Per la Consob sono al 75%. La cultura finanziaria è bassa
di Franco Adriano

In famiglia, ad assumere la decisione su come impiegare i soldi, sono ancora per lo più gli uomini: il 75%. Almeno l’80% di questi si consulta prima con la partner (60%) o con i genitori o con i figli. Non basta. Il 54% non è in grado di eseguire un semplice calcolo percentuale mentre un italiano su tre non sa nemmeno cos’è un conto corrente, figurarsi un’azione, un’obbligazione o un fondo comune. Nonostante ciò, il 63% non si fida degli intermediari finanziari e solo il 30% fa una corretta pianificazione finanziaria. Sono alcuni dei dati emersi dal Rapporto 2019 della Consob, presentato a Roma, che l’autorità ha dedicato alle conoscenze finanziarie, alle attitudini e agli investimenti delle famiglie italiane.
L’osservatorio raccoglie i dati relativi a un campione di 3.058 individui, rappresentativo dei decisori finanziari italiani, di cui 1.311 intervistati anche nel 2018. Il 21% degli intervistati non conosce nessuna delle nozioni di base (inflazione, relazione rischio-rendimento, diversificazione, caratteristiche dei mutui, interesse composto) e delle nozioni avanzate (riferite ai titoli obbligazionari). Solo il 12% mostra padronanza di quattro dei sette concetti presentati; solo il 2% definisce correttamente tutte le nozioni. Il 28% sovrastima la propria cultura finanziaria. Con riferimento a un’ipotetica scelta di investimento, le attività immobiliari sono spesso preferite a impieghi di natura finanziaria, a prescindere dall’orizzonte temporale e dagli obiettivi di rendimento; il 40% degli intervistati, inoltre, non è in grado di individuare un’opzione di investimento adeguata a nessuno degli scenari proposti.
Tra coloro che non pianificano, il 42% ritiene che sia inutile avere un piano: non solo da parte di chi sostiene che gli manchi la capacità di risparmio, ma anche da chi ritiene che sia sufficiente controllare le spese. È il 30% delle famiglie italiane a possedere fondi comuni e titoli di stato italiani. Gli investimenti sostenibili e socialmente responsabili (Sri) sono ancora poco noti: solo il 5% si ritiene bene informato.
«I margini di miglioramento delle conoscenze e competenze finanziarie degli italiani sono ampi», ha sottolineato il commissario Consob, Carmine Di Noia, ma è altrettanto vero che «l’attitudine al risparmio è un patrimonio consolidato delle famiglie italiane ed è necessario valorizzarlo. Dobbiamo insistere per alfabetizzare una platea quanto più ampia possibile, a partire dagli studenti fino agli adulti, con modalità e canali diversi».
Il punto è che la ricchezza netta delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile rimane superiore al dato dell’Eurozona (rispettivamente 8,2 e 7,7 a fine 2018) e anche il tasso di risparmio lordo domestico, pari al 10% circa, è in lieve crescita per la prima volta dal 2014. Ma nella gestione delle finanze personali il 60% non segue una regola precisa, mentre il 40% decide definendo in modo sequenziale un obiettivo di spesa alla volta.
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