Le abitazioni rappresentano, per la maggior parte delle famiglie, la forma più rilevante di investimento della ricchezza accumulata durante tutta la vita. Eppure, solo il 46% delle unità abitative è coperto da una polizza assicurativa contro l’incendio e, quasi in un caso su cinque, si tratta di coperture collegate al mutuo utilizzato per acquistarle. La carenza di garanzie assicurative è ancora più marcata in alcune regioni del Sud Italia, dove la percentuale di chi si assicura scende drasticamente tra il 10% e il 20%.

Inoltre – rileva l’ANIA in un report – nonostante il 75% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali di vario tipo, poco più del 3% delle stesse viene protetto da una polizza contro questi eventi. Si tratta di un valore molto contenuto ma che negli ultimi anni è costantemente cresciuto (era praticamente nullo appena dieci anni fa). A questo effetto positivo ha contribuito anche la norma che, a decorrere dal 2018, ha previsto sia l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi sia la detrazione al 19% di tali premi ai fini IRPEF.

Nonostante questi interventi abbiano fatto fare un contenuto passo avanti alla diffusione delle coperture contro le calamità naturali, l’Italia è forse l’unico paese industrializzato e, per di più, con un’elevata esposizione al rischio privo di un meccanismo regolamentato per la gestione delle calamità naturali.

In altri principali paesi simili al nostro per esposizione al rischio di catastrofi naturali sono in vigore, in alcuni casi da decenni, sistemi regolamentati di gestione del rischio catastrofale (ad esempio in Francia, in Spagna, negli Stati Uniti, in Giappone e in molte altre realtà). Al di là delle differenze legate alle singole specificità nazionali, questi sistemi hanno in comune la partecipazione congiunta del settore assicurativo privato, e a vario titolo, dello Stato, e l’impiego di meccanismi che facilitano la mutualizzazione dei rischi attraverso l’aumento della platea di assicurati.

Anche al fine di valutare l’impatto delle novità previste dalla Legge di bilancio 2018 che ha introdotto benefici fiscali per coloro che ricorrono a coperture assicurative contro il rischio di eventi calamitosi su immobili adibiti a uso abitativo, ANIA ha rielaborato una statistica con data di valutazione 31 marzo 2019 volta a quantificare il numero delle polizze e l’esposizione (in termini di valore assicurato) delle abitazioni civili italiane assicurate per il rischio incendio, con l’aggiunta di un focus specifico per monitorare come sia variata, rispetto alle precedenti due edizioni dell’indagine (con date di valutazione 30 settembre 2016 e 31 marzo 2018), l’estensione delle coperture assicurative contro le calamità naturali. Si commentano di seguito i principali fattori caratterizzanti le polizze incendio oggetto della rilevazione, analizzando in particolare le distribuzioni percentuali (per numero di polizze e somme assicurate) delle varie modalità di ciascun parametro.

Tipologia di polizza.

Il numero complessivo di polizze attive (per il totale del mercato) al 31 marzo 2019 era pari a 9,7 milioni, in aumento del 7,1% rispetto a quanto rilevato a marzo 2018 e del 12,1%, se confrontato con settembre 2016. A fronte di queste polizze risultavano somme assicurate pari a 3.639,7 miliardi, valore in aumento di circa l’8% rispetto al 2018 e del 9% rispetto al 2016. 

Tipologia di rischio.

L’82,4% delle polizze incendio riguarda le unità abitative (erano l’84,2% a marzo 2018, ma l’82,5% a settembre 2016), il 14,3% i fabbricati (in aumento rispetto alla rilevazione precedente) e solo il 3,3% (erano il 2% nel 2018) è relativa a unità commerciali ancillari, ovvero a quelle unità destinate ad attività commerciali e situate a pian terreno negli edifici adibiti prevalentemente a residenza. Quasi il 47% dei valori assicurati è relativo alle unità abitative e solo il 3,1% è riferibile alle unità commerciali ancillari.

Il 91,5% delle polizze non presenta alcuna estensione alle catastrofi naturali. Dalla rilevazione effettuata, per tutte le polizze attive al 31 marzo 2019 è risultato che l’8,5% di queste prevede un’estensione per le catastrofi naturali, percentuale in crescita sia rispetto a marzo 2018 (quando era il 6,8%) sia rispetto a settembre del 2016 (quando era pari a 5,1%).

Al 31 marzo 2019 esistevano nel mercato oltre 826 mila polizze con l’estensione alle catastrofi naturali, ottenute come somme delle polizze con la copertura del solo rischio terremoto (458 mila), del solo rischio alluvione (196 mila) e di entrambe le calamità (172 mila). Rispetto a quanto rilevato nel settembre 2016, a distanza solamente di due anni e mezzo, il numero di polizze che presentano un’estensione al solo rischio terremoto sono più che raddoppiate (+141%), mentre quelle che hanno la copertura per entrambi i rischi alluvione e terremoto sono quasi triplicate (+175%).

Con i dati a disposizione l’ANIA ha potuto stimare, a livello nazionale, che:
•   le somme assicurate per il solo rischio terremoto superano i 172 miliardi, sfiorano i 45 miliardi quelle per il rischio alluvione e vi erano ulteriori 60 miliardi di esposizione per le polizze con entrambe le coperture catastrofali. In totale, quindi, si può assumere un’esposizione complessiva di oltre 275 miliardi (era circa 180 miliardi a marzo 2018);
•   premio medio (escluse le tasse(4)) della garanzia incendio per i 9,7 milioni di polizze rilevate è pari a 178 euro. Tenendo conto che le polizze assicurano 14,3 milioni di abitazioni (che risultano avere una superficie media pari a 130 mq), lo stesso premio medio sarebbe per ciascuna pari a 120 euro. Per quanto riguarda invece l’estensione della garanzia alle catastrofi naturali, il premio medio (escluse le tasse) per le oltre 826 mila polizze che si assicurano per il solo rischio terremoto o per il solo rischio alluvione o per entrambi i rischi combinati, risulta pari a 119 euro. Tenendo conto che le polizze assicurano circa un milione di abitazioni (che risultano avere una superficie media di 110 mq), lo stesso premio medio sarebbe per ciascuna pari a circa 100 euro.

Presenza di un vincolo contrattuale in polizza.

Il 18,4%(5) delle polizze (era poco meno del 21% a marzo 2018 e a settembre 2016) presenta un vincolo a favore di terzi nella copertura assicurativa (come, ad esempio, nel caso di polizze connesse a mutui immobiliari per l’acquisto dell’abitazione); quattro polizze su cinque invece non presentano alcun vincolo. Anche considerando le somme assicurate, la percentuale di polizze con forme di vincolo è contenuta, rappresentando meno del 14% (era il 15,7% a marzo 2018 e il 15,6% a settembre 2016). 

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