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La spread non è un indicatore virtuale, ma al contrario è un segnale dei timori degli investitori sulla sostenibilità del debito italiano. Un nuovo promemoria in tal senso è arrivato ieri da Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, al congresso della Fisac/Cgil: «Il maggior rendimento richiesto da chi acquista titoli di alcuni Stati non è che la copertura dal rischio di “fallimento” di uno Stato o addirittura di rottura dell’euro». Un rischio «molto piccolo, naturalmente, ma non più nullo o quasi nullo come in passato».
L’istituto di bolzano sta per indicare l’alleato sul fronte della bancassurance
Rispetto alla ventina di interessi espressi all’inizio, ora in lizza sono rimaste Axa, Zurich, Eurovita e Net Insurance (in cui è stata fusa la spac Archimede). Firma attesa entro la prossima settimana
In vista dell’assemblea di domani si va verso nuove alleanze. Non è in discussione la leadership della Delfin di Del Vecchio (31%). L’attenzione è semmai sul ruolo del delfino Milleri. Mr Luxottica con Caltagirone sale in Generali
La sostenibilità del sistema pensionistico italiano è a serio rischio e solo un complesso di interventi ispirati al principio di equità e al senso di responsabilità potrà invertire il trend negativo che minaccia il futuro delle nuove generazioni. E questo il monito lanciato in occasione degli Stati Generali delle Pensioni, conferenza tenutasi ieri a Milano su iniziativa dell’Università Bocconi e di Deutsche Bank.

  • Bankitalia: rischio default non è più nullo
Lo spread elevato dimostra che il rischio default per alcuni paesi non è più nullo: lo ha affermato il direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi. «Il maggiore rendimento richiesto da chi acquista titoli di alcuni stati non è che la copertura dal rischio di fallimento di uno stato o, addirittura, di rottura dell’euro: un rischio molto piccolo, naturalmente, ma non più nullo o quasi nullo come in passato».
Aviva Investors, l’asset management globale di Aviva, ha nominato Aaron Armstrong portfolio manager, global emerging market equities, in linea con la strategia di rafforzamento delle proprie capacità nel comparto azionario. Aaron viene da un’esperienza di oltre quattro anni in Alquity Investment Management, dove ricopriva il ruolo di senior analyst nell’investment team dedicato all’Asia. La nomina fa seguito all’arrivo di David Cumming in qualità di chief investment officer nel gennaio scorso.

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  • Laurea, il riscatto diventa flessibile Solo per i lavoratori dal ’96 in poi
Chi oggi chiede il riscatto della laurea, per andare in pensione prima, farebbe bene a mettersi seduto. Il conto presentato, in termini di contributi da versare, è quasi sempre salatissimo. Per capire: una donna di 40 anni con 11 anni di lavoro alle spalle e un reddito di 36 mila euro lordi l’anno, dovrebbe pagare 65 mila euro. Due anni di stipendio. Pochi se lo possono permettere, molti rinunciano. Ma le regole potrebbero cambiare e il riscatto della laurea potrebbe diventare «flessibile». Sarà il diretto interessato a decidere quanti soldi versare all’Inps per far valere come lavorativi gli anni di università. Accettando una pensione più bassa se verserà poco. Ma guadagnando comunque quattro o cinque anni, a seconda della durata del suo corso di laurea, verso il traguardo della pensione. Le nuove regole dovrebbero essere perfezionate a breve, ed entrare nell’emendamento o nel decreto legge che definirà il meccanismo di quota 100, cioè la possibilità di lasciare il lavoro con 62 anni d’età e 38 di contributi. Ma non faranno sentire subito i loro effetti.
  • Generali, ancora acquisti di Caltagirone e Del Vecchio
Ieri si sono registrati nuovi acquisti di azioni del Leone di Trieste da parte di soci forti come Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio. L’imprenditore romano, attraverso la holding Fincal, ha comprato 500 mila azioni per un controvalore complessivo di 7,12 milioni di euro, arrotondando la sua quota del 4,536% al 4,568%. Il fondatore di Luxottica, attraverso Delfin, ha investito 7,57 milioni di euro per acquistare 520 mila azioni, facendo salire la sua partecipazione di uno 0,033%, in area 3,54%. A questo punto il peso degli azionisti italiani sul capitale di Generali è salito al 24,549%. Tra i soci della compagnia triestina, al primo posto continua ad esserci Mediobanca, con una quota del 13,456% (che potrebbe scendere al 10% nel 2019) ed Edizione, la holding della famiglia Benetton, cui fa capo il 3,049% della società.
  • Al via la prima Mediobanca sgr Annual Conference
La prima edizione della Mediobanca sgr Annual Conference si apre oggi in Piazzetta Cuccia a Milano con l’obiettivo di diventare un think tank dedicato alle nuove sfide dell’industria dell’asset management, in un momento in cui tutte le categorie di investimento appaiono sotto pressione. «Le sfide nell’asset allocation» è il tema su cui si confronteranno il management e i gestori di Mediobanca e di gruppi internazionali del calibro di Morgan Stanley e Société Générale. Tra i temi all’ordine del giorno anche la gestione di Big Data e intelligenza artificiale. Sono partner dell’iniziativa Thomson Reuters e Cfa Society Italy.

