Un mercato che riguarda tutti i consumatori indistintamente, un mercato che ha generato transazioni per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari (181 mld di euro): la mobilità si conferma un settore strategico per lo sviluppo economico, purché affrontato in chiave sostenibile. Infatti, come emerso ieri al convegno «La Mobilità del Possibile», si tratta di un comparto animato negli ultimi 6 anni da 550 transazioni e, stando all’analisi EY sull’Italia, il suo valore di 200 miliardi di dollari si può dettagliare meglio tra i diversi trend che riguardano oggi la mobilità, a partire dai 100 miliardi di dollari legati alla sharing mobility (circa 90 mld di euro), dai 60 miliardi alla guida autonoma (54,3 mld di euro), arrivando ai 25 miliardi alla green mobility (inclusi i veicoli elettrici, in tutto pari a 22,6 mld di euro) e ai 16 miliardi alle auto connesse (oltre 14 mld di euro). Circa l’80% delle transazioni è stato effettuato da operatori non strettamente appartenenti al comparto automotive, tra cui fondi di private equity e venture capital (circa il 42,5% dell’intero mercato), a conferma della trasversalità del settore.
«Si stima che la smart mobility in Italia assorbirà nei prossimi cinque anni circa 2,4 milioni di persone, di cui solo il 45% appartenenti al comparto automotive in senso stretto», ha dichiarato Donato Iacovone, a.d. di EY in Italia e managing partner dell’area Mediterranea. «Per crescere l’ecosistema della mobilità ha però bisogno che la dimensione istituzionale e quella infrastrutturale avanzino in parallelo, con un allineamento e coordinamento continui. Solo così si riuscirà a innovare le infrastrutture, a generare un ritorno degli investimenti in nuova mobilità e, soprattutto, ad aumentare e rendere più diffusi quei comportamenti smart in grado di generare un impatto concreto sulla salvaguardia dell’ambiente e su un consumo più sostenibile delle risorse e delle fonti energetiche».
Non a caso, sempre secondo dati EY, l’auto rimane la prima scelta di mobilità (70% degli intervistati) ma i consumatori sarebbero disposti a variare modalità di trasporto, a condizioni di un cambio economico (39%), della disponibilità di mezzi pubblici (37%) e della loro puntualità (35%). Ma verso quali cambiamenti sono orientati i consumatori? Il 47,4% dichiara che, se dovesse cambiare la macchina nei prossimi tre anni, sceglierebbe un modello elettrico o ibrido. Il 63% si dice interessato a utilizzare veicoli dotati di assistenti alla guida, purché accrescano la sicurezza del mezzo. Inoltre, il 22% degli utenti italiani, che conoscono i servizi di sharing mobility, ha utilizzato almeno una volta un servizio di car sharing mentre il 17% (contro l’8% del 2018) dichiara di aver provato almeno una volta una bicicletta in condivisione. Però, la mancanza di copertura nelle zone maggiormente frequentate spinge il 21% degli intervistati a scegliere mezzi alternativi. L’utilizzo di veicoli condivisi è sporadico (poche volte durante un anno) per il 71,6% degli intervistati mentre gli utilizzatori assidui (almeno una volta a settimana) sono meno del 10%. Lo studio evidenzia che la sharing mobility è molto apprezzata dagli utenti che l’hanno utilizzata almeno una volta: il 91% si dichiara, infatti, soddisfatto dell’esperienza.
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