Brevettato da un’azienda bresciana, lancia subito un allarme in caso di malore o cadute
Viene implementato con un accelerometro e un rilevatore di frequenza cardiaca
di Gaetano Costa

Un guanto può salvare la vita. «La nostra missione è far tornare i lavoratori a casa la sera». Giancarlo Pesce è responsabile di Antis, un’azienda specializzata nel settore dell’antinfortunistica che ha sede a Borgosatollo, un centro di circa 9 mila abitanti in provincia di Brescia. Lì, dopo un viaggio in Cina, è nato il progetto di JoyPad, un guanto smart che contiene un accelerometro e un rilevatore di frequenza cardiaca che, in caso di malore o di infortunio del lavoratore, lancia l’allarme ed evita il peggio.
Alla guida di Antis ci sono i fratelli Riccardo e Alessandro Paderno. Che nei giorni scorsi, insieme con Pesce, hanno presentato in anteprima la loro invenzione alla Fiera ambiente lavoro di Bologna. «Sono 25 anni che alla Antis ci occupiamo di antinfortunistica», ha spiegato Pesce. «E l’abbiamo sempre fatto utilizzando soluzioni tradizionali. Però, dopo un viaggio in Cina, abbiamo compreso quanto il digitale avrebbe potuto cambiare le regole del gioco e, se utilizzato bene, migliorare la qualità della vita, soprattutto i livelli di sicurezza nelle aziende nostre clienti. Ecco perché è nata Pad, la nostra controllata specializzata nella produzione di guanti e attrezzature smart». «Attraverso la collaborazione con un team di medici qualificati che ci forniscono i protocolli per i range dei battiti cardiaci», ha proseguito il responsabile dell’azienda bresciana, «il nostro guanto è in grado di capire e lanciare l’allarme quando un uomo cade a terra perché colpito da malore o da infortunio». Con un obiettivo ben preciso: anticipare l’emergenza e chiamare i soccorsi con notevole anticipo.
«Il guanto», ha sottolineato Pesce, «non diventa altro che lo strumento che porta l’hardware. È un vettore che permette di mantenere sul polso il sensore che misura la frequenza cardiaca, ma è solo uno degli strumenti di prevenzione smart che stiamo implementando». Antis, oltre ai guanti, progetta anche caschi e occhiali. Sempre per il lavoro. «L’idea è quella che i nostri prodotti antinfortunistici possano parlare fra loro. Nelle nostre fabbriche ci sono molti lavoratori stranieri, che spesso faticano a comprendere il nostro idioma e quindi a leggere e rispettare correttamente le regole di approccio ai macchinari oppure di accesso a determinate aree sensibili o pericolose».
«Dotando questi dispositivi di trasmettitori Rfid, Radio frequency identification, una tecnologia per l’identificazione e la memorizzazione automatica delle informazioni, è possibile inibire o acconsentire l’accesso a determinate aree. Se un lavoratore dovesse non indossare una protezione, la mancanza del segnale Rfid può vietare l’accesso al cantiere o allo stabilimento».
Amazon, nel 2016, aveva brevettato un braccialetto elettronico per facilitare i lavoratori a rintracciare velocemente la merce in magazzino. Il progetto del colosso di Jeff Bezos, nonostante fosse in fase embrionale, aveva suscitato polemiche tra i sindacati, anche italiani, per la presunta violazione della privacy del lavoratore. Ma per il guanto salvavita, secondo Pesce, il problema non si pone. «Noi non controlliamo nessuno», ha detto ancora il manager al Corriere di Brescia. «Le nostre tecnologie sono state implementate col benestare e la collaborazione attiva delle sigle sindacali e dei rappresentanti dei lavoratori nelle fabbriche dei nostri clienti».
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