di Nicola Carosielli
La propensione al risparmio e l’attuale situazione dei mercati hanno spinto al rialzo i flussi sul private banking del 2,7% nel 2020 in Italia. Tanto che le masse gestite dal settore per il 2020 dovrebbero arrivare a 908 miliardi, salendo a 950 miliardi nel 2021 fino a sfiorare i 1.000 miliardi l’anno seguente (986 miliardi). Sono queste le principali evidenze presentate ieri dall’Aipb, l’associazione che riunisce i principali operatori nazionali e internazionali del private banking italiano, nel corso della 16esima edizione del forum annuale del private banking. Il private banking italiano sembra quindi confermarsi in salute, mostrando anche una maggiore consapevolezza degli investitori. Come ha infatti notato il presidente di Aipb Paolo Langé, «gli italiani oltre a essere un popolo di risparmiatori stanno crescendo come investitori consapevoli», tanto che «i 4.500 miliardi di euro di ricchezza finanziaria delle famiglie pongono l’Italia al quarto posto tra i principali Paesi europei», rappresentando «un fattore di stabilità per il Paese, soprattutto se lo consideriamo assieme al basso tasso di indebitamento privato, che è un ulteriore elemento di forza per il futuro».

Guardando poi all’impatto della pandemia sui portafogli della clientela private Langé ha spiegato che proprio questi sono stati tra i più colpiti, poiché maggiormente esposti ai mercati finanziari, «più di quanto non lo siano i risparmi delle famiglie retail, composti per oltre il 50% da depositi bancari». Contestualmente, ha notato ancora il presidente di Aipb, a partire dallo scorso aprile i clienti sono però tornati a investire, cogliendo le opportunità presenti nei mercati e riportando i depositi su livelli fisiologici. «Il supporto assicurato dal private banking ha fatto sì che solo il 20% dei clienti si dichiari oggi troppo preoccupato dal presente per pensare al futuro, mentre la maggioranza si sente in grado di orientare lo sguardo al medio e lungo periodo», ha detto ancora Langé.

A proposito dell’impatto della pandemia, il presidente di Assogestioni Tommaso Corcos ha spiegato che «il fenomeno di eccesso di liquidità sui conti correnti non è solamente italiano ma europeo. Negli ultimi trimestri il tasso di risparmio delle famiglie, non italiane, è quasi raddoppiato». Questo accade principalmente per due motivi, ha aggiunto Corcos: «il primo è legato all’incertezza provocata dalla crisi, per cui in contesti così difficili chi può risparmia in modo significativo; poi ci sono i tassi d’interesse quasi a zero, a causa dei quali la porzione d’investimento che andava allocata sulle obbligazioni ha visto un ridimensionamento». In momenti come questi, ha concluso Corcos, «è importante approfittare anche delle volatilità che si vengono a realizzare tenendo presente l’obiettivo principale dell’investimento». (riproduzione riservata)

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