Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Si mantiene positiva, anche se in calo, la raccolta netta delle reti di consulenti finanziari a settembre. I flussi sono stati pari a 1,58 miliardi di euro dai 2,7 miliardi di agosto (per un totale di 24,48 miliardi nei nove mesi del 2019). In particolare nel mese gli investitori hanno ceduto le obbligazioni in portafoglio perché il netto calo dello spread ha spinto i risparmiatori a realizzare plusvalenze sui titoli in portafoglio, a partire dai Btp. Assoreti spiega che i volumi netti di raccolta realizzati sui prodotti del risparmio gestito sono stati pari a 1,36 miliardi, mantenendosi sui livelli del mese precedente (+1,9%), mentre il saldo netto delle movimentazioni realizzate sulla componente amministrata del risparmio è stata di 215 milioni con una flessione significativa rispetto agli 1,35 miliardi di agosto, determinata dalle vendite realizzate sulle obbligazioni.
La decisione sarà presa entro il primo trimestre dell’anno prossimo. Di certo Banca Generali  avrà presto una licenza bancaria in Svizzera, ma le strade su come attuare il proposito restano ancora due. «Se in questo periodo troveremo una licenza bancaria da acquistare potremmo valutarla», spiega a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato, Gian Maria Mossa, «altrimenti avvieremo le pratiche per trasformare in banca la neo acquisita Bg Valeur, che al momento è una fiduciaria».
Ieri il cda della compagnia di Verona ha revocato all’ad Alberto Minali le deleghe operative e ha conferito tutti i poteri al direttore generale Carlo Ferraresi. «Il consiglio di amministrazione ha constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con l’amministratore delegato per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’amministratore delegato verso il cda e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze», hanno fatto sapere dalla compagine presieduta da Paolo Bedoni.

Rafforzare l’eccellenza del brand Allianz e confermare la centralità degli agenti. Con questi obiettivi sarà on air da domani sulle principali emittenti televisive la nuova campagna di comunicazione di Allianz Italia, la compagnia guidata dall’amministratore delegato Giacomo Campora. La comunicazione mette infatti al centro l’agente Allianz e invita a riflettere sul valore dell’assicurazione. Lo spot suggerisce di lasciarsi sorprendere dalla vita e affrontarla senza risparmiarsi, proprio perché nel momento del bisogno l’agente Allianz sarà sempre al fianco del cliente. Gli agenti sono il fattore distintivo di Allianz sul mercato, un vero e proprio vantaggio competitivo, oltre che un concreto beneficio per i clienti italiani, i quali si dichiarano soddisfatti al 95% della qualità dei prodotti e della liquidazione in caso di sinistro.
Le fideiussioni bancarie che riproducono le clausole del cosiddetto modello Abi, già dichiarate anticoncorrenziali dall’Autorità garante alla stregua della legge 287/90, non sono, per ciò solo, in toto nulle, ben potendosene accertare la più lieve invalidità cosiddetta parziale, con espunzione delle pattuizioni contrarie alla legge. L’Antitrust, infatti, ha accertato l’illegittimità solo di alcune delle clausole delle Norme bancarie uniformi predisposte dall’Abi in materia di fideiussione. Per tale ragione i tribunali possono (o, meglio, devono) procedere all’eventuale scrutinio (e sanzione) delle sole condizioni contrattuali rivenienti dalle intese illecite, valutando se del caso se sussistono i presupposti per l’accertamento della nullità parziale (e non totale) del contratto di fideiussione. È quanto affermato dalla I sezione della Cassazione con la sentenza 24044 del 26/9/2019.

A mercati chiusi la compagnia veronese ha comunicato di avere revocato le deleghe operative all’a.d. Alberto Minali, con il conferimento di tutti i poteri al d.g. Carlo Ferraresi. Contro la prosecuzione del rapporto con il capoazienda, secondo fonti di mercato, hanno votato 14 consiglieri di amministrazione su 16. La società ha spiegato che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con Minali per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e con il mercato. Si è quindi verificata «una non fluida, distesa e positiva posizione dell’a.d. verso il board e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze».

