I ricercatori della Cass Business School di Londra e dell’Università di Bristol hanno scoperto che quando si tratta di decidere se rischiare o no le donne appaiono più riluttanti al rischio che gli uomini.

Il rapporto Quantifying Loss Aversion: Evidence from a UK Population Survey (Quantificare l’avversione al rischio: indagine demografica sulla popolazione del Regno Unito), individua gli elementi chiave che spiegano l’atteggiamento delle persone rispetto a rischio e perdita.

Lo studio ha anche scoperto che i giovani e gli anziani sono più restii al rischio che le persone di mezza età.

Queste scoperte possono avere importanti conseguenze sia per i consulenti finanziari che per i loro clienti, in particolare, uomini e donne che stanno valutando in che modo investire per il futuro a seconda della propria fascia d’età.

Un sondaggio online è stato somministrato da YouGov a 4000 intervistati. I partecipanti sono stati scelti a caso per essere globalmente rappresentativi dei residenti del Regno Unito con più di 18 anni in termini di caratteristiche chiave come genere, fascia d’età, stato civile, classe sociale, educazione, tipo di personalità, conoscenze finanziarie e reddito.

Le principali evidenze sono state le seguenti:

· In linea con la ricerca esistente, le donne tendono a essere più restie al rischio rispetto agli uomini.

· I giovani e gli anziani tendono a essere più restii al rischio che le persone di mezza età. I giovani risultano particolarmente avversi al rischio.

· I single sono meno avversi al rischio che le persone in coppia, che sono, a loro volta, meno avversi al rischio che i vedovi, divorziati e separati.

· Chi non ha figli è più avverso al rischio e alla perdita che le persone con figli.

· Le persone in cattiva salute sembrano avere un’avversione alla perdita più bassa che le persone in buona salute.

· Le personalità ottimiste e competitive di Tipo A sono meno avverse al rischio e alla perdita che i pessimisti e le personalità posate di Tipo B.

· L’attitudine al rischio può essere influenzata dagli stati emotivi di un individuo, con individui tesi che ne hanno un’avversione molto forte, mentre le persone in uno stato emotivo neutro sono meno restii al rischio che gli individui nervosi o rilassati.

· L’avversione per il rischio e la perdita è minore quanto più è grande il livello di comprensione finanziaria di un individuo.

· I membri della classe sociale A sono meno avversi al rischio, hanno più voglia di prendere rischi per evitare le perdite e meno avversi alla perdita che i membri della classe sociale E. Tuttavia, i membri della classe sociale B – con occupazioni manageriali e professionali inferiori – sono insolitamente avversi a rischio e perdita.

· L’avversione al rischio e alla perdita è minima per coloro che hanno un’occupazione a tempo pieno, seguiti da coloro che ne hanno una part-time. I pensionati e i disoccupati hanno una forte avversione al rischio e alla perdita.

· L’avversione alla perdita è minima nel Galles, in Scozia e a Londra ed è massima nelle Midlands Orientali.

· I lettori del Guardian hanno tendenza a essere i più avversi al rischio e alla perdita, mentre quelli del Financial Times, del Times, del Telegraph lo sono meno di tutti, seguiti dai lettori del Daily Mirror, del Daily Record, del Daily Express, del Daily Mail, del Sun e dello Star.

· Gli elettori Liberal Democratici sono i più avversi al rischio e alla perdita, mentre i membri del Partito Nazionale Scozzese e del Plaid Cymru (il Partito del Galles) lo sono meno di tutti. Gli elettori del Partito Laburista e del Partito Conservatore sono da qualche parte nel mezzo.

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