Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Com’è noto, le adesioni alla previdenza complementare nel nostro Paese non presentano numeri esaltanti. In particolare, la crescita degli ultimi anni della partecipazione a forme collettive è in larga misura dovuta alle cosiddette adesioni contrattuali, cioè quelle stabilite dalle fonti negoziali, per l’intero bacino di utenza, con il solo contributo datoriale. L’idea di base è che esse, mercé l’opera di sensibilizzazione realizzata dalle forme nei riguardi degli aderenti automatici, nel tempo possano trasformarsi in iscrizioni ordinarie, con apporto contributivo anche del lavoratore e conferimento del Tfr, là ove previsto. La realtà è che risulta molto arduo persuadere gli aderenti contrattuali della necessità di costruire una vera posizione previdenziale, cosicché le conversioni sono poco frequenti. Parimenti, in via generale, le pur lodevoli campagne di sensibilizzazione per l’adesione dei singoli lavoratori producono effetti modesti.
Generali Assicurazioni risistema le sue pedine in Asia: dal Vietnam, dove ha appena firmato un nuovo accordo bancassicurativo che durerà 15 anni con la banca locale Ocb, alla Malesia dove deve decidere cosa fare con il partner Mpib (Multi Purpose Insurance Berhad), passando per la Cina dove è al lavoro per tentare di ampliare il raggio d’azione alla previdenza privata. Che Generali Assicurazioni  sia interessata a svilupparsi nel continente asiatico è un fatto noto. Più volte il group ceo, Philippe Donnet e il general manager, Fréderic de Courtois, hanno ribadito l’intenzione di aumentare la presa del Leone nei paesi asiatiche che nel settore assicurativo continuano a registrare alti tassi di crescita.
In Parlamento si prepara l’artiglieria per la modifica dei Pir. Ieri, alla scadenza del temine per la presentazione degli emendamenti al decreto fiscale, Lega, Partito Democratico e Forza Italia hanno depositato proposte di modifica dei Piani Individuali di Risparmio. Tuttavia, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, è possibile che alla fine il restyling possa agganciarsi al carro della legge di Bilancio piuttosto che al decreto Fisco in conversione alla Camera. La prima opzione infatti lascerebbe più tempo alle forze politiche, che paiono concordi sulla necessità di un intervento, per trovare la quadra tra le ipotesi sul tavolo. Ad ogni modo gli emendamenti presentati ieri segnano la rotta ed è probabile che verranno ripresentati pressoché identici per il ddl Bilancio. Anche perché ogni forza politica ne ha presentato più d’uno, a dimostrazione che il ventaglio di possibilità è ancora ampio.
Mediobanca continuerà a presidiare le Generali anche nell’arco del prossimo piano industriale 2019-2023, conservando in portafoglio il suo strategico 13%. Sarà questa l’indicazione che oggi il ceo Alberto Nagel fornirà agli investitori, precisando che la quota potrebbe essere parzialmente o interamente smontata solo nel caso di operazioni straordinarie. Tanto più che la recente proroga del Danish Compromise (il principio contabile che allevia l’assorbimento di patrimonio) consentirà a Mediobanca di non dedurre la partecipazione dal capitale fino al dicembre del 2024.
  • Raccolta di 367 mln per Banca Generali
Banca Generali a ottobre ha registrato una raccolta netta di 367 milioni di euro per un totale di oltre 4,1 miliardi da inizio anno. Nel mese i nuovi comparti della Sicav Lux Im hanno raccolto 194 milioni consolidando il trend di crescita da inizio anno (1,7 miliardi). A ottobre si è registrato anche un cambio di passo nel segmento assicurativo, con la raccolta dei nuovi contenitori assicurativi ibridi di Bg Stile Libero che hanno realizzato 106 milioni di nuovi flussi (332 milioni da inizio anno). «Ottobre è stato un altro mese all’insegna della forza della domanda e della qualità nel mix d’offerta proposto», ha commentato Gian Maria Mossa, amministratore delegato di Banca Generali. «Le novità dei nuovi comparti della Sicav Lux Im hanno trovato subito grande attenzione tra i clienti, così come le ultime proposte nella nostra multilinea che vedono crescere l’apporto delle gestioni assicurative». 