Nei primi nove mesi Banca Generali ha realizzato un utile netto di 196 milioni di euro, in crescita del 44% su base annua. Le masse gestite e amministrate sono salite a 66,1 miliardi (+15% da inizio anno) grazie ai nuovi flussi netti di raccolta per 3,8 mld, alla performance delle masse pari a 3,7 miliardi (+6,4%) e al consolidamento della neo acquisita Nextam Partners. Il margine di intermediazione è ammontato a 408,4 milioni (+23%), le commissioni di gestione a 476,9 mln (478,7 mln) e il margine di interesse a 53,9 mln (+22%). Il cost-income si è ridotto al 39% dal 42,3% dello scorso dicembre. Il Cet1 si è attestato al 16,5% dal 17,5% di fine 2018. 


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  • Elettrica e a guida autonoma Ecco l’automobile del 2030 che sarà anche riciclabile
Meno certezze, più capovolgimenti improvvisi. Il Risiko delle alleanze accelera il cambiamento dell’industria dell’auto. Una delle carte vincenti è l’elettrificazione. Necessaria per compiere il primo grande passaggio verso la nuova mobilità. Occorreranno investimenti colossali, nuove piattaforme produttive in grado di realizzare vetture più semplici e con meno componenti. Dunque, più automazione e meno occupazione. La sharing mobility e la guida autonoma rivoluzioneranno anche i modelli di business delle case automobilistiche. A cominciare da una riduzione della forza lavoro di almeno il 50%. È quanto emerge da una ricerca di PriceWaterhouseCooper che immagina qui al 2030, due diversi tipi di stabilimenti. Uno per la produzione di auto acquistate dalle aziende di noleggio il più possibile standardizzate e facili da assemblare per abbassarne il costo. L’altro per vetture personalizzate ma tutte prodotte su una stessa catena di montaggio altamente automatizzata. Secondo PWC nell’impianto di produzione di questi veicoli “sarà necessario solo il 40% dei lavoratori con le competenze di oggi, mentre per le vetture personalizzate sarà necessario il 50% in meno degli attuali addetti. Entro il 2030 raddoppierà, invece, il numero di ingegneri e in generale di tutta la nuova forza lavoro specializzata. Luci e ombre del futuro.
  • Lo scisma della Cattolica Il consiglio caccia Minali “Non ci trasformerà in Spa”
Ieri il cda di Cattolica Assicurazioni con 14 voti favorevoli su 16 ha sfiduciato Alberto Minali, revocandogli le deleghe e affidandole al direttore generale Carlo Ferraresi. Come si legge in una nota, il cda di Cattolica (ottavo gruppi assicurativo italiano per premi raccolti) ha «constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con l’amministratore delegato per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’ad verso il consiglio di amministrazione e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze».  Il cda, pur licenziandolo, gli ha riconosciuto di aver fatto bene dal punto di vista del business, esprimendo «soddisfazione sui risultati finanziari» raggiunti da Cattolica sotto la guida di Minali, che era stato chiamato nel 2017, dopo l’esperienza ad alto livello nel gruppo Generali. Ma il cda non avrebbe potuto fare diversamente, visto che il 2018 si è chiuso con un risultato netto positivo per 107 milioni, miglior risultato degli ultimi dieci anni.

