di Sergio Luciano

È passata seminosservata una piccola-grande notizia, molto significativa e quasi simbolica: l’attivazione in Italia (Italia si fa per dire, Merano è Alto Adige, cioè un altro pianeta rispetto allo standard della penisola) di un servizio di trasporto automobilistico pubblico effettuato con un veicolo elettrico a guida autonoma. Sperimentale, d’accordo: ma funzionante al 100%. Con l’assicurazione che lo copre con una polizza RcAuto meno cara dello standard, perché l’Intelligenza artificiale ai comandi non si distrae e non parla al telefonino. E con un tragitto di linea aperto al pubblico lungo il fiume Passirio.
Non è fantascienza: funziona. Poco distante, in Svizzera, a Sion, il servizio di un veicolo analogo è stato già stabilmente avviato, con grande successo di pubblico, dopo una lunga fase sperimentale superata senza incidenti. In Italia, ahinoi, ci vorrà un decreto ad hoc per risolvere (ammesso che ci riescano) i problemi di privacy, di hackeraggio eccetera. E si sa che la burocrazia non ha intelligenza artificiale e anzi ha molta scemenza naturale. Ma tant’è.
Perché però la notizia ha comunque del clamoroso? Perché questa della guida autonoma è una di quelle innovazioni in controtendenza. Non ci sottrae tempo, ce ne regala tanto. Ci libera da incombenze inutili e ripetitive. Ci aiuta veramente a vivere! La maggior parte delle novità che ci arrivano dalla Silicon Valley e, in generale, dal sistema delle cosiddette invenzioni digitali, finge di migliorare la nostra vita ma in realtà ce la accorcia, appesantendola di vischiosità intellettuali e psicologiche.
La rete dei social network ci avviluppa il cervello in mille passatempi inutili ma difficili da accantonare. Droghe comportamentali escogitate per farci spendere e consumare. Molte delle asserite comodità grazie alle quali ci facciamo da soli i biglietti del treno o i bonifici in banca ci assorbono in realtà lo stesso tempo, se non di più, che perdevamo in fila nelle filiali, ma almeno socializzavamo. Il bombardamento di fake news e stupide fiction ci sottrae ore e ore e non ci arricchisce in nulla.
Emanciparci dall’obbligo di guidare noi l’auto mentre ci trasferiamo da un luogo all’altro è invece un vero regalo che la tecnologia ci fa. Anziché concentrarci sulla guida potremo conversare, leggere, scrivere, dormire. Scegliere in piena autonomia come vivere quel tempo liberato. Sollevati da un’incombenza impegnativa obbligatoria e noiosa, a parte qualche patito del volante che peraltro, spesso, diventa un pericolo pubblico. Ce ne vorrà, intendiamoci, prima che tutti si possa evitare la noia del volante: ma stiamo parlando di anni, non di decenni.
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