  • I fondi pensione guardano alle infrastrutture sociali
Il deficit infrastrutturale è per definizione un freno allo sviluppo, ma nel mondo rappresenta una grande opportunità. Anche i fondi pensione italiani vogliono cominciare a fare la loro parte, tenuto conto che la maggioranza degli omologhi americani hanno deciso di raddoppiare la quota di questa tipologia di investimenti nel loro portafoglio.
«Non c’è dubbio – ha afferma Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza durante un seminario di studio sul tema – che anche per gli investitori istituzionali italiani, in primo luogo per i fondi pensione, gli impieghi nell’economia reale aprano spazi virtuosi. Naturalmente però, avendo la previdenza complementare come prima mission l’interesse dell’aderente, va sempre valutato il rendimento prospettico di queste nuove e atipiche asset class».

 

  • Archimede e le alleanze con Yolo e Neosurance
Qualche giorno fa l’assemblea di Archimede, Spac promossa da Andrea Battista, Gianpiero Rosmarini e Matteo Carbone, ha dato il via libera alla business combination con Net Insurance. Operazione che è la premessa per realizzare una realtà innovativa nel settore assicurativo che punta a raggiungere i 150 milioni di euro di premi al 2022. La società sta già lavorando alla realizzazione di un paio di partnership chiave: da un lato con Neosurance, dall’altra con Yolo per la distribuzione di prodotti digitali. Possibile, peraltro, che questi accordi possano portare anche all’ingresso di Net Insurance
  • Previdenza privata con ruolo di primo piano tra gli investitori
I dati ultimi esposti dalla Banca d’Italia sono oggettivi: il valore di mercato dei titoli italiani è sceso nel primo semestre 2018 del 9%, la ricchezza delle famiglie italiane si è ridotta di 85 miliardi pari al 2% della ricchezza complessiva, gli investitori esteri hanno ridotto la quota dei titoli di Stato al 28% pari a un possesso di poco inferiore a 700 miliardi di euro.
D’altronde è di pochi giorni fa la notizia che rispetto alle attese dell’ultima asta (di collocare circa 10 miliardi di titoli italiani), la richiesta del mercato si è fermata a poco più di 2 miliardi, registrando il secondo peggior risultato di sempre, secondo gli analisti. In occasione del precedente collocamento di fine maggio furono venduti quasi 8 miliardi di titoli registrando una contrazione della domanda di circa il 70% soprattutto da parte di investitori esteri e retail.
  • Il patrimonio copre 28 annualità delle pensioni
Ieri l’assemblea dei delegati della Cassa dei dottori commercialisti ha approvato all’unanimità il budget 2019. La stima delle riserve patrimoniali al 31 dicembre 2019 supera la soglia degli 8,5 miliardi di euro. Il bilancio 2017 aveva chiuso con un patrimonio di 7,6 miliardi. Questo significa che nell’anno che sta per finire è stata superata la soglia degli 8 miliardi (i dati definitivi del 2018 si conosceranno solo ad aprile 2019).
Il bilancio di previsione permette di fare un salto in avanti e le prospettive per la Cnpadc sono rosee. La Cassa sottolinea che il patrimonio le consente di coprire più di 28 annualità delle pensioni 2019 «un indicatore quest’ultimo di significativa rilevanza circa la sostenibilità di lungo periodo dell’ente». L’avanzo 2019 atteso è di 493 milioni di euro.
  • Gli asset delle Casse affidati sempre più a professionisti
Il mondo della previdenza dei professionisti è in crescita. Dal recente rapporto Adepp, l’associazione che rappresenta gli enti di previdenza delle professioni, emerge che il patrimonio delle Casse, in un anno, è cresciuto del 6,2% passando da 80 miliardi a 85,3. Dei 5,3 miliardi in più il 40% è frutto di rendimenti finanziari. L’aumento del patrimonio, tra il 2016 ed il 2017, è dovuto in parte al saldo positivo tra entrate per contributi ed uscite per prestazioni (3,2 miliardi) e in parte al rendimento positivo degli investimenti (pari a 2,5%).
La Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei dottori commercialisti è in linea con questo andamento, anche se registra, in realtà, una crescita maggiore. Il patrimonio è passato da 6,9 miliardi del 2016 a 7,6 miliardi del 2017 (+ 9,2%); i ricavi da contributi sono stati 805 milioni di euro e le uscite per pensioni per 272 milioni di euro.

La raccolta netta sale a 2,5 mld in ottobre, dopo un settembre in calo (800 mln), ma i risparmiatori investono un po’ meno nei prodotti di rischio. Nei primi dieci mesi il saldo è positivo per 20,4 mld, una cifra quasi due volte e mezzo superiore alla raccolta netta di tutto il 2017.Rossi (Bankitalia-Ivass): il rischio di fallimento dell’Italia non è più nullo