Vittoria assicurazioni può contare su una base di soci stabili e avanza in un percorso stand alone orientato alla crescita in Italia: è quanto emerso a margine della presentazione di Vittoria hub, primo incubatore insurtech basato sull’open innovation. All’orizzonte ci sono due opportunità: la chiusura di due accordi di bancassurance nel ramo danni e, appunto, la scommessa sull’innovazione. «Il nostro azionariato è molto stabile e non abbiamo alcuna preoccupazione di diventare preda di qualche investitore», ha detto l’a.d. Cesare Caldarelli. «Vittoria sicuramente continuerà a essere indipendente nonostante le attenzioni che riceviamo. Il percorso è di successo, l’azionista è molto contento e non c’è nessuna ragione per pensare di cambiare questo percorso. Non abbiamo più necessità di essere in borsa, le nostre dimensioni sono molto adeguate, i risultati sono buoni, ma certo non ci accontentiamo, abbiamo l’ambizione di crescere ancora. Il mercato è promettente e la nostra intenzione è crescere». Caldarelli ha aggiunto che la compagnia ha una vocazione italiana e punta a svilupparsi in Italia, dove «ha ancora tanto da fare: negli ultimi cinque-sei anni abbiamo raddoppiato le dimensioni e i premi e riteniamo che ci sia ancora molto spazio». Per quanto riguarda nuovi accordi di bancassurance, «abbiamo diversi contatti, ci stiamo guardando intorno. Privilegiamo la nostra distribuzione tradizionale, con una diffusione capillare sul territorio. Però abbiamo due accordi di distribuzione nel ramo vita con banche di credito cooperativo e stiamo vedendo di perfezionarne un altro paio nel ramo danni». Quanto a Vittoria hub, si concentrerà su quattro aree: persona, casa, mobilità e azienda connessa. La prima Call for ideas 2019 è aperta a tutte le start-up con idee innovative. Ciascuna potrà ottenere premi incrementali fi no a 60 mila euro e condizioni favorevoli di fi nanziamento. Le candidature sono aperte fi no al 28 febbraio 2020. Il presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, ha defi nito l’iniziativa «una nuova palestra, una Silicon Valley in miniatura».

Fonte: