Il bilancio dei nove mesi chiude con un utile di 1,05 miliardi battendo le attese. Sul ramo Rc Auto approfondimenti tecnici, ma le trattative proseguono con Generali e Unipol
di Anna Messia

I risultati di Poste Italiane hanno battuto le attese, con un utile netto dei nove mesi di 1,056 miliardi, in crescita del 45,9% rispetto a settembre 2017. In questo periodo il gruppo guidato da Matteo Del Fante si è attrezzato per difendersi meglio dalle impennate dello spread, tenendo fermo l’obiettivo di aumentare del 5% il dividendo su base annua, come promesso dal piano Deliver 2022. Resta aperto il cantiere Rc Auto, nonostante la pausa di riflessione delle scorse settimana.

Da mettere al riparto c’è in particolare Poste Vita che, in verità, in termini di redditività, continua a macinare risultati: nei primi nove mesi dell’anno i ricavi di Poste Italiane provenienti dalle polizze sono aumentati dell’1,6%, nonostante la frenata del Vita, grazie all’aumento del Danni. A salire è stato soprattutto il risultato operativo del settore servizi assicurativi (+32,2% nel solo terzo trimestre e +12,6% dall’inizio dell’anno). Il problema sono i circa 70 miliardi di euro di titoli di Stato in pancia a Poste Vita (altri 50 li ha Banco Posta ma senza impatti sul risultato) e che, a causa delle tensioni sullo spread iniziate a maggio, hanno portato in rosso il bilancio dei sei mesi della compagnia (-400 milioni). Non si esclude una perdita per fine anno.

Da risollevare c’è l’indice Solvency II di Poste Vita, che nel dicembre 2017 era del 279%, per poi passare al 185% di giugno e scendere al 172% nel settembre scorso. Per risollevarlo fino al 230% il gruppo guidato da Del Fante ha messo in atto più di una manovra. La prima è stata di deliberare un impegno incondizionato di Poste Italiane , irrevocabile per 5 anni, a un aumento di capitale della compagnia fino a 1,75 miliardi se il Solvency II di Poste Vita dovesse scendere sotto il 130% (in precedenza c’era già una soglia a 1 miliardo). Una garanzia che avrà un impatto positivo sul Solvency II della compagnia di circa 26 punti base. In campo ci sono anche altri due strumenti previsti dalla normativa europea: la leva delle imposte differite (che porterebbero un beneficio di 8-10 punti percentuali) e quella delle misure transitorie, su cui Ivass ha da poco fatto chiarezza, che potranno avere un impatto positivo di altri 20 punti.

Del Fante ha anche annunciato che, per risollevare il Solvency ratio della compagnia, Poste Vita pagherà alla capogruppo un pay out del 50% sull’utile, e non del 90% come previsto dal piano industriale e come richiesto a tutte le altre partecipate del gruppo. «Nel complesso le azioni individuate consentirebbero di attestarsi al 230%», hanno spiegato dalla società. Del Fante, nel corso della presentazione, ha più volte ribadito che, nonostante questi interventi, la promessa di far crescere del 5% la cedola pagata agli azionisti da Poste Italiane sarà tenuta ferma, aggiungendo che il gruppo è al riparo da nuove impennate dello spread perché i Btp in portafoglio (ci sono altri 50 miliardi in Banco Poste) saranno portati a scadenza e non avranno effetti sul conto economico. Resta aperto il cantiere per il debutto del gruppo nell’Rc Auto.
La lettera inviata alle compagnie in gara per annunciare una pausa di riflessione (anticipata da MF-Milano Finanza lo scorso 27 ottobre) è dettata solo dall’esigenza di realizzare ulteriori approfondimenti tecnici, ma le manovre proseguono senza fretta, visto che «il piano prevede un apporto dell’Rc auto al gruppo solo a partire dal 2021», come ha puntualizzato Del Fante. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza le trattative starebbero proseguendo in particolare con due operatori, Unipol e Generali , che lavorerebbero entrambi con Poste, e avrebbero il vantaggio di avere già posizioni di leadership nel settore auto, particolarmente utili nella gestione dei sinistri. L’intenzione sarebbe di partire con progetti pilota già a metà dell’anno prossimo. (riproduzione riservata)

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