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  • Medie cilindrate, 2 mila euro in più su redditi di 28 mila Salve le ibride
Dalla maggioranza all’opposizione, passando per l’intera filiera del settore auto, tutti chiedono al governo di ripensare la stangata fiscale sulle auto aziendali. Nessuno difende la misura, che tuttavia per ora resta nel testo della legge di Bilancio del 2020, e che in ogni caso non sarà facile rimpiazzare, visto che porta ben 513 milioni di gettito annuo. Le critiche partono da Italia viva, attecchiscono nel Pd e nel M5S, scatenano Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Forza Italia, +Europa. Neanche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, la vede di buon occhio. Dunque, dice il ministro, sarà modificata. Secondo fonti del Mef, l’imposta potrebbe restare identica per auto aziendali ibride o elettriche, con la quota imponibile, come adesso, al 30% del valore convenzionale, mentre per le altre la quota sarà al 60% e per le vetture superinquinanti salirà al 100%. Del resto, nel Documento programmatico di bilancio, l’aumento delle tasse sulle auto aziendali veniva definita come una misura «ecologica». Per Anfia, Unrae, Federauto e Assilea, che raccolgono l’intera filiera del settore, l’aumento delle tasse determinerebbe il collasso di questa fetta del mercato. Aniasa, cioè le imprese di noleggio, sostiene senza mezzi termini che così «si uccide il mercato dell’auto». Già il governo Prodi, nel 2006, aveva introdotto una stretta analoga. Ma fu costretto a una clamorosa marcia indietro solo pochi mesi dopo.
  • Pensioni, nuova revisione. I sindacati: aumento di appena 3 euro
Il disegno di legge di Bilancio contiene il promesso miglioramento della rivalutazione delle pensioni al costo della vita, ma si tratta, secondo i calcoli dei sindacati, di appena 3 euro in più nel 2020 e solo per 2,8 milioni di pensionati su 16. La manovra interviene sull’allineamento al costo della vita degli assegni di importo compreso fra tre e quattro volte il minimo, cioè tra circa 1.522 euro e 2.029 euro lordi al mese. Attualmente esso è pari al 97% dell’inflazione. Dal prossimo anno sarà il 100%. Ma poiché il tasso di aumento dei prezzi è minimo — a ottobre + 0,3% rispetto a un anno prima — la rivalutazione si esaurisce in circa 25 centesimi al mese, cioè 3 euro in un anno. Per il resto, il disegno di legge di Bilancio conferma, per il biennio 2020-21, il meccanismo per fasce di importo. I trattamenti pensionistici complessivamente non superiori a quattro volte il minimo (2.029 euro) ricevono una rivalutazione piena. Quelli tra quattro e cinque volte il minimo (2.029-2.510 euro) il 77% dell’inflazione. Tra cinque e sei volte il minimo (2.510- 3.012 euro) il 52%. Tra sei e otto volte (3.012- 4.016) il 47%. Tra otto e nove volte (4.016-4.518) il 45%, mentre le pensioni di importo superiore a nove volte il minimo (4.518 euro) verranno rivalutate nella misura del 40% del tasso d’inflazione. Dal primo gennaio 2022 scatterà invece un nuovo sistema. Gli adeguamenti si applicheranno per scaglioni (non quindi sull’importo complessivo della pensione). Saranno rivalutati al 100% le fasce di pensione fino a quattro volte il minimo, al 90% le fasce tra quattro e cinque volte e al 75% le fasce superiori a cinque volte il minimo.
  • Cattolica Assicurazioni, le deleghe passano a Ferraresi
Un consiglio di amministrazione straordinario di Cattolica Assicurazioni ha revocato, ieri, le deleghe all’amministratore delegato Alberto Minali, in carica dal primo giugno 2017, e le ha conferite al direttore generale Carlo Ferraresi. La società «ha constatato e preso atto — spiega una nota — che si è progressivamente verificata una divergenza di visione con l’amministratore delegato per quanto riguarda l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato». Il presidente Paolo Bedoni, in un messaggio ai dipendenti, ha parlato di decisione «dolorosa, ma inevitabile».
  • Banca Generali, balzo degli utili
Banca Generali, guidata da Gian Maria Mossa (foto), ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con «il miglior risultato di periodo nella storia della banca» con un utile netto di 196 milioni di euro (+44%). I ricavi totali sono saliti del 23% a 408,4 milioni. Le masse gestite e amministrate sono salite al nuovo massimo storico a 66,1 miliardi (+15% da inizio anno).