 

  • Minali, l’uscita da Cattolica e la strada verso Trieste
Archiviata nelle scorse settimane l’esperienza in Cattolica, Alberto Minali avrebbe iniziato a guardarsi attorno in cerca di nuove opportunità e, secondo quanto si apprende, un ritorno in Generali non sarebbe sgradito. Anche perché a Trieste il manager veronese ha avuto un fortunato cursus honorum. È qui che nel 1991 ha iniziato la carriera, per l’esattezza nella divisione internazionale di business development, per poi diventare reinsurance underwriter nel Regno Unito e quindi responsabile finanza in Ina. Dal 2000 al 2005 è quindi passato in Allianz-Ras e poi in Eurizon, come cio, e cfo di Eurizon Vita. Per oltre cinque anni quindi è stato gestore della società di investimenti – sua creatura – Eskatos Capital Management, attiva nella gestione di fondi specializzati nel comparto assicurativo, poi venduta ad Azimut. Nel 2012 è quindi rientrato in Generali come direttore finanziario, diventandone poi anche direttore generale all’uscita di Raffaele Agrusti. Tre anni dopo l’uscita dal gruppo e, a qualche mese di distanza, l’arrivo ai vertici di Cattolica. Un incarico ricoperto con eccellenti risultati fino al ribaltone del 31 ottobre e al successivo passaggio delle deleghe al direttore generale Carlo Ferraresi. Anche se per il momento si tratta soltanto di un’ipotesi, per un manager cresciuto nella scuderia di Generali un ritorno a Trieste non sarebbe certamente una sorpresa. Ma probabilmente non si tratta dell’unica opzione che Minali esaminerà nelle prossime settimane.
  • Quale epilogo per una compagnia pirandelliana
Il paradosso della vicenda che, nella Cattolica, ha riguardato la decisione di ritirare le deleghe di amministratore delegato ad Albero Minali  sta nel fatto che il consiglio di amministrazione ha approvato all’unanimità il piano industriale dell’ex ad e ora il direttore generale, Carlo Ferraresi, dichiara che lo attuerà, gli utili conseguiti dalla gestione Minali sono i più alti degli ultimi dieci anni e, tuttavia, si fa leva  su di una non componibile diversità di visioni che sarebbe alla base del ritiro. Come si sa, Minali resta nel consiglio pur senza deleghe.  In questa settimana sarà audito dall’Ivass. Con dichiarazioni pubbliche rese  in questi giorni ha recisamente smentito di aver lavorato per la trasformazione della compagnia da cooperativa a spa. Si è detto del tutto estraneo alla legittime iniziative di alcuni soci che vorrebbero arrivare alla convocazione di un’assemblea straordinaria per modificare lo statuto, soprattutto per porre un limite ai mandati e un tetto di 70 anni per la presenza negli organi aziendali, modifiche che sarebbero malviste – almeno così si vocifererebbe – da altri, fra i quali il presidente, deus ex machina della compagnia, Paolo Bedoni. Insomma, gira e rigira, le motivazioni in qualche modo trapelate appaiono arcana imperii, quando, invece, occorrerebbero una piena trasparenza, nonché una doverosa  accountability. Sarà da attendersi che, anche sotto l’impulso delle autorità di controllo, su questa vicenda vengano fornite al mercato tutte le più complete e rassicuranti informazioni. Quanto all’argomento della trasformazione in spa non sarebbe affatto fuori luogo che si riflettesse su di esso. Tuttavia, come insegna la vicenda delle banche popolari, pressioni per la trasformazione potrebbero provenire da diverse parti. Sarebbe allora opportuno che, quanto meno a livello di mero esercizio per ora, si valutasse il conferimento di azienda con la previsione, attraverso lo scorporo dalla cooperativa che manterrebbe il controllo, di una conferitaria spa assicurativa.

