RAMI VITA

In vent’anni i premi sono cresciuti del 373%. Le riserve tecniche rappresentano il 38% del pil nazionale. L’aumento dello spread minaccia l’equilibrio del ramo vita 

Autore: Fausto Panzeri
ASSINEWS 302 – novembre 2018

Il 2017 è stato un anno abbastanza positivo per il mercato italiano nei rami vita. Il volume premi ha raggiunto i 98,6 milioni, in calo del 3,6% rispetto all’anno precedente. Ricordiamo, peraltro, che nei tre anni precedenti la raccolta aveva superato i 100 miliardi con il conseguimento del record storico nel 2015 (115 miliardi circa). Siamo comunque di fronte a una raccolta premi consistente, soprattutto se si considera che il totale delle riserve tecniche ha raggiunto i 653 miliardi, a testimonianza del rilievo che il comparto vita ha raggiunto nell’ambito del risparmio gestito nel nostro Paese. Anche l’utile complessivo di bilancio, che ha superato i 3 miliardi, appare confortante per le imprese italiane.

Il 2018 si è presentato bene e lasciava intravedere la conferma e forse il miglioramento dei dati del 2017, ma le turbolenze finanziarie dell’ultima parte dell’anno in corso, stanno creando serie preoccupazioni negli assicuratori, a causa, soprattutto, del forte rialzo dello spread fra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Ci pare giusto, tuttavia, fare un punto della situazione del ramo vita in Italia esaminandone l’evoluzione delle sue componenti più significative negli ultimi vent’anni.

Esaminando l’andamento di questo comparto, in un arco temporale così significativo, si possono riscontrare il grande progresso che il ramo vita ha realizzato nella storia più recente.

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