  • Guadagni pochi, costi alti: risparmio nel vicolo cieco
C’era una volta in cui il risparmio degli italiani faceva rima con titoli di Stato. Investire e risparmiare erano – per l’italiano medio – sostanzialmente sullo stesso piano. Risparmiare equivaleva ad acquistare BoT (i titoli governativi liquidi, che hanno scadenze brevi, da 1 a 12 mesi). Investire invece equivaleva a comprare BTp (da 2 a 30 anni). Tutto molto semplice. E redditizio. Oggi la mappa dell’allocazione della ricchezza delle famiglie è profondamente cambiata. I numeri della Banca d’Italia sono inequivocabili: nel 1988 il 57% dei titoli del debito pubblico era in mano alle famiglie. Ora quella percentuale è crollata al 5%. Nel mezzo è lievitata la liquidità: tra contanti sotto il materasso (stimati) e depositi in conto corrente i numeri ufficiali oscillano tra i 1.390 miliardi censiti dalla Banca d’Italia a fine 2018 ai 1.557 indicati dall’outlook di ottobre 2019 dell’Abi (dati al 30 settembre 2019). Si tratta di una enorme massa di denaro, non distante dal prodotto interno lordo del Paese, che nel 2018 si è attestato a 1.753 miliardi. Avere così tanti soldi in cassaforte è certamente un costo (l’inflazione, seppur bassa, ogni anno li erode) ma anche un’opportunità che in questo momento gli italiani (non investendoli) non sembrano disposti a cogliere.
  • Blitz al vertice di Cattolica Assicurazioni Silurato l’Ad Minali, deleghe a Ferraresi
Con una mossa che ha visto prevalere la linea del presidente Paolo Bedoni, il cda straordinario della compagnia assicurativa ha revocato ieri le deleghe a Minali per assegnarle al direttore generale Carlo Ferraresi.  Il blitz nei confronti di Minali, che è stato così di fatto sfiduciato dal board (dove rimarrà in carica con il ruolo di consigliere), arriva a valle di un lungo braccio di ferro con Bedoni. Uno scontro che ha avuto come oggetto del contendere, tra le altre cose, in particolare la forma societaria della popolare e una sua possibile trasformazione in Spa. A dirlo tra le righe è la stessa compagnia assicurativa, che in una nota diffusa al mercati chiusi, fa sapere di aver «constatato e preso atto che si è progressivamente verificata una divergenza di visione» con l’ad per quanto riguarda «l’organizzazione societaria, gli scenari strategici e i rapporti con i soci e col mercato, con la conseguenza di una non fluida, distesa e positiva posizione dell’amministratore delegato verso il cda e una non sufficiente sintonia e organicità nelle rispettive competenze».
  • Ai rider compenso minimo orario e copertura assicurativa Inail
Con il via libera da parte della Camera, che ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del Dl 101/2019 sulla tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali, sono in arrivo novità importanti per i collaboratori coordinati e continuativi e i riders. Per i collaboratori parasubordinati (anche delle piattaforme digitali) viene cancellato il riferimento alla natura «esclusivamente» personale del rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, e scompare l’inciso che individuava come forma di etero-organizzazione del committente la predisposizione dei tempi e del luogo di lavoro. Quanto ai riders, la legge di conversione individua dei livelli minimi di tutela che devono essere applicati a tutti i lavoratori autonomi che svolgono attività di consegna di beni per conto altrui, in ambito urbano e con l’ausilio di bici e veicoli a motore, attraverso piattaforme anche digitali.

Handelsblatt

 

  • Gli azionisti di Swiss Re ricevono minori dividendi a causa delle costose catastrofi
Il gruppo riassicurativo svizzero Swiss Re vuole versare ai propri azionisti meno di quanto promesso a causa degli elevati pagamenti per i sinistri catastrofali e dell’offerta pubblica iniziale della divisione Re Assure, che è stata annullata in estate. In considerazione dell’elevato investimento di capitale, il riacquisto di azioni proprie sarà interrotto dopo una prima tranche di riacquisto, ha annunciato giovedì il gruppo zurighese.
Gli azionisti riceveranno quindi al massimo un miliardo di franchi invece di due miliardi. Secondo John Dacey, il CFO di Swiss Re, il gruppo continuerà ad essere dotato di un’ottima dotazione di capitale. Nei primi nove mesi, il numero due del settore riassicurativo ha aumentato il suo utile del 23 per cento a 1,34 miliardi di dollari. Gli svizzeri hanno guadagnato bene sui mercati finanziari e la vendita di una quota in Brasile ha portato plusvalenze. La raccolta premi è cresciuta del 10%, raggiungendo i 28,4 miliardi di dollari nel periodo da gennaio a settembre.
Gli investitori hanno reagito negativamente. Le azioni Swiss-Re hanno perso lo 0,8% e sono tra i titoli assicurativi più deboli d’Europa.