Quanto vale il mercato dell’intelligenza artificiale (IA) applicato alla salute? In che posizione si trova l’Italia nel contesto internazionale? Dove si trovano e quali sono i centri di eccellenza della penisola?
A queste e altre domande si dà risposta domani e giovedì a Palazzo Pirelli durante ICAIH 2019 (www.icaih.com), la prima conferenza industriale su intelligenza artificiale e salute, organizzata da Vega Research Laboratories, start-up con uno staff di ricerca che vanta oltre trent’anni di esperienza nelle applicazioni dell’IA ed è attiva nella ricerca e nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi ad elevato valore tecnologico, Promoest (agenzia specializzata nell’organizzazione di eventi e congressi in Italia e all’estero) e Class Editori.
Sanzioni antiriciclaggio più basse per infrazioni in tema di contanti e assegni, ma solo a partire dal primo luglio 2020. Con le nuove soglie, infatti, la sanzione minima attualmente pari a 3 mila euro sarà abbassata a 2 mila euro dal 1° luglio 2020 e a mille dal gennaio 2022. Nessuno sconto è invece previsto per i professionisti e gli istituti di credito che omettano di segnalare l’infrazione. Lo si legge nel dl 26 ottobre 2019 n. 124, il decreto fiscale, all’esame della commissione finanze della Camera.
Sei lavoratori domestici su dieci sono irregolari, ovvero circa 1,2 milioni di persone. Sono 859.233, invece, colf e badanti regolarmente iscritte negli archivi Inps a fine 2018; di queste, 613.269 sono immigrate. È questa la fotografica scattata da Assindatcolf, Associazione nazionale datori di lavoro domestico e da Idos, Centro studi e ricerche, autore del Dossier statistico immigrazione 2019, i cui dati sono stati presentati ieri mattina nel corso di un evento organizzato a Milano.
Quintuplicato l’assegno una tantum Inail in caso di morte. Dal 1° gennaio, infatti, l’importo è passato a 10 mila euro, sia nel settore industriale che agricolo (2.160 per gli eventi fino al 31 dicembre 2018). Lo spiega, tra l’altro, l’Inail nella circolare n. 30/2019 in cui detta le istruzioni sulla rivalutazione annuale delle prestazioni pari all’1,1% a decorrere dal 1° luglio 2019. Come di consueto agli interessati l’istituto assicuratore invierà apposita comunicazione con i dettagli sulla riliquidazione e sui conguagli (moduli 170/I e 171/I).
Il 6 novembre Leonardo Del Vecchio ha incrementato la partecipazione nel capitale di Mediobanca, portandola al 9,889% dal precedente 6,941% del 17 settembre: è quanto emerge dagli aggiornamenti delle partecipazioni rilevanti diffusi dalla Consob. La quota è detenuta indirettamente attraverso la holding lussemburghese Delfin (9,371%) e, in misura marginale, tramite Aterno (0,203%) e Dfr Investment (0,316%). Lo stesso giorno Unicredit ha ridotto la sua partecipazione in Piazzetta Cuccia dall’8,848% del 27 giugno allo 0,253%. L’istituto guidato dall’a.d. Jean Pierre Mustier ha azzerato l’intera quota detenuta nel patto di consultazione.

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  • Cattolica Consob convoca l’ex ad Minali
Tra giovedì e venerdì sarà ascoltato – prima da Ivass e poi da Consob – Alberto Minali, ex amministratore delegato di Cattolica (ma ancora in cda), cui sono state tolte le deleghe il 31 ottobre. Sarà interessante capire l’atteggiamento delle due Authority, che evidentemente vogliono andare a fondo sulle caratteristiche dello scontro che si è consumato (la settimana scorsa Ivass ha sentito presidente e direttore generale di Cattolica). Il nodo del contendere è la governance – c’è chi sostiene che Minali avesse in mente la trasformazione in spa, negata da quest’ultimo – ma c’è anche chi punta il dito sugli equilibri interni al mondo della cooperativa, che ha tradizionalmente forti rapporti con Coldiretti e più in generale con le realtà locali. Dinamiche deflagrate con la rimozione delle deleghe, affidate al direttore generale Carlo Ferraresi. Che, la settimana prossima, sarà negli States in occasione del road show organizzato da Borsa italiana per presentare le società agli investitori. Al momento però non è previsto nessun incontro con il fondo Berkshire Hathaway di Warren Buffett, che ha acquistato il 9,04% di Cattolica chiamato da Minali. E che ha espresso «delusione» per il suo allontanamento.

