. Mentre le compagnie italiane al centro delle proprie necessità sembrano mettere una diversificazione dei portafogli, con meno Btp, che oggi pesano per oltre 400 miliardi di euro, e più mercati emergenti.

Sono queste le tendenze emerse nell’ultimo studio realizzato da BlackRock, che ha raccolto le opinioni di 360 executive manager assicurativi che amministrato un patrimonio di oltre 24 mila miliardi di dollari. In ballo ci sono due terzi degli asset dell’intero settore, in 25 mercati mondiali, Italia compresa: nella Penisola il colosso americano ha contattato 23 manager alla guida di altrettante compagnie assicurative. L’Italia ha le sue peculiarità, come la scarsissima diffusione di coperture per l’interruzione del business delle aziende legato alla pandemia, che riduce le perdite legate al Covid, ma d’altro canto le assicurazioni italiane, più delle altre, devono fare i conti con le esigenze di rivedere i propri portafogli che oggi hanno una larga esposizione in Btp, e poi ci sono tendenze comuni con altri mercati. «Ci sono quattro temi di particolare interesse per gli assicuratori mondiali a fronte della ricadute per la pandemia e in particolare la sostenibilità, la resilienza del portafoglio tra bassi tassi d’interesse e mercati volatili, la revisione del modello di business e la trasformazione digitale», dice a MF-Milano Finanza, Patrick Liedtke, responsabile Emea clienti strategici del financial Institutions group di BlackRock. Per quanto riguarda il business, il Covid ha cambiato gli stili di vita e gli assicuratori sono chiamati a rivedere l’offerta, pronti a mettere a punto per esempio polizze vita multiline e prodotti specializzati sul rischio di pandemia. In un contesto di bassi tassi d’interesse e di mercati volatili, le compagnie sono preparate a rimettere mano anche ai propri portafogli, favorendo strumenti alternativi, e quasi la metà dei manager non teme di aumentare l’esposizione al rischio nei prossimi 12-24 mesi pur di portare a casa performance migliori. In Italia il 57% degli assicuratori è pronto ad assumersi maggiori rischi. «Il 22% dei responsabili di assicurazioni italiane si dice poi propenso a ridurre il peso dei Btp, aumentando la flessibilità di portafoglio con un’attenzione per diversificare gli asset, per esempio verso private equity o investimenti infrastrutturali, oltre che per ridurre il peso dell’immobiliare italiano, guardando a investimenti real estate oltre il confine nazionale», continua Liedtke. Il settore ha poi dimostrato di sapersi adattare rapidamente all’accelerazione della trasformazione digitale imposta dalla pandemia, con un notevole successo nello svolgimento delle attività da remoto. Solo il 24% dei rispondenti ha riportato lacune tecnologiche mentre il 70% si dice pronto a puntare forte sugli investimenti digitali. L’altra grande tendenza, trasversale a tutti i mercati e molto forte anche in Italia, è l’attenzione verso la sostenibilità, accelerata dal Covid: il 78% degli assicuratori è interessato ai temi Esg, con una maggiore enfasi verso gli aspetti sociali e di governance. Oltre il 50% dei rispondenti lo scorso anno ha investito in specifiche strategie Esg, percentuale che in Italia sale al 61%. «La sensazione è che il Covid stia accelerando trend strutturali già in atto, in un anno che potrebbe rivelarsi cruciale per le assicurazioni», conclude Liedtke. «Le società devono riposizionare i business e i portafogli più velocemente del previsto e questa può essere l’occasione per avvicinarsi maggiormente ai clienti e per un’integrazione più profonda dei valori Esg». (riproduzione riservata)

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