L’a.d. di Unipol, Carlo Cimbri: non c’è nulla di concreto sul tavolo
Raccolta UnipolSai cresce del 23% a 10 mld
di Giacomo Berbenni

Non c’è nessun matrimonio in vista tra Ubi e Bper: a scrivere la parola fine sulle indiscrezioni delle ultime settimane è stato Carlo Cimbri, presidente e a.d. di Unipol, primo azionista con il 20% nella popolare emiliano-romagnola. «L’ho letto sui giornali, che si sbizzarriscono sempre a ipotizzare diverse possibili combinazioni. Tuttavia oggi non abbiamo alcunché da valutare: se mai Bper dovesse sottoporci ipotesi di operazioni, noi le valuteremo, anche se al momento non mi risulta che ce ne siano in corso».
Ciononostante, Cimbri rimane convinto che il risiko nel settore bancario sia inevitabile: «Presto o tardi, escludendo Unicredit e Intesa Sanpaolo, le banche di media dimensione in Italia dovranno prendere in considerazione ipotesi di aggregazione e arrivare a un consolidamento, di cui il sistema economico nazionale ha bisogno. Alle stesse banche medie servono maggiori dimensioni per riuscire a competere efficacemente nel contesto attuale di mercato e in quello che verrà. Starà naturalmente ai manager capire quali tipi di combinazioni possano effettivamente generare valore per gli stakeholder e creare banche solide e performanti. Come azionisti (di Bper, ndr) noi non potremo che favorire ipotesi che possano dar vita a realtà più solide, stabili e potenzialmente più performanti di quelle attuali».
L’a.d. ha spiegato che la cessione di Unipol banca a Bper, completata in luglio, permette alla compagnia assicurativa di «gestire le attività del gruppo in maniera più proattiva sul fronte della liquidità». In precedenza il gruppo aveva adottato «una politica molto conservativa nella gestione della liquidità, perché volevamo proteggere gli obiettivi di risultato e di dividendi senza accumulare rischi: il che ci ha fatto anche perdere alcune opportunità d’investimento. Ora invece abbiamo un maggiore raggio d’azione sugli investimenti e, al tempo stesso, una gestione proattiva».
Intanto UnipolSai ha chiuso i primi nove mesi con un utile netto consolidato normalizzato di 580 milioni di euro, in crescita dell’1,8% su base annua. La raccolta diretta assicurativa è ammontata a 10,01 miliardi (+23,4%) e i premi danni a 5,73 miliardi (+2,7%). Il combined ratio si è rafforzato dal 93,5 al 94,1%. Nel vita la raccolta diretta è salita del 39,9% a 4,278 miliardi. Nel canale bancassicurazione Arca vita ha realizzato una raccolta diretta di 1,169 miliardi (+44,1%).
La controllante Unipol ha riportato un utile netto consolidato normalizzato di 577 milioni, in crescita del 14,6%. Il gruppo ha confermato gli obiettivi di risultato e dividendo per il 2019 e il 2020 previsti dal piano. «Siamo perfettamente in linea per poter rispettare l’obiettivo», ha assicurato Cimbri.
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