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  • Regolari o no? Il rebus dei seggiolini
Non c’è pace per i seggiolini anti-abbandono diventati obbligatori il 7 novembre. Ora viene adombrato il sospetto che quelli in commercio non siano in linea con i requisiti tracciati nel decreto attuativo e tanto basta per mettere in allarme migliaia di famiglie. La denuncia è dell’associazione Altroconsumo che elenca tutte le caratteristiche dei dispositivi a norma evidenziando in particolare l’indisponibilità di modelli capaci di attivarsi automaticamente, senza ulteriori manovre da parte del conducente. Ma il ministero delle Infrastrutture e Trasporti guidato da Paola De Micheli respinge senza indugi questo sospetto . E sono proprio i collaboratori della ministra a chiarire: «Non ci risulta che siano in circolazione prodotti non rispondenti ai requisiti. In ogni caso la vigilanza sui requisiti previsti per legge è affidata alla Motorizzazione». Dunque eventuali irregolarità verranno individuate. Ma in campo c’è anche la polizia Stradale che consiglia, al momento dell’acquisto, «di richiedere la dichiarazione di conformità».
  • Banca Generali, la raccolta netta a ottobre a 4,1 miliardi
Banca Generali ha registrato ad ottobre una raccolta netta di 367 milioni per un totale di oltre 4,1 miliardi da inizio anno per la banca guidata da Gian Maria Mossa. Di questi, i nuovi comparti dell’innovativa «Sicav Lux Im» hanno raccolto 194 milioni nel mese, consolidando così il trend di crescita da inizio anno (1,7 miliardi). Le masse sotto consulenza evoluta (Advisory) hanno raggiunto i 4,5 miliardi.

  • Mediobanca alza il velo sul piano Del Vecchio al 9,89%
Mediobanca alza il velo oggi sul piano industriale per il prossimo triennio. Sarà ancora un piano di crescita, ma non sono da attendere discontinuità rispetto al passato. Resterà l’articolazione tra i tre rami di attività: investment banking, credito al consumo e wealth management. Quest’ultima è la diversificazione più recente e quella che dovrà essere ancora sviluppata per alzare la redditività. Generali, di cui Piazzetta Cuccia detiene il 13%, resterà come “riserva” cui attingere nel caso di presentassero opportunità di M&A rilevanti.
  • L’ex ceo Minali in Consob e Ivass 
Sul ricambio al vertice di Cattolica Assicurazioni resta acceso il faro delle Authority. In particolare, Ivass e Consob hanno convocato rispettivamente per giovedì e venerdì l’ex amministratore delegato, Alberto Minali, per sentire la versione del manager dopo che la Vigilanza ha già ascoltato il presidente, Paolo Bedoni e il direttore generale Carlo Ferraresi. Intanto, è comunicazione di ieri, Norges Bank ha il 3,058% di Cattolica. Il superamento della soglia del 3%, secondo quanto emerge dalle comunicazioni Consob, è avvenuto lo scorso 7 novembre e quindi circa una settimana dopo la revoca delle deleghe all’ ex ceo Minali.
  • Sicurezza, il condominio è luogo di lavoro
Il condominio è un luogo di lavoro in cui si applica il Dlgs 81/2008. Lo afferma la Cassazione (sentenza 45316/2019) affrontando il caso di un installatore che aveva realizzato un impianto all’interno di un condominio ed era stato condannato per i reati di cui agli articoli 46, comma 2, e 55, punto 5 lettera c), del Dlgs 81/2008. Secondo l’imprenditore il condominio non è un luogo di lavoro e quindi non rientrava, in quanto luogo privato, nella sua disponibilità. Per la Cassazione, però, ogni tipologia di spazio può assumere la qualità di luogo di lavoro, se vi sia ospitato almeno un posto di lavoro o sia accessibile al lavoratore (sentenza 40721/2015) anche solo se il transito è necessario per provvedere alle incombenze affidategli. Quindi uno spazio condominiale utilizzato dai lavoratori (nel caso, il deposito del Gpl), anche se non è direttamente occupato dal cantiere, rientra nella qualifica di luogo di lavoro, dove il datore di lavoro deve adempiere agli obblighi di sicurezza a tutela della salute dei lavoratori (e dei condòmini).

Il gigante AXA ha appena venduto a Goldman Sachs il resto della sua partecipazione nella controllata americana AXA Equitable Holdings (EQH) per 3,1 miliardi di dollari USA (2,81 miliardi di euro). Ha venduto 144 milioni di azioni ordinarie di EQH alla banca degli Stati Uniti in un’offerta secondaria ad un prezzo di $21.80 per azione. La chiusura dell’offerta è prevista per il 13 novembre. EQH ha accettato di riacquistare 24 milioni di queste azioni da Goldman Sachs. L’operazione dovrebbe avere un impatto positivo di 6 punti sul Solvency II ratio di AXA.