Negli ultimi quattro anni la divisione insurance di Intesa Sanpaolo è crescita a un ritmo del 5% annuo. E ora punta a 2,5 miliardi di premi nei danni. Lo spiega l’ad Fioravanti
di Anna Messia

Intesa Sanpaolo è pronta a debuttare nella click insurance. La divisione assicurativa del gruppo bancario, guidata da Nicola Maria Fioravanti, si prepara a lanciare nel 2019 la prima polizza istantanea, da acquistare in pochi secondi, per assicurare la propria abitazione, anche solo per il weekend fuori porta, al costo di un pacchetto di sigarette. Un’accelerazione nell’attuazione del piano industriale che punta a 2,5 miliardi di premi complessivi entro il 2021, e a fare della Divisione Insurance la prima assicurazione in Italia nel settore Danni non auto, puntando forte sull’innovazione e sulle nuove frontiere del business, con 100 milioni investiti nella nuova piattaforma tecnologica. «Nei primi nove mesi di quest’anno i premi danni complessivi di Intesa Sanpaolo Assicura sono arrivati a 362 milioni, in crescita del 10%, e la spinta più forte è arrivata dai prodotti salute e infortuni, saliti del 130%, e da quelli casa e famiglia, che hanno avuto un incremento del 45%», dice Fioravanti, che a MF-Milano Finanza annuncia nuove iniziative.

Domanda. A che punto è il piano di sviluppo?
Risposta. Negli ultimi quattro anni la divisione insurance è crescita a un ritmo del 5% annuo in termini di ricavi e del 6% annuo per utile netto e rappresenta circa l’11% del risultato lordo del gruppo Intesa Sanpaolo . Dato che è circa il doppio se si aggiungono le commissioni legate alla distribuzione dei prodotti. Il tasso di penetrazione delle polizze danni non auto tra i clienti della banca è passato poi dal 5% del dicembre 2017 al 7% di giugno scorso. Quest’anno contiamo di arrivare a 500 milioni di euro di premi danni e di chiudere con un tasso di penetrazione del 9%, avvicinandoci all’obiettivo del 18% di fine piano, nel 2021. L’utile netto consolidato della divisione insurance a settembre 2018 è stato poi di 553,4 milioni, in crescita del 4,7% sullo stesso periodo dello scorso anno. Aggiungo che, in linea con l’attenzione del gruppo verso le fasce più deboli del Paese, abbiamo attivato polizze gratuite -a favore degli orfani di uno, o entrambi i genitori- sia in occasione del terremoto nel centro Italia, sia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.

D. Sembra che le banche stiano scoprendo sempre di più il valore della bancassicurazione danni. Qualcosa si sta finalmente muovendo in Italia che è da sempre un mercato sottoassicurato rispetto ad altri Paesi europei?
R. In effetti ottobre è stato il mese in cui in Italia sono state vendute più polizze per la casa nella storia del Paese. Le iniziative come la nostra sono utili anche per aumentare la cultura assicurativa. Abbiamo previsto investimenti di 300 milioni, compreso il rafforzamento del brand con la dicitura banca assicurazione. Abbiamo inserito 220 colleghi specialisti della protezione, per valorizzare il nostro modello unico di bancassurance in un stesso gruppo. Si lavora insieme, con una convergenza di interessi e senza dover discutere sulle commissioni retrocesse. Inoltre la gestione del sinistro è completamente gestita all’interno del Gruppo. Su Torino continueranno gli investimenti con la modernizzazione di uno storico palazzo del Gruppo, che sarà dotato anche di uno «spazio esperienziale» per la diffusione della cultura assicurativa.

D. A proposito di tecnologia e insurtech, come state sfruttando l’innovazione?
R. Stiamo studiando la tecnologia machine learning per la stima automatica del danno, senza bisogno dell’intervento di un perito e stiamo usando gli analytics per polizze auto. Abbiamo verificato che chi è più puntuale nei pagamenti, rispettando per esempio le rate del mutuo, è anche più corretto alla guida. Incrociando i dati con la banca, ovviamente nel rispetto della privacy, abbiamo applicato a questi clienti sconti fino al 30%. L’anno prossimo partiremo poi con l’instant insurance per assicurare l’abitazione contro il furto, anche solo per un giorno, per 5 euro con una app. Un nuovo canale che sarà anche utile per raggiungere nuovi clienti, esterni al gruppo.

D. Temete la concorrenza dei colossi del web come Amazon o Aliababa che stanno iniziando a esplorare il settore assicurativo?
R. Sono grandi gruppi e possono investire enormi risorse in tecnologia. Anche le assicurazioni, però, possono e devono investire in tecnologia e in più, dallo loro parte, hanno le reti che consentono di creare una relazione con il cliente grazie a un rapporto con un gestore esperto. Il nostro piano ha previsto anche l’inserimento di 500 persone per migliorare la relazione nel post vendita e ne sono già entrate 50 in questi nove mesi.

D. Intesa Sanpaolo Vita è anche la prima assicurazioni italiana nel ramo vita. Come state affrontando la situazione dello spread che ha superato quota 300?
R. Ci siamo orientati da tempo verso le polizze a basso assorbimento di capitale (unit linked, ndr) riducendo la sensitività rispetto allo spread. Una crescita di 100 punti di spread farebbe scendere il Solvency II di circa 25 punti, ma la situazione è sotto controllo visto che a settembre scorso l’indice di Solvibilità per il gruppo assicurativo Intesa Sanpaolo Vita era pari al 207%.

D. Utilizzerete le misure temporanee su Solvency II appena regolamentate da Ivass, l’autorità di settore, per migliorare il vostro indice?
R. Lo studieremo. Ivass ha fatto certamente bene ad introdurre questo strumento soprattutto per le imprese assicurative più piccole che più di altre possono soffrire degli effetti della tensione sullo spread. (riproduzione riservata)

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